A Man Called Otto: è il remake americano di un film svedese tratto da un romanzo (svedese). Diretto da Marc Forster con Tom Hanks.
E' un film Sony, senza dubbio non indie, ma è a basso budget e realizzato più o meno espressamente per il mercato home.
Il romanzo è del 2012.
Gran Torino è del 2008, Up! è del 2009. A Man Called Otto è un incrocio tra i due.
Otto è un anziano signore 'grumpy' che vive in una gated community di Pittsburgh; Otto è il veterano, non in senso militare, che passa le sue giornate ad assicurarsi che gli altri osservino le regole della comunità: niente di drammatico, si parla di parcheggi, limiti di velocità, occupazione di suolo pubblico e altre cose da umarell.
In rapida successione: a Otto muore l'adorata moglie, va in pensione e davanti a lui si trasferisce una chiassosa famiglia di messicani. Otto decide di ammazzarsi ma le beghe del vicinato continueranno a rimandare il suo gesto estremo.
Comincia come una commedia, diventa drammatico molto in fretta: mia moglie ha molto pianto.
Otto e la famiglia di messicani diventano amici, succedono cose.
E' un buon film con diversi momenti simpatici, ma niente di più; è interessante la caratterizzazione di Otto, specialmente perché è fuori dagli standard: Otto è un conservatore educato, un repubblicano di buon cuore, un tipo di personaggio che normalmente sarebbe ridicolizzato e mostrato nella sua incapacità di vivere in una società moderna; Otto, invece, finisce per mostrare a tutti la correttezza del suo modo di essere, compresa la famiglia di giovani immigrati e tutti gli altri giovani strani che vivono nel vicinato.
Funziona e non mi è chiaro se voglia essere un modo per educare i repubblicani, o sdoganarli.
Fatico a definirla una buona performance per Hanks, perché estremamente caricaturale, persino slapstick in certe sue espressioni.
SPOILER SPOILER SPOILER
Otto muore e lascia tutto alla sua nuova famiglia.
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