The Gray Man (Id, 2009): segnamocelo. 
Un raro caso di film meglio del libro. Il film ha preso tutte le idee buone del libro e le ha ripulite dell'americanismo ruspante xenofobo di cui, sfortunatamente, la versione originale è piena; ha aggiunto umorismo alla Reynolds e ridotto sul testosterone imperante con l'aggiunta di un personaggio femminile.
The Gray Man è il primo libro nella serie, ora che scrivo arrivata a 12, ed esordio letterario per Mark Greaney; è stato un successo e valse a Greaney il riconoscimento di Tom Clancy, insieme al quale successivamente co-scrisse gli ultimi romanzi dell'autore scomparso, e di cui oggi porta avanti alcune serie.
Sono pronto a concedere almeno un altro libro. Sono certo impossibile arriverò a 12, ma un altro lo leggerò.
The Gray Man è, senza girarci troppo intorno, un Super Segretissimo senza sesso ed esclusivamente concentrato su azione e attività di soldati Tier S; è stupido e divertente, sono 400 e rotte pagine ma si leggono come fossero meno della metà; si leggono guardando la tv, ascoltando musica, parlando con la moglie mentre il cane ti morde le mani perché vuole giocare; richiede zero attenzione e non mi stupirebbe scoprirlo essere d'ispirazione per John Wick. 
Questo primo libro è grezzo: c'è un sentimento di americani migliori di tutti, arabi e africani esseri inferiori che è decisamente sgradevole; totale assenza di personaggi femminili; dialoghi scemi e situazioni di combattimento decisamente non realistiche. 
E' un prodotto preciso senza velleità di alcun tipo, in questo senso è molto ben fatto ma il suo target è estremamente limitato.