The Galaxy, and the Ground Within (Id, 2021): quarto e ultimo libro nella serie Wayfarers di Becky Chambers.
L'autrice lo dichiara nelle pagine finali di ringraziamento: questa è la serie del suo debutto, la serie del suo successo. Adesso è finita, grazie a tutti: la nuova è già cominciata (e la inizierò presto).
...che poi chiamarla 'serie' non è esattamente corretto. Non in senso standard.
I libri da 2 a 4 sono, per così dire, tutti seguiti del primo: non sono 1, 2, 3 e 4; sono 1, 2a, 2b, 2c.
Circa.
Tutti i seguiti del primo romanzo sono dedicati a personaggi del primo romanzo, o personaggi che hanno a che fare con il capitano del primo romanzo: il secondo era un seguito vero e proprio dedicato a un (ex)membro della crew; nel terzo si parlava della sorella del capitano e della condizione umana nello spazio; in questo quarto si parla della compagna del capitano e della condizione generale della società spaziale.
La narrazione della Chambers, attraverso la serie, è una strada dritta e trasformativa: l'esordio è un romanzo d'avventura spaziale squisitamente scritto e con personaggi sensibilmente caratterizzati, ma molto semplice e classico, ambientato su un astronave con equipaggio misto in un viaggio pericoloso; i libri successivi hanno gradualmente abbandonato l'aspetto d'azione per concentrarsi ancora di più sui personaggi e le relazioni, la società e una abbastanza manifesta intenzione di commento culturale progressista.
Slice of life fantascientifico.
Quest'ultimo libro è quasi agli antipodi, ma in modo omogeneo e uniforme, del primo: un ingorgo spaziale costringe personaggi di razze e provenienze diverse a sostare per qualche giorno in un bar, diciamo. Non avendo altro da fare, parlano tra loro e affrontano gli stereotipi di razza, il concetto di collaborazione, scoprono differenze che uniscono, etc etc.
Tutti i protagonisti sono alieni: la razza umana è ogni tanto discussa, ma non è il soggetto primario.
Sono 300 pagine e l'autrice è più interessata a veicolare un messaggio positivo in una storia esemplare che al world building o a formulare verosimile scienza fantascientifica, non di meno ci sono alcune colpevoli ingenuità.
Tutti i protagonisti sono alieni, come detto, e per lo più non umanoidi; la Chambers cade nello stesso errore di quando in un libro su una società spaziale, l'autore esprime la ridicola sorpresa dei personaggi a essere nello spazio: qui accade lo stesso, ma in forma biologica. I personaggi alieni sono raccontati spesso sorpresi o insensatamente interessati alla propria biologia: sarebbe come se, raccontando me che scrivo, l'autore si soffermasse a descrivermi riflettere su come funzionano le mani e le dita, etc etc.
E' un modo ingenuo di descrivere i corpi dei personaggi al lettore.
Inoltre, qua e là, si incontrano diverse contraddizioni: è difficile, molto difficile, immaginare una società multirazziale credibile e funzionante. Non si parla di colore della pelle: si parla di dimensioni fisiche, numero di arti, numero e natura dei sensi.
La Chambers ci prova, ma ogni tanto cade in confusione o errore.
Sono errori poco importanti, non riflettono negativamente sulla storia.
C'è un'idea brillante che esemplifica il senso di questo ultimo romanzo e, più in generale, della serie.
Ogni capitolo è intitolato con il nome del suo protagonista, rappresenta la sua prospettiva e il narrato è adattato al personaggio in carica; alcuni capitoli nella parte finale della storia sono intitolati 'everyone': in questi capitoli i personaggi diversi con prospettive diverse e background diversi vengono rappresentati come un gruppo, con diversità ma impegnato e unito per intenzioni.
E' bello, ma un po' troppo scoperto e non sono apprezzativo quando la storia è subordinata al messaggio.
La serie è un rappresentazione ottimistica della fantascienza al pari di Star Trek.
Questo è il libro peggiore della serie, ma è una lettura non di meno molto gradevole e appassionante.
Non c'è un'avventura o una storia con un obbiettivo: i personaggi sono bloccati insieme per qualche giorno, poi ripartono per le rispettive vite avendo instaurato nuovi rapporti e relazioni, avendo modificato alcuni aspetti preconcetti sugli altri e se stessi.
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