Friendship (Id, 2020): ormai dovreste sapere come funziona. Giornalista scientifico specializzato, Lydia Denworth, e un tema specifico affrontato dai suoi albori concettuali fino alle più recenti scoperte. 
Penso di aver definitivamente stabilito che preferisco questo genere di libri quando sono scritti da autori non-specializzati, ovviamente Mary Roach è il faro, ma non tanto per la presenza o meno di aspetti comici, quanto per la visione più wordly.
Qui parliamo di sociobiologia. 
La scienza che studia le ragioni genetiche ed evolutive all'origine dei comportamenti sociali. 
Sottotitolo del libro: "The Evolution, Biology, and Extraordinary Power of Life's Fundamental Bond".
A cosa servono gli amici? Quale funzione evolutiva ci ha portato a sviluppare rapporti preferenziali con un individuo al posto di un altro?
C'è la famiglia con cui condividiamo un legame di sangue, c'è il partner romantico con cui condividiamo amore finalizzato alla riproduzione (diciamo così): perché ci siamo evoluti in una specie che ricerca e mantiene ulteriori legami sociali non immediatamente finalizzati alla sopravvivenza? 
Il libro comincia, naturalmente, parlando di scimmie.
Per secoli, scienziati e filosofi e artisti hanno considerato l'amicizia unnecessary... come l'arte: un'invenzione culturale della società umana che dà valore alla vita, ma non possiede caratteristiche di necessità fondamentali alla sopravvivenza; recentemente, ci dice l'autrice riferendosi alla fine del 1800, si è cominciato a prestare più attenzione a questa percepita inutilità dei legami d'amicizia, si è scoperto, faccio una grande sintesi ma è uno dei temi centrali del libro, che l'amicizia ha un valore assolutamente primario nella sopravvivenza umana. 
Chi ha più relazioni vive più a lungo: l'amicizia ha un fondamento biologico ed evolutivo, non solo culturale, assolutamente evidente; la solitudine e l'isolamento sono mortali.
Questo è uno di quei libri che mi fanno sempre venire in mente quelle stupide ricerche scientifiche di cui ogni tanto si sente parlare, e sono assolutamente vere: tipo quella che a toccare le tette di una donna si vive meglio e più a lungo. 
E' un libro che ci racconta una serie di banalità di cui siamo tutti più o meno consapevoli, ma si impegna a spiegarci perché sia così e come ci siamo arrivati. 
La scienza, per fare un altro esempio questa volta pertinente, ha scoperto che gli animali hanno amici, alcuni più di altri e in modo più simile a noi, e quindi, chiosa l'autrice, non può essere un fenomeno culturale e deve, invece, avere radici biologiche. 
Tutti i miei cani hanno avuto amici e nemici, sono felice di essere arrivato, nel corso della mia vita, al punto quando non siano più messe in dubbio l'intelligenza e l'intelligenza emotiva degli animali. 
C'è un confine sottile ma preciso tra il peccato di antropomorfismo e quello di anthropodenial, che sarebbe negare a priori che gli animali possano sentire/fare cose come gli umani.
...segue il racconto della solita sfilza di esperimenti aberranti su animali e bambini per testare gli effetti positivi/negativi del contatto umano e delle relazioni,
Concetti base spiegati nel corso del libro sono: kin selection, inclusive fitness, persino una spiegazione genetica per l'altruismo, reciprocal altruism.
Difetto principale del libro: l'autrice ha 3 figli di cui parla troppo spesso, sul suo sito si possono controllare le altre sue pubblicazioni, e sono più o meno tutte sul tema genitorialità e relazioni. 
Si parla di 'social brain', diciamola la parte del cervello dove risiedono le funzioni sociali, e di come si sviluppi attraverso l'apprendimento, imparando a riconoscere social cues e provando attaccamento verso 'altre persone'.
L'amicizia ha dirette ripercussioni sulla salute psicofisica: ci sono buone e brutte compagnie, c'è peer pressure, c'è qualcuno che si prende cura di te quando stai male, c'è social support per combattere lo stress. 
Ah, il libro cita spesso l'eccellente "Behave" di Sapolski e l'assunto che tutto ciò che è psicologico è biologico (e viceversa).
Si parla del gioco e della sua funzione sociale, si parla di social buffering; differenze tra parenti e amici, amici e amanti, livelli di amicizia tra migliore amico e amico comune, durata delle amicizie, interruzione delle amicizie, amicizie tra donne, tra uomini, tra uomini e donne.
Nella sua parte finale, il libro comincia a espandere i suoi concetti alle ultime tecnologie: gli amici digitali e i social network, il monitoraggio neurologico per capire le esatte corrispondenze tra preferenze sociali e funzionamento del cervello, cose del genere.
Interessante, ripetitivo, dura poco più di 300 pagine ma 100 in meno e sarebbe stato meglio.