Ghost of Tsushima: l'ho preso in offerta nella versione Director's Cut per PS5 che contiene i dlc e le modalità extra rilasciate dall'uscita. 
Il capolavoro di Sucker Punch uscito nel 2020 tra acclamazione pubblica e trionfo di critica. 
E' uno dei migliori action-adventure game che abbia mai giocato e c'è poco da aggiungere. 
L'unico difetto di Tsushima è una certa esuberanza di alcuni contenuti: ha il tipico problema della mappa alla Assassin's Creed piena di punti di interesse; essendo un gioco straordinario, quasi tutti questi punti di interesse sono eccezionalmente divertenti e interessanti da esplorare e giocare, inoltre sono quasi sempre composti da una qualche forma di contenuto narrativo o di gameplay, non si tratta solo di collectibles. 
...però ci sono anche i collectibles e, inevitabilmente, ce ne sono troppi. 
Tsushima è una rara esperienza di gioco che mi ha costantemente ricordato Batman - Arkham Asylum: incredibile setting, ottima varietà di gameplay, combattimento fluido ma ragionato, stealth semplice ma soddisfacente. 
Ah, prima di scordarmelo: mai visto un gioco caricare più in fretta. Lo avvii e dopo un secondo stai già giocando. 
Programmatori divini. 
Tsushima, come suggerito anche dal titolo dell'edizione completa, è un videogioco fortemente cinematografico che raggiunge una vetta senza precedenti nel trasformare e rappresentare in forma videoludica l'interezza, l'archetipo dei samurai eiga. 
Siamo alla fine del 1200, i Mongoli invadono il Giappone a partire dall'isola di Tsushima; i samurai locali scendono in battaglia e vengono sterminati. Il lord locale fatto prigioniero, il suo guerriero più forte e leale lasciato per morto sul campo di battaglia. 
I samurai hanno perso perché i Mongoli combattono una guerra moderna, perché hanno studiato e imparato a sfruttare il rigido codice morale e comportamentale dei samurai; un samurai vale 10 soldati mongoli, ma la strategia del generale dei mongoli è migliore e sfrutta ogni debolezza e prevedibilità dell'avversario. 
Il nostro eroe protagonista viene salvato da una ladra di passaggio, curato e si trova a essere praticamente l'unico samurai rimasto sull'isola, il suo unico difensore. Il suo primo pensiero è di caricare la fortezza nemica e liberare il lord, ma è ovviamente un piano suicida senza possibilità di successo. 
Inizia, a questo punto, un'evoluzione forzata che trasformerà, nel corso del gioco, il nostro protagonista da samurai a ninja. 
Il nostro eroe dovrà abbandonare tutto ciò in cui crede, soprattutto il suo onore, e trasformarsi in un leader ribelle, assassino che attacca alle spalle, guerrigliero avvelenatore che va contro tutti gli insegnamenti del bushido. 
Intorno a lui, progressivamente liberata dagli invasori, la popolazione di Tsushima abbraccia o rifiuta questo cambiamento: i samurai superstiti lo trovano rivoltante, i più umili lo ammirano e considerano una figura mitica, The Ghost. 
Il gameplay si adatta di conseguenza ed è magnifico: prima si combatte a spadate, e il combattimento a spadate è molto soddisfacente e complesso, ma intuitivo e facile da padroneggiare; poi si cominciano a sbloccare abilità e armi da ninja: a me lo stealth non piace, come al protagonista, e a inizio gioco affrontavo tutto massacrando a spadate, ma non funziona. Il gioco stesso ti costringe ad accettare l'impossibilità del compito e la necessità di diventare abili nello stealth. 
C'è molto di Assassin's Creed nel modo in cui si va a liberare l'isola: ci sono centri nemici da conquistare, fog of war da spazzare via, nuovi punti di interesse rivelati e via così. 
Narrativamente avvincente, tra quest principale, side quest principali e side quest secondarie sembra di vivere e rivivere ogni film di samurai mai realizzato. 
Ecco, questo è importante: il setting giapponese/samurai non è semplicemente una maschera sopra il solito action open world, le idee e i concetti samurai sono al centro del gioco e della sua storia, sono fondamentali e continuamente richiamati e sviluppati. 
Il setting e la storia e la caratterizzazione dei personaggi e delle vicende sono troppo ricchi e ricercati: senza una fascinazione verso i samurai, questo non è il gioco da scegliere dalla vasta lista del genere. 
E' indubbiamente un capolavoro, ma sarebbe come comprare un gioco di Spider-Man senza avere alcun interesse nel personaggio, nella Marvel o nei fumetti; il gioco è assolutamente ben fatto, ma è apprezzabile e godibile appieno solo dall'appassionato nell'argomento. 
Ci sono 2 finali, ci sarà un seguito prima o poi; c'è una modalità multiplayer che è divertente ma non il mio genere; ho impiegato 50 ore a platinarlo, penso comincerò il dlc immediatamente prima di dimenticarmi come si combatte. 
SPOILER SPOILER SPOILER
Il cavallo muore ed è uno dei momenti più drammatici mai in un videogioco. 
A proposito del finale: c'è una forte discussione su quale sia quello corretto. 
In uno, uccidi tuo padre e gli dai la morte di un guerriero come farebbe un samurai; nell'altro lo lasci vivere coprendo entrambi di disonore e abbracciando la tua nuova identità di Ghost. 
Secondo molti, quest'ultimo dovrebbe essere quello canonico e corretto; io ho scelto l'altro perché, a quel punto, a Jin dell'onore frega più un cazzo: uccidere Shimura è qualcosa che fa per lui, non per sé; non ucciderlo è un tradimento che va aldilà dell'onore: Jin non è più un samurai, ma Shimura sì e non c'è motivo di farlo soffrire ancora di più.