Encanto: l'ultimo film Disney mi ha disgustato. Seriamente. 
La produzione ha cercato di spingersi ancora più in là sulla strada del progressismo sociale, assumendo persino una connotazione politica, ma è stata incapace di presentare le proprie idee e messaggi con coraggio, finendo per nasconderli dietro il buonismo Disney, finendo per raggiungere l'effetto opposto. 
Uhm.
E' una storia di famiglia e conflitto generazionale, e fuga dall'oppressione, in Sud America. 
Siamo in Colombia, presumibilmente stando al titolo di una delle canzoni principali, in una di quelle tante regioni nascoste di cui la Foresta Amazzonica è fitta, di quelle dove si possono trovare i dinosauri, El Dorado o un accesso a Pellucidar.
Qui abita una piccola comunità di persone fuggite dalla violenza di misteriosi raider, vivono felicemente e l'intera comunità ruota intorno a una peculiare famiglia di supereroi. 
Ogni membro della famiglia ha un super potere magico. 
La famiglia, a sua volta, gira ruota intorno alla figura della nonna. 
Il film mi ha fatto schifo, per spiegare come mai devo fare spoiler. 
Il senso ultimo di questo post è che Encanto tenta di dire alcune cose su una famiglia disfunzionale, ma l'unica cosa in cui riesce è mediocrità e offensiva superficialità. 
SPOILER SPOILER SPOILER
La nonna controlla la famiglia perché controlla la magia. 
E' letteralmente un despota. 
Vi faccio degli esempi. 
La nonna è vedova. Ha tre figli: una mostra evidenti segni di depressione e problemi emotivi che richiederebbero uno psicologo; una è così succube di sua madre da scegliere attivamente di non difendere le proprie 3 figlie dalle vessazioni a cui sono sottoposte dalla nonna (qualcuno potrebbe dire che non se ne accorge, ma c'è una scena dove la nonna insulta la nipote con la madre sullo sfondo che non parla o alza un dito); l'altro è stato cancellato: allontanato perché rifiutatosi di ubbidire alla madre, non si può parlare di lui e bisogna fingere non sia mai esistito. 
Ci sono poi i nipoti: uno è privo di qualsiasi caratterizzazione e inutile, una è trattata come una schiava e continuamente costretta a letterali lavori forzati, una viene sostanzialmente venduta in sposa a una famiglia ricca della comunità per aumentare il potere e lo status sociale, uno è il più giovane e anche lui inutile, una è così spaventata dalla situazione famigliare da sapere dove sia nascosto lo zio cacciato di casa ma non dirlo a nessuno per paura di essere anche lei allontanata, l'ultima è senza poteri e la protagonista della storia. 
A questo punto due notazioni: tutti i personaggi maschili del film sono eunuchi sottomessi alle proprie moglie e alla nonna, vigliacchi senza spina dorsale o semplicemente stupidi (c'è quello che dice solo "yes darling" e c'è quello che si fa male in continuazione); l'unico personaggio maschile 'ribelle' è stato allontanato e praticamente ucciso. 
La protagonista senza poteri è una reietta che tutti trattano con pietà o sufficienza, è una sorta di disabile a malapena sopportata e solo per dovere famigliare. 
Nel corso del film scopriamo che, tempo prima, lo zio cacciato aveva predetto che questa nipote AVREBBE POTUTO ESSERE causa della fine della magia famigliare: non una certezza, una possibilità. Esclusivamente sulla base di questa possibilità, tutti hanno deciso (nonna, sorelle, madre e padre, zie e cugini) di mentirle per tutta la sua vita e farla sentire una merda senza spiegarle perché. 
Prosegue il film, la protagonista si rende conto di tutto quanto sopra: tutti le hanno mentito, le sorelle soffrono, la nonna è una stronza. 
Glielo dice. Finalmente qualcuno tiene testa alla nonna e, conseguentemente, la magia svanisce. 
Fino a questo punto Encanto è sconvolgente, sembra di guardare uno di quei telefilm americani super edgy tipo Modern Family ma dove nessuno si rende conto di cosa stia succedendo, poi peggiora: la nonna chiede scusa alla protagonista, c'è una specie di passaggio generazionale dove la vecchia si fa finalmente da parte e lascia che sia la giovane protagonista a prendere il controllo della famiglia. 
Queste persone hanno vissuto per decine d'anni sotto il giogo di una vecchia pazza che controllava le loro vite perché ricca... eh sì, pensateci: sostituite 'soldi' a 'magia' e il quadretto è un classico. 
La vecchia generazione della famiglia che controlla i cordoni della borsa, che ha ottenuto lottando quella ricchezza, e le giovani generazioni di senza palle figli di papà che sono nati nella ricchezza e senza gli occhi della tigre dipendono in tutto e per tutto, pronti a umiliarsi in ogni modo pur di non rinunciare ai privilegi ed essere costretti a lavorare.
Arriva la ribelle che dice "dei soldi non mi faccio un cazzo e sono io la mia persona, mi vedo e sono di valore anche senza i soldi", lo mette in culo alla nonna mentre tutti gli altri guardano. 
A questo punto succedono tre cose rivoltanti: 1) la nonna chiede scusa ma anche la protagonista chiede scusa (per cosa?) e finisce in una patta assolutamente immotivata: la nonna è una stronza che ha rovinato per decenni la vita di tutti, la protagonista si è solo ribellata... e alla fine sono alla pari... stiamo scherzando? Quella stronza della nonna dovrebbe essere sbattuta in soffitta e dimenticata. 
2) Quelli che stavano a guardare, restano a guardare e adesso accolgono il nuovo leader della famiglia con la stessa demenziale energia di prima.
3) Torna la magia. Eh? Cosa? Tutto il messaggio della storia è sull'essere speciali anche senza magia perché siamo tutti speciali e tutti abbiamo una strada da seguire che non è detto sia quella stabilita dai genitori, e poi il film finisce che tutti tornano magici e sono speciali perché magici? 
Gli ultimi film Disney sono stati tutti inaspettatamente progressisti: certamente da Frozen in poi, ma anche prima, è stato evidente il cambio di parametri morali alla base delle narrazioni Disney, il passaggio dal modello della principessa da salvare a quello della giovane donna moderna che lotta per l'indipendenza. 
Encanto ha provato a fare ancora qualcosa di più: ha provato a mostrare una famiglia dove le cose non funzionano, senza ricorrere a matrigne e figliastre, e dove i vecchi non sono sempre saggi e benigni; il film, però, non ha retto al peso dei propri messaggi e li ha tutti abiurati nel finale: la conclusione è insultante e mortifica il problema sociale che aveva provato a mostrare. 
Sarebbe come fare un film su uno stupro e far finire il film con la vittima che sposa lo stupratore e vivono happily ever after.
E' violentemente aberrante. 
A questo proposito ho trovato incredibilmente significativo l'assurdo background da perseguitata della nonna: la nonna e i membri iniziali della comunità sono visti fuggire dal proprio villaggio attaccato da soldati a cavallo. 
I soldati attaccanti sono in ombra, non vengono mostrati con chiarezza. 
Cos'è? No, davvero: cos'è? Sono soldati di un governo dittatoriale che perseguita i propri cittadini per motivi politici? Sono colonizzatori europei? Cosa ci viene mostrato non ha capo né coda. 
Ci viene mostrato qualcosa che allude a qualcosa di serio e terribile, ma ci si tira indietro prima di dirlo davvero: sembra qualcuno che apre la bocca per protestare, poi sta zitto perché spaventato e decide di fare finta di niente. 
Tutto il film è così. 
Tutto lo staff coinvolto nelle posizioni chiave, regista e sceneggiatore per dire, sono circa esordienti con poca o non correlata esperienza alle spalle. 
Tutto ciò detto: a mia moglie è piaciuto, ha persino pianto, ma soffre di una patologica debolezza nei riguardi dei vecchi.