A Restless Truth (Id, 2022): questo è stato un longshot e ha pagato solo in parte. E' il secondo libro in una trilogia, non ho letto il primo e spiegherò dopo perché: autrice esordiente, Freya Marske, pubblicazione Tor. 
Lesbo urban fantasy circa-fine epoca vittoriana girl power, coming of age. 
Generalmente non il mio genere: non mi è dispiaciuto ma proseguirò nella lettura. 
Non è assimilabile alla Locked Tomb. 
La storia di questo libro è ambientata in una nave alla Titanic, viaggio dagli USA al UK, con tutto quello che potete aspettarvi: balli, intrattenimento, ospiti di prima, seconda e terza classe, pettegolezzi e intrigo donnesco. 
C'è pure un personaggio ovviamente ispirato a Leonardo DiCaprio. 
La sorella di uno dei protagonisti del primo libro, la cui trama viene ampiamente riassunta, è in viaggio sulla nave come accompagnatrice undercover di una famosa maga. Questa famosa e anziana maga è una di tre famose e anziane maghe che, sostanzialmente, controllano l'interezza della magia inglese. 
Qualcuno le sta uccidendo per ottenere il loro potere di controllare l'interezza della magia inglese. 
Tutto ciò è completamente accessorio al vero soggetto del libro, che è l'omosessualità femminile. 
Prendete un classico contesto nobiliare vittoriano: le giovani donne sono da marito, il loro matrimonio serve a rafforzare la famiglia/procurare soldi; però siamo alla fine del periodo vittoriano, si parla di suffragette, la nave è chiaramente un titanic: le giovani donne cominciano a essere volitive, ribelli e desiderare indipendenza e nuove esperienze. 
La giovane protagonista incontra una leggermente meno giovane protagonista, ma decisamente più esperta in questo genere di cose, e NON si innamorano: l'amore è un vincolo e una catena, queste giovani donne vogliono solo scopare liberamente come e chi pare loro. 
Si parla moltissimo, MOLTISSIMO, di sesso: desiderio di fare sesso, pratica del sesso. 
Ci sono 3 scene di sesso decisamente esplicito, parliamo di roba alla Lustbader: innanzitutto, sono contento di aver cominciato dal secondo libro, saltando il primo dedicato al fratello di questa protagonista e il suo amante. 
Sì, lo ammetto senza problemi: immaginare donne fare sesso lesbico è perfettamente ok, anzi incoraggiato; immaginare uomini fare lo stesso, invece, non è qualcosa su cui desidero soffermarmi. 
Secondo, c'è decisamente troppo sesso (frase che non pensavo avrei detto): la seconda protagonista insegna le vie di Lesbo alla prima, che passa tutto il suo tempo a pensare a come scopare la prossima volta, mentre il fato del mondo pesa sulle sue azioni. 
Inoltre, mi spingo fino a dire questo, le scene di sesso hanno un aspetto decisamente fasullo: non faccio riferimento alla mia esperienza di sesso omosessuale femminile esclusivamente pornografico, ma alla mia decennale esperienza di sesso praticato. Sembra sesso come lo si immagina prima di farlo davvero: mi verrebbe da pensare che l'autrice sia eterosessuale e abbia solo un'idea di come possa esserlo per le donne... oppure sono uno stronzo arrogante e non dovrei parlare di queste cose... ma il modo in cui le due donne si portano reciprocamente all'orgasmo, e su come portare una donna all'orgasmo di esperienza ne ho, mi risulta lontano dalla realtà e più simile a quanto in un harmony. 
La scrittura della Marske è vivace, veloce da leggere e c'è talento nel rendere dinamiche pallosissime scene, per esempio, di battibecchi educati al tavolo da pranzo: è come Bridgerton (ci ho pensato solo ora) con magia.
L'avventura è autoconclusiva ma fa parte di una storia più ampia. 
UPDATE: ho sviluppato 2 pensieri. 
In realtà sono 3. Ho scoperto che il mio dubbio relativo a usare il termine 'era vittoriana' è facilmente risolvibile utilizzando il meno noto, ma corretto, termine 'era edwardiana' che incorpora esattamente l'inizio del 1900. 
Il primo riguarda l'autrice e il suo nome: non ho trovato note biografiche serie, vive in Australia è il massimo di informazione disponibile, ma il nome Freya è sospetto. Tantissimi autori usano nomi d'arte, no prob, ma Freya suona come quelle comunità di hippie dove tutte le donne si chiamano con nomi mitici perché sono tutte dee. O quello o i suoi genitori erano in una di quelle comunità. 
Sì, meschino. Piccolo. Quello che vi pare. 
C'è un nesso: una delle protagoniste racconta senza problemi o tremori di come abbia ripagato sessualmente produttori, scrittori, finanziatori della sua compagnia teatrale. Non la considera prostituzione, ma uno scambio di favori e una ricompensa. 
Bene. I movimenti 'woke' sono disuniti e disallineati: lgbt e me too non sono la stessa cosa, e sono anche in contrasto su certe visioni del mondo. 
Questo è un libro che promuove la libertà sessuale e vuole normalizzare l'impatto di una scopata sulla personalità e vita di una persona: darla via non è un crimine e, sostanzialmente, è qualcosa che si può dimenticare e sovrascrivere con altre esperienze. Chiaramente non è compatibile, o almeno non completamente, con una visione del mondo fatta di uomini stupratori e approfittatori e donne vittime. 
Mi addentro su argomenti che mia moglie, saggiamente, mi direbbe di farmi i cazzi miei perché privo di utero, ma da uomo che cerca di capire tropo curioso e intrigante come coesistano visioni così diametralmente opposte sul valore di una scopata e/o della vagina in uno stesso contesto femminista. 
SPOILER SPOILER SPOILER
Riescono a salvare l'artefatto magico ed entrare in pre-possesso di un altro. Muore un po' di gente ma nessuno di importante. La relazione tra le due prosegue anche dopo la nave, forse.