Star Trek - Strange New Worlds S01: sulla scia dell'entusiasmo per la terza stagione di Picard, convertito al progetto creativo di Kurtzman (e soci), mi sono convinto a guardare l'altra nuova 'serie tv' di Star Trek. 
Dieci episodi usciti tra maggio e luglio 2022. Spin off di Star Trek Discovery in continuity a partire dal finale della seconda stagione. 
NOTA: Discovery l'ho seguito fino a metà della prima stagione, a questo punto sento che potrei riprovare. 
Strange New Worlds, quindi, si colloca 10 anni prima di TOS: racconta le avventure della crew dell'Enterprise capitanata da Pike, prima di Kirk. 
Larga parte della crew, in questo senso, vede nuovi attori in ruoli classici: Pike stesso ma, soprattutto, Spock, Uhura e altri personaggi storici di TOS in versioni precedenti a quelle rese famose/immortali da Shatner, Nimoy etc.
Partiamo da qui: il rapporto tra Shatner e CBS/Paramount è pessimo da anni. Ci sono stati qua e là dei momenti di chiaro, ma sporadici e senza conseguenze durature: chiunque segua le prodezze social di Shatner su twitter, avrà letto infinite lamentele dell'attore nei riguardi della produzione e delle guide del 'nuovo' Star Trek. 
Shatner non è l'unico, ma è sufficiente guardare un qualsiasi episodio di Picard per capire che si tratti di una minoranza rispetto al sentimento comune degli attori legacy nei riguardi del nuovo Star Trek. 
Il problema di questa situazione ha una rilevanza narrativa: Shatner non partecipa a questo nuovo corso di Star Trek e, conseguentemente, è escluso da questo nuovo corso di Star Trek e, conseguentemente, il personaggio di Kirk è meno rilevante per questo nuovo corso di Star Trek. 
In questo nuovo corso di Star Trek, è come se fosse TNG a essere la serie originale, mentre TOS è in qualche modo circondata e prevaricata dalle nuove storie ambientate nei suoi anni: Discovery, Strange New Worlds. L'importanza di Kirk downgradata e le storie di TOS frequentemente oggetto di riscrittura e remake. 
Uno degli elementi narrativi fondamentali di Strange New Worlds, particolarmente esemplificato dal suo finale di stagione, è l'esatta rappresentazione di quanto sopra: Spock è il vero personaggio chiave dell'universo di Star Trek nell'equipaggio della Enterprise, Kirk è la persona giusta al momento giusto ma non è l'eroe. 
In retrospettiva, tutto ciò si trasforma in una spettacolare caratterizzazione del personaggio di Pike: il capitano di qualità superiore, il boy scout, ma non l'eroe assoluto salvatore dell'universo; Pike è, inaspettatamente, il mediatore e il veicolo di grandezza per altri personaggi: è il protettore del futuro di personaggi che faranno il futuro, è l'eroe secondario che riconosce l'importanza del suo non essere fondamentalmente importante. 
Massimo apprezzamento per Anson Mount e la sua interpretazione di Pike così fuori dagli schemi di Star Trek anche nelle sue versioni più recenti. 
Torniamo al succo: Strange New Worlds è una serie tv che riprende, naturalmente aggiornato narrativamente, il modello classico fatto di episodi autoconclusivi dedicati a personaggi/coppie di personaggi con solo una leggera presenza di trama orizzontale. 
L'aggiornamento narrativo comporta, per forza di cose, una maggiore lunghezza degli episodi: parliamo di 45-50 minuti l'uno, ma la natura largamente indipendente delle storie è... un toccasana. 
Una gioia? 
E' incredibile quanto piacevole sia poter guardare un (o più) episodio narrativamente compiuto e concluso, quanto fresco e originale sia nel panorama contemporaneo. 
Andiamo oltre. 
La serie è ambientata 10 anni prima di TOS, quindi siamo davanti a un caso simile a quello della trilogia prequel di Star Wars e le difficoltà collegate alle scelte di design che la produzione si è trovata ad affrontare per rendere contemporanee le scelte estetiche di decenni fa: lasciandole riconoscibili, senza tradirle, ma traducendole in qualcosa con appeal per il nuovo e giovane pubblico. 
L'Enterprise, i comunicatori, i tricorder e tutto il resto sono quelli degli anni 60 ma sono tutti stati gentilmente aggiornati: tutto si riconosce a una prima occhiata, allo stesso tempo è tutto più slick e tecnologicamente futuristico. 
In pratica, per sintetizzare, laddove Star Wars ha fallito malissimo cospargendosi di ridicolo, la produzione di Star Trek ha pienamente raggiunto il risultato con lodevole qualità. 
A proposito di sesso. 
Strange New Worlds, a differenza di Picard ma in linea con Discovery, offre una versione di Star Trek più sexy e contemporanea: non è Game of Thrones, non c'è nudità, ma c'è sesso; allo stesso tempo, non è volgare o gratuita come Enterprise (nel senso della serie). E' un buon compromesso tra maturità e necessità di rating. 
Uhm... ah! Africa. 
La relazione di Star Trek con la questione razziale è, a dir poco, tra le più importanti e significative nella storia della televisione; Strange New Worlds prova ad aggiungere qualcosa e caratterizza il suo multietnico cast con una più determinata componente africana. 
E' importante? Boh. Sì e no. Guardate Picard: ci sono personaggi di colore storici e nuovi, ma sono neri e potrebbero essere di qualsiasi altro colore; quelli di Strange New Worlds, invece, sono neri anche culturalmente. 
Nell'ottica di tutto il movimento afrofuturista è notevole che una produzione così mainstream abbia cercato di raccogliere alcuni suoi elementi e cercato di popolarizzarli. 
Seconda stagione prevista per l'imminente estate, terza già commissionata. 
Non è Picard, ma Strange New Worlds è un altro, eccezionalmente ben fatto tassello del nuovo Star Trek. 
Ferme restando le mie preoccupazioni davanti ai troppi annunci di nuovi prodotti.