The Seven Moons of Maali Almeida (Id, 2022): non è che mi sia piaciuto molto. L'unico motivo per cui l'ho finito, invece di mollarlo (e ho pensato più volte di farlo), è perché scritto molto bene. 
Uhm. 
Vincitore del Booker 2022, Seven Moons è l'ultimo romanzo di Shehan Karunatilaka (lo scriverò una volta sola); originario dello Sri Lanka, scrive in inglese, questo è il suo terzo romanzo, ha già vinto/stato candidato ad altri premi. 
Il libro è scritto molto bene, non c'è dubbio: l'autore ha un dono per l'aforisma sborone che ti rimane in testa facilmente, tipo "There are only two gods worth worshipping. Chance and electricity.".
Boom! Cool.
Capitoli brevi, narrazione smart che alterna luoghi e tempi ignorando spesso logica e fisica, molto liberale nel seguire le regole di costruzione dei periodi, ma con il rarissimo dono di riuscire sempre a essere perfettamente comprensibile; l'organizzazione della storia è abbastanza semplice, ma l'andamento della narrazione si basa principalmente su dialoghi, alcuni quasi leopardiani, e scene raccontate. 
Ah, giusto: è quasi interamente scritto in seconda persona, salvo brevi passaggi in terza dedicati ad altri personaggi. 
Meglio fare un passo indietro: Maali Almeida è un fotografo d'assalto, gambler e promiscuo omosessuale; a inizio libro lo troviamo morto, fresco fantasma con una parziale amnesia. 
Maali è stato ucciso, da chi non lo sa, ma sa di avere sotto il letto una scatola piena di foto capaci di far crollare il governo dello Sri Lanka e riformare la sua società. 
La storia è ambientata in Sri Lanka, a Colombo (che ne è la capitale) circa 1989/1990. 
Maali fantasma comincia a investigare e, mentre investiga, incontra persone con cui ha dialoghi (davvero tipo Operette Morali), ognuno in qualche modo rappresentativo della società Sri Lankan o in simboli in qualche modo, e intanto scopre il mondo dell'Aldilà. 
L'Aldilà assomiglia molto (MOLTO) inaspettatamente a quello di Beetlejuice, una satira burocratico-mondana e un casino di religioni incastrate (tutte hanno torto, nessuna ha ragione). 
Uhm2. 
Tralasciando la qualità della scrittura, mi chiedo quanta masturbazione mentale (e non) sia compresa nel processo di assegnazione di un prestigioso premio letterario, uno dei più prestigiosi, a un libro colmo di riferimenti storici, politici e di cronaca di una paese 'ignoto' come lo Sri Lanka.
Probabilmente gli inglesi ne sapranno generalmente più di me, ex-colonia, ma sembra una di quelle illusioni culturali come implicare una mia conoscenza meno che passeggera della storia, politica e cronaca dell'Eritrea.
E' un libro politico che cita personaggi, eventi e affronta la complicata condizione etnico-sociale dello Sri Lanka: si capisce il senso e l'autore spiega alcune cose, ma molta roba è data per scontata e per me non lo è. 
Tutto ciò detto, ripeto, l'ho finito perché raramente mi è capitato un libro così eccessivamente quotabile, per quantità e qualità. 
Ve ne offro un'altra sempre dalle prime pagine: "For atheists there are only moral choices. Accept that we are alone and strive to create heaven on earth. Or accept that no one's watching and do whatever the hell you like.".
Brillante.
Tornando a noi: ci sono non so quanti gruppi etnici e politici in Sri Lanka, sembra una via di mezzo più confusa di Bosnia e Israele, vagonate di morti e persona scomparse stile Argentina; l'Aldilà è pieno di fantasmi incazzati e, proseguendo nella storia, alcuni di questi fantasmi incazzati desiderano interferire con l'Aldiquà e punire i politici malvagi, terroristi di fazioni opposte e altri. 
Si potrebbe definirlo un urban fantasy. 
Penso mi sarebbe piaciuto di più se fossi stato inglese o cresciuto in una società familiare con Sri Lanka, India, Pakistan e quel gruppo di posti lì. 
SPOILER SPOILER SPOILER
Maali scopre di essere stato ucciso non a causa delle sue foto incendiarie, ma dal padre del suo amante perché gay.
Alla fine niente è importante, ogni vita ha un suo valore, bisogna imparare a lasciar andare o qualcosa del genere.