Knock at the Cabin: l'ultimo film di Shyamalan, tratto da un romanzo di Tremblay. E' il secondo film di fila realizzato a partire NON da una sceneggiatura originale del regista. 
Partiamo da qui: Shymalan è un regista che deve il proprio successo a un gimmick; ultimamente il gimmick non ha funziona, le sue sceneggiature un tempo famose per i colpi di scena non sorprendono più e Shyamalan ha iniziato a guardarsi intorno alla ricerca di storie altrui da adattarsi con tematiche 'affini'. 
E' un tentativo della 'via di mezzo' che è un fallimento completo. 
L'immagine è quella di un autore che ha perso l'ispirazione, ma non vuole provare a fare qualcosa di diverso.
Non riesce più a scrivere colpi di scena decenti, quindi utilizza invenzioni di altri, ripetendo a oltranza il proprio marchio di fabbrica senza alcuno sforzo creativo. 
Knock at the Cabin comincia bene: una famiglia in vacanza viene presa in ostaggio da 4 matti estremamente violenti ma, allo stesso tempo, inspiegabilmente non pericolosi. I 4 matti dicono alla famiglia che il mondo sta per finire e tutta l'umanità morirà, l'unico modo per impedirlo è che la famiglia decida di sacrificare un membro per la salvezza di Tutti. 
Il resto del film è il solito 'vero non vero' di Shyamalan: sono matti o stanno dicendo la verità?
Sfortunatamente, la risposta è ovvia da subito e il resto diventa, quindi, un banale thriller psicologico con un finale molto stupido che lascia con un senso di insoddisfazione... a dirla tutta, probabilmente, questa non è colpa del regista: Tremblay è famigerato per questo genere di finali, è il motivo per cui ho smesso di leggere i suoi libri. 
Manca la risoluzione. 
Tutto ciò detto, almeno è breve. 
Bautista continua nel suo viaggio sulle orme di Cena e The Rock, offre la sua prima performance drammatica in un film di grande visibilità e la centra pienamente con encomio generale di critica e pubblico, dimostrando di non aver avuto torto nelle sue recenti interviste dove lamentava il tipo di ruoli offertigli.
NOTA: queste lamentele rientrano nella più ampia conversazione su quanto sia stronzo e malvagio James Gunn, l'uomo riuscito nella difficilissima impresa di far incazzare e unire 2 fandom solitamente ostili tra loro (3 considerando anche quelli di The Witcher). 
Nel film c'è anche, in un ruolo secondario ma importante, Rupert Grint: ritorno al cinema dopo una serie di felici esperienze televisive, ricorrente collaboratore di Shyamalan e coraggiosamente/intelligentemente proiettato nel diventare volto riconoscibile nelle produzioni di genere. 
C'è un altro elemento d'interesse nel film: LGBT. 
La famiglia protagonista è composta da 2 uomini e la figlioletta adottiva. 
Un tema del film è che i 4 matti sono convinti di essere in buona fede, sanno che stanno mettendo la famiglia davanti a una scelta terribile ma è per un bene superiore; la famiglia, viceversa, è convinta di essere vittima di un attacco omofobo da parte di esaltati religiosi. 
Ho dato un'occhiata per internet e nessuno ha mancato di notare il problema, per una volta sono d'accordo non si tratti di oltraggio woke ma di una rappresentazione profondamente discutibile. 
La si può guardare in diversi modi, nessuno buono, ve ne propongo due principali: la coppia passa per vittimista e più che felice di vedere l'intero mondo esplodere in una palla di fuoco, vendetta per i soprusi subiti; la coppia omosessuale deve essere spezzata, qualcuno deve morire, perché altrimenti Dio distruggerà il mondo.
Mia moglie mi ha chiesto quale sia il messaggio del film: non credo che Shyamalan sia omofobo, non si percepisce omofobia nel film, ma la sua rappresentazione è infinitamente discutibile; non penso ci sia provocazione volontaria, credo si tratti solo di un boomer, come direbbe mia moglie, che non ha davvero afferrato il punto. 
SPOILER SPOILER SPOILER
Il mondo sta davvero per finire, milionate di persone muoiono nel corso del film perché i due omosessuali si rifiutano di riconoscere il fatto di non essere attaccati perché omosessuali; quando finalmente il livello di apocalisse diventa così alto da essere immancabile anche per loro, quello più buono dei due si sacrifica in atto di selfless banalità. 
Il film finisce con il padre superstite e la bambina che ritornano alla civiltà e scoprono di aver ammazzato l'altro in tempo per salvare un po' di civiltà; la cosa particolare, a questo proposito, è la stupidità del finale: c'è stato uno tsunami che ha spazzato via intere nazioni e ridisegnato la geografia del mondo, c'è stata una mega malattia, ci sono stati milioni di morti in giro per il mondo in numero e modi così terrificanti da distruggere, comunque, la civiltà. 
Il film non ne tiene conto.