Barbie: il mio adoratissimo cane è morto lunedì e la casa è orrendamente vuota, quindi siamo andati al cinema. 
Non andavamo al cinema da non ne ho idea, diciamo 10+ anni: il mondo è cambiato. 
Volevamo guardare il film in lingua originale e siamo stati imbarazzati dalla scelta di spettacoli e cinema possibili dove andare; quando siamo stati lì, siamo stati sorpresi dalla quantità di persone a vedere uno spettacolo in lingua originale, alle 19 di un giovedì di agosto. 
Barbie è un film impensabilmente complesso e articolato, appeal per ogni tipo di spettatore, livelli narrativi stratificati, grande regia, grande sceneggiatura, eccezionali performance dagli attori protagonisti, messaggio morale onesto e non banale. 
Partiamo da qui: pensavo che Barbie sarebbe stata la solita menata femminista/girl power di cui vanno riempiendosi i fossi da anni, invece è molto di più. Si parla e si critica la società e il ruolo della donna, la posizione dominante maschile, il patriarcato, ma non è una caccia unilaterale all'uomo: gli autori hanno speso e pareggiato i conti parlando, ridicolizzando ed esprimendo solidarietà, anche per le difficoltà maschili e le sue debolezze e dipendenze. 
Ken non è solo una presa in giro, offre una vera introspezione e rappresentazione anche 'positiva' del maschio. 
Assolutamente inaspettato e aggiunge così tanto al film da non crederci. 
Barbie è tutto: è una mega produzione hollywoodiana, ma è realizzata da autori intellettuali; è una satira sociale estremamente insistita e scoperta, ma è vestita come fosse il nuovo Moulin Rouge; c'è comicità stupida slapstick di Will Ferrell, ma è abbinata alle interpretazioni intimiste e molto umane di Robbie e Gosling; c'è il fan service della ricostruzione fedelissima dei prodotti Mattel, e c'è la meta-narrazione che infrange muri non solo parlando con lo spettatore, ma trasversalmente all'interno del media cinematografico. 
La coppia di Gerwig - Baumbach si deve essere divertita: il film cita in continuazione. 
Si va da 2001 Odissea nello Spazio a Matrix, passando per la creatrice reale della bambola Barbie; la sceneggiatura articola una rete di premi e bait per attrarre e soddisfare pubblico di ogni tipo: il cinefilo, l'appassionato di Barbie che conosce la storia industriale di Mattel, lo spettatore occasionale attratto dalle star del momento, la femminista incazzata che vuole vedere l'uomo menato, l'uomo che vuole guardare la commedia demenziale. 
Barbie è assolutamente il nuovo fenomeno di costume cinematografico ed è passato molto tempo dall'ultima volta che ce ne sia stato uno. 
Non è tutto oro. 
Il soggetto è derivativo: lo svolgimento di Barbie è molto simile a The Lego Movie e tutti i film di quel genere fino al Guy di Reynolds dove il personaggio scriptato attraversa una crisi esistenziale; molte delle idee centrali di Barbie sono uguali a Roger Rabbit. 
Non sono difetti, ma nell'applauso per i riferimenti cinematografici colti e pop, bisogna anche notare la non completa originalità di alcune delle sue idee. 
Ancora 1 cosa prima di chiudere. 
E' un successo planetario e un po' mi dispiace: il film è fantastico e se lo merita, ma è una produzione Warner e sta andando così forte che potrebbe persino compensare (divisioni diverse) i fallimenti Warner degli ultimi anni e impedire il fallimento di Warner. Cosa che continuo ad augurarmi.