The Redeem Team: avrei voluto cominciare con un clever gioco di parole tra i famosi team di basket olimpici americani, ma non mi riesce. 
Documentario del 2022 recentemente distribuito da Netflix, dedicato al torneo olimpico di basket maschile del 2008 in Cina.
La sequenza è questa: c'era una volta il Dream Team del 1992. Il Dream Team fu l'apoteosi di decenni di dominio americano sul basket internazionale, se avete la mia età è una di quelle cose che ti facevano desiderare essere americano, lo ricorderete perché c'erano tutti: Jordan, Johnson, Barkley, Stockton, Malone, Pippen, Bird, Ewing. Le star del NBA, business e patriottismo come incarnazione dell'America. 
Andiamo avanti di 10+ anni e arriviamo alle olimpiadi di Atene del 2004: gli USA si presentano con una squadra non priva di star ma priva di motivazione e spirito di gruppo; arrivarono comunque terzi, ma in casa si parlò di disastro, arroganza, etc etc.
Agli americani piacciono gli arroganti quando vincono, se non vincono si scoprono tutti estimatori dell'umiltà.
Il basket internazionale era molto cresciuto, la concorrenza più agguerrita, etc etc. 
Poco importa: la 'sconfitta' del 2004 pesò gravemente sul marchio NBA e sul logo degli USA; lo stesso anno la Lega avviò il progetto organizzativo per la formazione di un vero team nazionale, non una squadra messa insieme solo qualche giorno prima delle competizioni internazionali, ma una struttura semi-permanente. 
I creativi NBA se ne uscirono fuori con il brillante 'The Redeem Team', eccellente gioco di parole pieno di significato. 
Questo documentario racconta quanto vi ho sintetizzato poco sopra e tutto il percorso dal 2004 al 2008, compresi spezzoni delle partite chiavi, ma soprattutto il dietro le quinte della squadra. 
Ora piantiamo qualche bandierina: il documentario è prodotto da James, Anthony e vari altri giocatori direttamente coinvolti, è quindi spudoratamente agiografico; non è imbarazzante, ma la butta davvero tanto sul patriottismo e sullo spirito di sacrificio delle grandi star del basket, in lotta per l'onore nazionale, disinteressate al denaro, pronte a tutto per ridare grandezza all'America. 
...e poi c'è Kobe Bryant. 
Kobe è molto presente, lo sarebbe stato comunque, ma forse non così santificato. 
La regia è di un Jon Weinbach che ha diretto diversi altri documentario sportivi. 
Un'altra bandierina: il documentario contiene diverse interviste appositamente realizzate per commentare i video e le immagini d'archivio, ma il suo corpo centrale consiste di riprese e dietro le quinte che vennero realizzati allora. 
Il Redeem Team venne costantemente filmato e seguito dai media quasi come un reality show: dovevano essere bravi, dovevano essere buoni, dovevano non solo raggiungere il risultato minimo dell'Oro Olimpico, ma arrivarsi dimostrando alla popolazione quanto umili, onesti e pieni amor patrio fossero. 
Non è molto diverso dai film propagandistici cinesi.
Tutto ciò detto: è molto divertente, molto ben realizzato, è propaganda della più alta qualità. 
All'epoca seguivo ancora il basket americano, prima di diventare completamente mono-sportivo, ed è stato emozionante, non esagero, rivedere James, Wade, Kidd, Kobe e gli altri all'apice delle rispettive carriere.