Eyes of the Void (Id, 2022): secondo nella serie "The Final Architecture" e un altro eccellente romanzo di Adrian Tchaikovsky. 
...dopo aver snobbato i suoi esordi, questo è un autore che sta rapidamente scalando la mia classifica di gradimento. 
C'è tutto ciò che si potrebbe desiderare e attendersi da un ottimo romanzo: idee, personaggi, intreccio e scrittura eccellenti. 
C'è, persino, un "the story so far" per riassumere brevemente i concetti spiegati nel primo libro: non la trama, i concetti sui quali l'autore, sostanzialmente, dichiara di aver detto abbastanza da non doverli ulteriormente spiegare negli stessi termini. 
Questo è un punto saliente: Eyes of the Void è interamente incentrato sull'esplosione del concetto di Unspace, raffinazione di tutte le sue conseguenze e sviluppo di un intero sistema scientifico annesso; è uno sforzo gigantesco e straordinario. 
Compensa ampiamente l'inevitabile problema di questo libro: è il secondo in una serie di tre; non finisce, serve a stabilire lo statuto dei personaggi prima dell'avventura finale. 
Rompe il cazzo arrivare alla fine di 600 pagine e restare così per aria (c'è qualche parziale conclusione, ma sono in realtà riorientamenti nei rapporti tra personaggi e forze), ma è impossibile da evitarsi: è il sacrificio dovuto al romanzo successivo. 
Devo ancora prenderlo, lo acquisterò alla prossima tornata di compre, quindi non immediatamente. 
SPOILER SPOILER SPOILER
Mentre la tensione tra gli shards di umanità sale fino a scoppiare in una guerra, Idris viene rapito e costretto a partecipare a un altro esperimento scientifico il cui risultato è la scoperta del luogo di origine degli Architetti. A fine libro, la società delle intelligenze artificiali si incazza e decide di imporre la pace agli umani idioti e prendere il controllo dell'universo per guidare il combattimento contro il vero nemico.


Land of the Lustrous: onestamente pensavo sarebbe rimasta inconclusa. 
Il capitolo 108 uscito da poche ore in fan-traduzione è l'ultimo di Houseki no Kuni, pubblicazione iniziata nel 2012; un anno circa di hiatus tra il 95 e il 96 (origine della diffusa convinzione sarebbe rimasto senza finale). 
Nel 2017, ricevette un infinitamente apprezzato adattamento animato dello studio Orange che fece conoscere il manga al grande pubblico diventando immediatamente un cult per l'incredibile originalità della storia, il particolarissimo stile artistico dell'autore e la complessa, profondamente metafisica narrazione. 
Mettiamola in questi termini: Haruko Ichikawa e Kodansha non sono riusciti a sfruttare neppure una minima parte della fama e del picco di popolarità della serie, il manga è proseguito a singhiozzo, una seconda stagione non è mai stata realizzata, il fandom si è ristretto fino a rendere Land of the Lustrous una di quelle produzioni amatissime da un rumoroso, ma minuscolo, pubblico di nicchia. 
Leggete il primo capitolo del manga, leggete poi (non dico l'ultimo) ma il 96 e troverete probabilmente non credibile si tratti della stessa storia, dello stesso fumetto. 
Land of the Lustrous comincia come uno shonen comico d'azione dove androgini gioielli umanoidi combattono contro mostri provenienti dalla Luna, si trasforma in una disanima ontologica sulla natura dell'essere umano tra spirito, ossa e carne, si conclude con l'apocalisse, il significato e la fine dell'umanità. Nel mezzo si parla di evoluzione, sentimenti, religione e, in generale, non è una lettura facile o immediata. 
Rido al pensiero di come potrebbero essere adattati in animazione l'ultima decina di capitoli: soltanto Anno potrebbe trovare il modo.
E' uno dei migliori manga mai realizzati? Certamente possiede le connotazioni narrative e artistiche tipiche di quei prodotti altamente ricercati, poeticamente elevati, sublimi e diversi dalla massa che finiscono nelle classifiche di questo genere. 
E', per gli stessi motivi, un'opera che si compiace di se stessa, si autoalimenta della propria raffinazione intellettuale, si 'parla addosso' assumendo anche quei tratti un po' deliranti di quando l'autore perde il contatto con il pubblico e finisce per considerare la propria creazione come fosse in un vuoto. 
Bella e pretenziosa, è sicuramente una produzione fuori dagli standard giapponesi, unica e artistica al punto da potersi facilmente scorporare dal suo ambiente d'origine per essere appieno considerata un'opera universale.
Il finale ha un suo senso, ma potreste trovarvi anche a chiedere 'che cazzo ho letto?'. 


Colonyside (Id, 2020): mi era rimasto indietro. Terzo e ultimo... no, perché scopro adesso che a settembre di quest'anno ne uscirà un quarto. 
Avrebbe dovuto essere l'ultimo libro della trilogia d'esordio di Michael Mammay, ma l'autore ha evidentemente deciso di tornare al suo personaggio. Cosa che, in un certo qual modo, spoilera il finale di questo romanzo: il nostro attempato super colonnello non più nei militari, investigatore alcolista e brillante rompicoglioni sopravvive anche a questa avventura. 
Non c'è molto da aggiungere e, sono già quasi sicuro, non penso prenderò il prossimo libro; Colonyside non è male, anzi è probabilmente il migliore dei 3 o, almeno, perfettamente pari a Planetside: il problema di questo romanzo è essere uguale a quello prima, a sua volta uguale al primo. 
Protagonista ritirato ma arriva uno e gli fa un'offerta irrifiutabile, lui va da qualche parte e l'indagine iniziale si rivela essere molto più complessa, poi viene rapito, poi vince. 
E' un romanzo divertente ma è estremamente formulaico e ripetitivo. 
Military scifi con un po' di investigazione, istituzioni civili e militari in conflitto, megacorporazioni malvage, burocrati incompetenti e/o malvagi, qualche soldato cool. 
In questo terzo libro c'è una straordinaria botta di originalità e il nostro eroe si trova a combattere contro l'ennesima, milionesima incarnazione malvagia di un tech guru alla Jobs. 
Nonostante tutto, però, resta un'avvincente e veloce lettura adatta a trascorrere qualche ora spensierata. 
SPOILER SPOILER SPOILER
Alla fine della storia, il protagonista viene di nuovo arrestato per aver ammazzato di nuovo un sacco di alieni.


Batman - Wayne Family Adventures: mi sono finalmente messo in pari. 
Questa è l'unica serie regolare di un comics che leggo affezionatamente da... quando l'ho scoperta, non ricordo quando. 
Uhm. 
E' un fumetto digitale co-prodotto da DC Comics e Webtoon, pubblicato settimanalmente sul sito di Webtoon, raccolto in volumi da DC Comics; iniziato nel 2021, 116 capitoli, l'ultimo uscito a dicembre 2023 concludendo la 'seconda stagione'. 
Una terza stagione è vagamente annunciata. 
Gli autori sono americani: CRC Payne (prima opera) e StarBite (qualche altro progetto indie).
E' una serie fuori continuity che vede per protagonista la Bat-family nella sua versione più estesa, la maggior parte delle storie sono slice of life che li vede vivere insieme nel Wayne Manor, scherzare tra loro, cazzeggiare, rompere i coglioni a Batman e Alfred; alcune storie sono più drammatiche e simili ai consueti fumetti di Batman, ma in generale è una commedia che ricorda quei rari albi speciali di Batman con le versioni chibi. 
Nella prospettiva della sua originalità concettuale, qualità dei testi e dei disegni, nell'ottica di essere la realizzazione di un sogno più volte sfiorato da DC Comics di avere una vera serie dedicata alla batfamily (qualcosa che Inc di Morrison quasi riuscì a essere), Wayne Family Adventures è uno dei migliori fumetti di Batman mai realizzati. 
Ho detto che non è in continuity, e non lo è, ma molte delle storie girano intorno a Duke Thomas "Signal", uno dei nuovi membri della batfamily creato da Snyder nel 2013: quando smisi di leggere comics, stava venendo introdotto. 
Dategli una possibilità, è sorprendente e immediatamente endearing. 


Dune - Part Two: questo film chiude l'adattamento del primo romanzo, un terzo film già annunciato adatterà interamente il secondo libro. 
E' un bel film, è troppo lungo, la più ricca e ben realizzata produzione fantascientifica da anni.
Guardandolo, molto più della prima parte, mi sono trovato frequentemente a pensare quanto avanti fosse Frank Herbert nel 1965: la trama è complessa ma non complicata, i personaggi sono profondamente caratterizzati ma immediati e senza inutili appendici; ovviamente il setting è fenomenale, ancor più oggigiorno: non parlo solo dell'incredibile world building o delle straordinarie idee alla base dell'ecosistema di Arrakis, ma soprattutto del setting mediorientale con tutto il suo contorno culturale e le drammatiche implicazioni coloniali che lo caratterizzano. 
Certo: il 1965 è immediatamente dopo il craze di Lawrence d'Arabia (1962) e la passione per gli esotici possedimenti imperiali fuori dall'Europa era nel suo pieno, ma c'è una ricchezza narrativa che il film abbraccia nella sua pienezza, anzi, la migliora. 
Ecco: la diversa sensibilità contemporanea e la migliore e più chiara conoscenza, anche il peso di eventi e incidenti tra l'occidente e il medioriente, rende la descrizione della società fremen di Arrakis ancora più affascinante, e il film la può rappresentare in modi impossibili anche solo da sognare per Herbert. 
I complimenti a Villeneuve sono assolutamente dovuti, ma l'opera originale è ancora oggi una fonte inesauribile di meraviglia. 
Ecco, a proposito: parliamo del finale. 
Se c'è un punto di divergenza davvero sostanziale tra il libro e il film, la sua lampante evidenza è nel finale ed è concentrata sul personaggio di Zendaya, Chani. 
I motivi sono ovvi: parlavamo di sensibilità culturale e se c'è qualcosa che è radicalmente, violentemente cambiato dagli anni '60 di Herbert e i nostri giorni è, senza dubbio, la rappresentazione delle donne. 
Il character arc di Chani tra libro e film sono estremamente distanti tra loro al punto da essere agli opposti nel finale: la Chani del libro è un personaggio subordinato che rimane leale e fedele al suo marito/messia attraverso tutti suoi power-up e trasformazioni; la Chani del film è incarnazione della rabbia delle giovani donne (mediorientali e non), ancora più pertinente nell'immagine culturale di fondamentalismo religioso proiettata dal film, e non accetta compromessi degradanti o di sottomettersi al patriarcato. 
Sono combattuto: da un lato avrei voluto il personaggio del libro, inoltre mi chiedo quali conseguenze avrà nel prossimo film, da un altro apprezzo l'intenzione e la realizzazione di questo contrasto con il materiale originale. Ha i suoi motivi, è pertinente, è appassionante ed è sviluppato seguendo la propria logica interna, che non è quella di una mera conversione del libro in sceneggiatura. 
E' anche incompiuto: ci sarà un terzo film e c'è quasi un cliffhanger che mina la compiutezza del finale; il personaggio di Chani rimane irrisolto e le ultime scene sono quasi frettolose, troppo evidentemente manifesta la volontà di lanciare ami allo spettatore per portarlo al prossimo capitolo. 
Messiah, il prossimo libro/film, ha una storia particolare: è un libro brevissimo, un quarto circa del suo predecessore, ed è composto in larga parte da materiale 'tagliato' durante la scrittura di Dune; è una specie di lungo capitolo d'epilogo aggiunto qualche anno dopo, ha un suo valore anche se molti lo criticano, ma non avrebbe dovuto essere usato per danneggiare l'adattamento di Dune. 
E' realmente l'unica critica che si possa muovere al film: è molto lungo, è incredibilmente ben fatto, ma il finale è parzialmente azzoppato. 


infodump: To Kill a Tiger (It Takes a Village to Raise a Child) è un premiato documentario canadese dedicato al 'fenomeno' delle violenze sessuali su minori in India. C'è un'associazione che offre supporto alle vittime, ma il grosso problema è che le vittime vivono in villaggi dove omertà e paura degli estranei, e folkloristiche nozioni di onore e valore delle donne impediscono il progresso e la penetrazione della legge. Ignoranza, povertà, etc.
Baby Assassins è una pallosissima commedia d'azione giapponese con un paio di teenagers desensibilizzate, ciniche e smart mouth che ammazzano persone a pagamento. C'è persino un seguito, ma è una merda.
Creation of the Gods - Kingdom of Storms è il primo film in una prevista trilogia fantasy cinese, è sullo standard delle produzioni di questo genere e, quindi, una merda. 
My Name is Loh Kiwan è un pallosissimo dramma coreano sulla vita di merda dei fuggiti dalla Corea del Nord, divenuti rifugiati in Europa: povertà, maltrattamenti e criminalità. Niente di che. 
Orlando Bloom sta per arrivare ai 50 e Red Right Hand è il suo film d'azione drammatico veramente brutto di fine carriera, tentativo di fare un Taken.
Imaginary è l'ennesimo, orrendo horror di Blumhouse, scopiazzato da The Conjuring è completamente privo di idee e creatività (ironico considerando la trama). 
The Wrath of Becky: sembra simpatico e l'abbiamo guardato. E' il sequel di un film "Becky" del 2020 che non abbiamo visto. Circa-indie action slasher con teenager che va in un rampage di vendetta e violenza contro un gruppo di ultra nazionalisti americani: effetti speciali, recitazione, aspetto e tono molto simili a quelli di una produzione britannico a basso budget. 
Divertente, assurdo, specialmente molto veloce. Credo sia il primo film di 83 minuti da un secolo. 
Gli amici di Peacock, nel tentativo (immagino) di diversificare la propria offerta originale, hanno raccolto il semi-morto marchio di Megamind e prodotto un seguito ufficiale, Megamind vs the Doom Syndacate.
Megamind, simpatico film d'animazione Dreamworks a tema supereroistico fatto molto prima degli altri nel 2010, non fu un successo (esistono, per qualche motivo, 3 videogiochi di cui non avevo idea e un cortometraggio). Ero curioso di guardare questo seguito e sono stato deluso: Peacock non ha speso e Megamind 2 sembra una di quelle pessime produzioni Disney per l'homevideo di qualche decina d'anni fa. 
Mashle - Magic and Muscles S02: stesso staff e cast della prima stagione, altri 12 episodi che portano l'adattamento al capitolo 74. Terza stagione non ancora annunciata e potrebbe dipendere dal fatto che gli ultimi episodi dell'anime siano stati danneggiati da un passo troppo lento e ripetitivo, quasi fosse una di quelle serie da centinaia di episodi. Non è un caso che siano stati adattati meno capitoli della prima stagione: quando funziona rimane comicità esilarante, ma il passo deve essere tenuto decisamente più alto.  
An Archdemon's Dilemma - How to Love Your Elf Bride è una mediocre serie d'animazione tratta da una serie di light novel, c'è anche il manga, su un potentissimo mago senza nessuna esperienza di relazioni che si innamora. 
Oblivion Battery: anime di baseball, palloso, banale, mediocremente disegnato.
A Condition Called Love: questo mi ispirava, ma l'anime è un'altra produzione di basso livello.
What Happens Inside the Dungeon - Side Story: ovvero il seguito/lungo epilogo iniziato nel capitolo 111 e conclusosi questa settimana con il 141. Il Demon Lord è stato sconfitto e i nostri eroi si godono finalmente un meritato riposo scopando come ricci: sfortunatamente, come ben sappiamo, i poteri di Cheong aumentano a ogni orgasmo. Succede, quindi, che durante un amplesso particolarmente di successo, Cheong sbricioli il pene del suo amato con un'incontrollata contrazione vaginale. 
Cheong e il gruppo, quindi, decidono di partire per una nuova avventura alla ricerca di un modo di salvare la vita sessuale della nostra protagonista; lungo la strada incontrano un gruppo di terroristi deciso a ucciderla. Esattamente fantastico come la prima parte, disegnato un po' meno bene negli ultimi capitoli e non mi stupirebbe se Reva decidesse di rivisitarli. Aspetterò con gigantesca aspettativa la prossima opera dell'autore. (SPOILER: finisce bene. Cheong perde i suoi poteri, gli Slayer vengono sbandati e tutti sono felici). 
Neal Brennan - Crazy Good è uno dei più divertenti speciali comici dell'ultimo paio d'anni. 

The Tainted Cup (Id, 2024): primo libro della nuova trilogia di Robert Jackson Bennett. 
Non ho trovato informazioni certe si tratterà di una trilogia, ma l'autore ne ha già scritte due: è presumibile. 
Il conto, già che le abbiamo citate, è il seguente: The Divine Cities è una delle mie preferite di sempre, eccellente; The Founders è stata una delusione parzialmente riscattata nel finale; diciamo saldo positivo ma l'andamento è preoccupante. 
Veniamo a questo nuovo progetto: è un mystery di impostazione molto classica e tradizionale, diciamo un ritorno a trame più simili a The Divine Cities rispetto a Founders, ma molto più esplicito e specifico. 
Decisamente troppo. 
Ultimamente lo fanno tutti: da un paio d'anni non è possibile scorrere le liste mensili delle nuove uscite letterarie senza incontrare teorie infinite di investigatori fantasy o fantascientifici, più o meno lgbt, più o meno neo-noir.
Bennett è soprattutto famoso per le sue brillanti creazioni di complessi sistemi magici, ma Divine Cities aveva anche storie e personaggi interessanti; The Tainted Cup è meglio di Founders ma è un lavoro pigro e senza originalità. 
L'ho letto tutto, è scritto bene ed è divertente, ma la qualità narrativa è in discesa: The Tainted Cup è un prodotto usa e getta che tradisce scarso editing e un approccio decisamente consumistico.
A questo punto il post sarebbe finito, ma essendomi segnato alcune cose mentre leggevo, le aggiungo qui. 
Duo di investigatori: il detective geniale ed eccentrico, 'sociopatico altamente funzionale' che va per la maggiore, pure prono all'uso di droghe come da tradizione; il giovane assistente coi piedi per terra che sa fare un po' di tutto. 
Classiche scene alla Christie/Doyle compreso lo spiegone finale di tutti i segreti e l'indicazione del colpevole: sempre divertente ma trito.
La narrazione è in prima persona, ovviamente dalla prospettiva del giovane assistente che ci permette immedesimazione e introduzione al mondo costruito da Bennett. 
Il mondo costruito da Bennett: l'autore deve aver scoperto gli anime perché il mondo di The Tainted Cup è palesemente calcato su quello di Attack on Titan, vagamente rimescolato con un più tradizionale immaginario kaiju. 
C'è uno stato circolare, ci sono 3 anelli, ogni anello è diviso da un muro; il muro dell'anello più esterno difende da giganteschi mostri che emergono annualmente dalle profondità del mare. 
Non scenderò in ulteriori dettagli: il setting è Attack on Titan; già che ci siamo, la trama, invece, è copiata da Fullmetal Alchemist (dopo spoiler dirò esattamente quale parte). 
Ah, c'è molto body horrror: già parte di Founders, qui è ancora più presente e ci mostra una società interamente fondata su razze e 'classi' create attraverso modificazioni standard o customizzate; uno stuolo di mutanti e freak del corpo e della mente.
Giusto: non c'è magia, tecnicamente si tratta di pozioni e mutazioni ottenute usando roba cresciuta per quel motivo... The Witcher.
I cattivi sono evidenti dopo il primo incontro, gli assassini segreti sono tutti terribilmente prevedibili. 
Ah. Il libro finisce. Il caso inizia ed è risolto. 
Ripensandoci: questa potrebbe essere una serie senza fine, altro che trilogia, c'è talmente poco di contenuto e talmente tanto di rubato in questo libro da poterne fare altri 50 così. 
SPOILER SPOILER SPOILER
I nobili malvagi di questa società hanno usato la scienza per distruggere un'intera area dello stato, poi hanno nascosto tutto e reso i pochi sopravvissuti dei paria; arriva lo Scar di turno e vuole uccidere tutti i colpevoli usando la stessa scienza magica. 
Salta fuori che la nostra investigatrice lavora segretamente per l'imperatore o qualcosa del genere, sa tutto e controlla tutto e domina tutto con la sua super mente.