Headshot (Id, 2024): è quel periodo dell'anno quando le liste dei migliori libri sono state pubblicate e comincio a leggerne qualcuno. 
Questo 'mi' è stato consigliato in triplice copia: longlist del Booker, Obama, il NYT. 
E' lo stesso periodo dell'anno quando leggo questi libri e posso sentirmi felicemente snob e di nicchia per non averli apprezzati. 
Headshot è uno dei miei romanzi preferiti dell'anno e, più in generale, mi è davvero molto piaciuto. 
Primo romanzo di Rita Bullwinkel (grande nome), seconda pubblicazione dopo una premiata raccolta di racconti. 
Il libro racconta i 2 giorni di 1 torneo di pugilato femminile under 18. 
La struttura del libro è quella del tabellone del torneo, ogni capitolo è un match: ci sono 8 partecipanti, quindi ci sono 4 quarti di finale, 2 semifinali e 1 finale. 
La lingua e la narrazione imitano lo svolgimento di un incontro di pugilato: è incredibile. 
E' anche estremamente retorico e potrebbe non piacere a tutti: non è un modo per chiamare stupido chiunque non arrivi ad apprezzare (come me) la qualità dell'idea e del concept alla base della scrittura di questo romanzo, è letteralmente per dire che l'interezza del libro è una gigantesca figura retorica molto rigidamente impostata e mantenuta dalla prima all'ultima pagina. 
E' quello che in altre circostanze ho chiamato un esercizio di stile e tecnica fine a se stesso, qui è impressionante e fenomenale. 
I capitoli sono match: la narrazione passa da una delle ragazze combattenti all'altra imitando i 'turni' del combattimento, lo scambio di colpi e le fasi di attacco e difesa; la narrazione va avanti e indietro nel tempo, il narratore è onnisciente, imitando l'avanzare e arretrare delle pugili durante lo scontro: flashback e flashforward creano un racconto dove l'interezza del tempo delle vite delle atlete è in questo momento, nel presente del torneo. 
Tutti gli eventi significativi del loro passato e tutto ciò che faranno in futuro esistono contemporaneamente nei round degli scontri.
La lingua imita il combattimento utilizzando frasi molto brevi raggruppate in moduli che possono ripetuti e combinati diversamente nel corso del capitolo/match, ripresi e riutilizzati nei capitoli/match successivi; queste frasi sono i pugni delle atlete, le combinazioni di colpi ripetute e variate nel corso dello scontro. 
Non è certo la prima volta che un combattimento viene chiamato un discorso, o che la violenza della lotta sia un metodo per comunicare: chiunque legga shonen manga lo sa. 
In Headshot, l'applicazione di questo concetto alla scrittura è fotorealistico, immersivo e avvincente. 
E' un romanzo breve poco superiore alle 200. 
Ci sono contenuti femministi un po' aggressivi: gli unici personaggi maschili sono indolenti, inutili e privi di faccia; le giovani guerriere sono una stirpe di amazzoni perfettamente compiute in sé, eredi e antenate di una linea infinita di femmine combattenti che va dall'alba dei tempi al futuro spaziale su altri pianeti, mentre gli uomini sono letteralmente dei "dead-end". 
La rappresentazione delle 8 protagoniste avviene in un generale contesto di proletariato americano, spesso con famiglie o situazioni complesse: un modo per raccontare le difficoltà e la forza delle giovani donne, il loro desiderio di vincere e riscattarsi in vite che sono spettacoli per annoiati uomini più vecchi. 
...e altra roba del genere. 
E' un romanzo breve, ma è straordinariamente denso. 
E' un romanzo che si apprezza più per la sua pazzesca e geniale scrittura, che per i suoi contenuti. 
SPOILER SPOILER SPOILER
Vince Rose.