The Sword Defiant (Id, 2023): quello che ho fatto è stato il seguente. Ho letto un fantasy ispirato alla tradizione cinese wuxia, poi ho letto un fantasy ispirato alla tradizione occidentale più popolare e famosa. 
The Sword Defiant è, a tutti gli effetti e dichiaratamente dall'autore, "La Compagnia dell'Anello - 20 Anni Dopo". 
Sto dibattendo nella mia testa se aggiungere "in un setting grim dark", ma non sento si possa davvero definire così: è un po' dark, ma per essere anche 'grim' ci vuole molto di più. 
Uno dei difetti principali di questo romanzo, non a caso, è una certa mediocrità dei toni: considerando il soggetto e l'intensità del dramma, il fatto che la violenza e le scene siano così fortemente trattenute nelle forme va a detrimento. 
I personaggi sono tutti nei loro 40, ma la rappresentazione potrebbe tranquillamente essere una da young adult. 
E' il primo libro in una serie, è una pubblicazione Orbit, e ricorda l'esperienza fantasy di Richard K. Morgan... rimescolato con più di una punta di anime e un pizzico di Moorcock.
Fatemi raccogliere le idee: c'è questo gruppo di eroe, sono 9, che venti anni fa sconfissero il Demon Lord dopo una lunghissima battaglia mettendo fine a una sanguinosa guerra; oggi questi eroi sono potentissimi, tipo che servono le regole speciali D&D, e sono tutti in qualche modo a capo delle rispettive razze/nazioni/organizzazioni. 
Tranne il nostro protagonista, che è il guerriero del gruppo, e l'attuale possessore di Spellbreaker, onnipotente spada vampira-parlante chiaramente ispirata a Stormbringer.
Succedono cose, c'è una profezia: il guerriero deve riunire i suoi compagni e rimettersi in viaggio per sconfiggere un nuovo nemico. 
Il tema centrale del libro è il seguente: cosa succede quando i tuoi nakama diventano dei malfidati bastardi e c'è un nuovo armageddon alle porte?
Il male vince. 
Solo che, manco a dirlo, il mondo non è bianco e nero come ai tempi della gioventù: oggi che siamo maturi è tutto una grande sfumatura di grigio e nessuno è buono o cattivo, fino in fondo, tutti hanno le proprie ragioni, tutti mentono.  
E' un libro sui rimpianti della gioventù ingenua quando con gli amici si fa la quest per salvare il mondo e l'eroismo ti esce da ogni buco; da vecchi si diventa tutti degli stronzi, nessuno può più fidarsi e non è possibile recuperare lo spirito di un tempo. O forse sì. 
Il grosso della trama del libro è il nostro guerriero che cerca di convincere gli amici di un tempo a salvare il mondo di nuovo, ma il guerriero scopre di essere stato tagliato fuori dagli eventi del mondo, non sapere un sacco di cose, non sapere neppure riconoscere amici e nemici. 
Ci sono una valanga di belle idee ma, sfortunatamente, esattamente come The Art of Prophecy, anche The Sword Defiant soffre di logorrea: buono l'inizio, finale in crescendo, almeno duecento pagine inutili in mezzo. 
Fatico a pensare di leggerne il seguito, specialmente quest'anno che fatico a trovare la pace mentale necessaria a leggere. 
SPOILER SPOILER SPOILER
Uhm: la sacerdotessa muore all'inizio, il nano e il barbaro si ammazzano a vicenda, il mago è andato fuori di melone, il changeling è andato fuori di melone; l'elfo è il nemico finale che ha tradito tutti perché razzista e odia tutte le altre razze, il ladro è parte di una setta segreta che combatte gli elfi da sempre. 
Il paladino (che è morto a inizio libro) si reincarna nel corpo del nipote del guerriero. 
Il guerriero ne ha prese più di quante possa sopportare, ma alla fine del libro è vivo. 
Non mi è chiaro cosa sia successo alla spada: ho letto due volte la scena, non mi è chiaro.