Food Obscura (Gastro Obscura, 2021): "a Food Adventurer's Guide". 
Tavolino da caffè: ne feci regalo a me e un amico lo scorso Natale.
Mi ci sono voluti 7 mesi abbondanti e un cane moribondo (ma solo a giorni alterni) per finirlo e, lo confesso subito, non l'ho letto tutto. Non è un libro da leggere tutto in una volta. 
Seguito spirituale di Atlas Obscura, scritto da Dylan Thuras e Cecily Wong, è una simile produzione più strettamente dedicata al cibo. 
Parti dedicate ai continenti, capitoli dedicati alle nazioni. 
Immagini, schede, indicazioni su cosa mangiare e dove, curiosità storiche, varie eccentricità: il tutto impaginato nella forma di un manuale divertente con tanti riquadri e colori, scritte sparse qua e là... un po' come i classici manuali delle giovani marmotte. 
Non è una versione scritta di Orrori da Gustare: non un libro dedicato a cibi disgustosi e/o provocanti, ma particolarità locali e prodotti territoriali noti e meno noti. 
In questo senso, il libro è anche rigidamente intriso di politicamente corretto: quando è in Cina non parla di cani, quando in America non parla dei danni della coltivazione intensiva del mais, quando in sudamerica scherza sulla cocaina, etc etc. 
Non fraintendetemi: non mi aspettavo un saggio alla Pollan o Safran Foer; probabilmente, essendo diventato più sensibile all'argomento, adesso trovo intrinsecamente fastidioso affrontarlo in modo così faceto e superficiale. 
Capisco l'intenzione e l'idea produttiva di questo libro, ma trovo insoddisfacente, addirittura irritante, l'ipocrisia e le scelte censorie su quali argomenti siano ok e quali no. 
Tornando a noi. 
Divertente, stampa pregevole (ma non di pregio), fa la sua figura ed è pure leggibile. 
Inevitabilmente, nonostante quanto detto poco sopra, io l'ho letto soprattutto per i cibi strani: il mio premio di cosa che probabilmente proverei, ma farei molta fatica nonostante la mia potente curiosità alimentare, è il fungo parassita che cresce su alcuni vermi in Tibet. 
NOTA: tristemente esilarante la scelta dell'editore italiano, Mondadori, di cambiare il titolo sostituendo una parola di origine greca ampiamente presente nella lingua italiana 'gastro' con una inglese 'food'.