Labyrinth of Galleria - The Moon Society: aka il seguito spirituale di Labyrinth of Refrain. 
Lo anticipo subito: non c'è legame narrativo tra i due, a un certo punto nel corso di Galleria c'è un name drop che suggerisce i due giochi siano ambientati nello stesso 'multiverso'. 
Casomai non lo sapeste, è una serie di dungeon crawler sviluppati da Nippon Ichi, quelli di Disgaea, quindi un dungeon crawler con loot infinito e numeri giganteschi tra danni inflitti e subiti, innumerevoli classi e reincarnazioni e un endgame estremamente ricco di contenuti. 
La domanda da un milione: mi è piaciuto più di Refrain? 
Galleria migliora il gameplay di Refrain in ogni suo aspetto, la storia di Galleria è di altissima qualità ed eccezionale e commovente e fantastica, ma non mi ha emozionato quanto quella di Refrain. 
...quindi non so come rispondere: Galleria è più divertente di Refrain perché sono state limate molte delle parti noiose di grind estremo, ma la storia è leggermente inferiore (per il mio gusto). 
La storia. 
La storia è molto complicata, ricca di colpi di scena e articolata su più livelli, molto più rispetto a quella di Refrain, ed è impossibile raccontarla senza fare spoiler, quindi mi limiterò al setting iniziale: c'è un palazzo antico dalla strana storia proprietà di ricco appassionato d'arte, 'sotto' il palazzo c'è un labirinto magico pieno di ricchezze e oggetti incredibili. Il proprietario di casa assolda una strega e un assistente per esplorare il labirinto e arricchire la sua collezione di curiosities. 
Chi non ha giocato Refrain potrebbe comunque conoscere Disgaea e aspettarsi una narrazione comica con personaggi improbabili e situazioni da anime; Refrain e Galleria non sono così, Galleria come Refrain contiene tematiche e affronta soggetti estremamente violenti, seri, crudeli e tragici: ci sono abusi e comportamenti estremamente sgradevoli nei riguardi di donne e bambini, c'è malvagità caotica e il dramma è crescente e continuo. 
Tutti i (pochi) commentatori di questo gioco avvertono che la storia potrebbe offendere o disturbare la sensibilità dei giocatori. E' uno dei suoi punti di forza. 
Ultimamente gioco molto poco, quest'anno poi mi sono costretto a comprare solo cose di cui fossi davvero sicuro per evitare il ripetersi della sfilza di acquisti inutili degli anni passati: ho iniziato Galleria il 19 di Febbraio, stando alla Play gli ho dedicato 97 ore, concluso in ogni sua parte e platinato, è un gioco che mi ha dato grandissima gioia e soddisfazione. Il tipo di esperienza videoludica che raramente riesco a vivere da tempo a questa parte: originale, brillante, fuori dagli schemi (a parte somigliare al suo predecessore ovviamente), sorprendente, intellettualmente demanding ma pieno di sistemi da abusare per superare con forza bruta le situazioni più complicate. 
Ho battuto l'ultimo boss del true-true ending al primo tentativo con una brigata di 40 a 99 della quinta reincarnazione. 
NOTA: c'è qualcosa che trovo stupidamente esaltante, a livello di Yamato che emerge dall'acqua, quando un giapponese esagitato urla 'koi' seguito da un Valimar o, in questo caso, Puppet Brigade qualsiasi. I giapponesi lo sanno e in Galleria è un continuo e penso che lo sognerò stanotte. 
Comunque, tornando a noi: ci sono vari dungeon da esplorare utilizzando un party di avatar, visto che in questo gioco gli avatar possono essere fino a 40 contemporaneamente si parla di brigata, ognuno personalizzabile per classe ed equipaggiamento e altre specializzazioni; ogni volta che si entra in una nuova area i nemici diventano più forti e il loot sommerge al punto che si potrebbe dover riorganizzare tutti i personaggi ogni 10 turni. 
E' lo stesso tipo di ciclo che appassiona i fan di Diablo o looter shooter come Destiny, qui in forma di jrpg combattimento a turni. Il tutto con una storia che rapisce, coinvolge e colpisce. 
SPOILER SPOILER SPOILER
Ci sono 3 finali di 3 storie consecutive con protagonisti che si alternano, mondi che esplodono fino all'epilogo stile Evangelion con le nostre protagoniste che ricreano il mondo a proprio piacimento. 
Finisce bene con un'altra meravigliosa illustrazione di felicità dopo la grande battaglia.