Seven Souls in the Skull Castle - Season Bird (Dojurojo no Shichinin - Tori): secondo allestimento di Dokurojo nella sua versione 2018. 
La prima e più lampante differenza è la musica... e quando dico 'musica', intendo canzoni. 
Online ho trovato dei riferimenti a questo Season Bird come alla versione musical di Dokurojo: è eccessivo. In tre ore di spettacolo ci saranno, forse, 10 canzoni da meno di 2 minuti l'una. 
C'è molta musica e ci sono le canzoni, ma chiamarlo musical è improprio: i film animati Disney non sono musical.
La seconda differenza più immediatamente riconoscibile è il tono: Season Bird è molto più marcatamente comico. I passaggi drammatici sono limitatissimi e l'unico personaggio completamente privo di momenti ridicoli è Ranbei. Addirittura, Season Bird contiene diversi momenti comici con sfondamento del quarto muro e attori che fingono (forse) di sbagliare battute e ne ridono tra loro. 
Ci sono molte differenze sceniche, anche se non tutte le scenografie sono diverse. 
Molte differenze nei costumi: Sutenosuke è in nero, in Flower era in bianco; gli Skull sono in rosso, in Flower erano in nero. 
Le differenze più intriganti sono, ovviamente, quelle di sceneggiatura: la storia è la stessa e siamo di nuovo 8 anni dopo la morte di Nobunaga, all'indomani dell'invasione del Kanto da parte delle forze Toyotomi. Season Bird dà più spazio a questo personaggio, meno a quello; insiste di più su una scena, meno su un'altra; in alcuni casi rappresenta tali e quali scene fondamentali di Flower... e su questo regista e sceneggiatore hanno giocato con genialità. 
C'è una scena che comincia identica alla corrispondente di Flower, prosegue nello stesso modo, sembra finire anche nello stesso modo... e non ci sarebbe niente di strano perché abbiamo visto altre scene andare così nel corso dello spettacolo... e invece c'è il colpo di scena pazzesco. Perfettamente ed esattamente giocato sull'aspettativa dello spettatore che ha visto anche Season Flower e viene così magistralmente ingannato. 
Cambiamo, naturalmente, gli attori: Sutenosuke è interpretato da Sadao Abe (anche cinema per lui, recentemente ha dato voce a Migi negli adattamenti live action di Parasyte).
Vorrei capire se Gekidan abbia un corpo di attori propri che fanno anche cinema, o se ci siano 'celebrità a gettone'. In Italia gli attori di teatro e quelli di cinema hanno poco a che spartire tra loro, ma qui tutti i protagonisti e molti secondari hanno carriere nel cinema e nella tv. 
In Flower ero accecato da Shun Oguri, ma qui mi sono messo a guardare e anche gli altri hanno cinema e tv in parallelo: Ranbei - Taichi Saotome dà la voce a Lio in Promare; Mirai Moriyama che fa questo Tenmao è in Samurai Marathon e tanta altra roba.
E' molto divertente osservare le differenze, a così breve distanza, tra le performance di attori così diversi negli stessi ruoli. 
Ah. Ho passato tutto l'inizio di Season Bird a cercare di individuare 'uccelli' da opporre ai 'fiori' di Season Flower. 
Ce ne sono: un paio di kimono di Tayu sono decorati con fenici o pavoni; c'è una scena comica molto simpatica con un picchio... nel frattempo, però, ho scoperto una cosa.
NOTA: ribadisco che, nonostante gli anni di indefessa fruizione, la mia conoscenza del giapponese rimane appena sopra lo zero. 
Quello che ho scoperto è "kachou fuugetsu", anche "Ka Chou Fuu Getsu": traducibile, apparentemente, con la sequenza "Flower, Bird, Wind, Moon".
Dovrebbe essere una filosofia estetica giapponese riassumibile con un "experience the beauty of nature, learn about yourself" ed è un diretto riferimento alle stagioni dell'anno. 
Leggetevi questo link, traetene le vostre considerazioni. 
Rimanendo circa in tema, devo invece capire perché la trinità dei protagonisti è riferita (nei sottotitoli inglesi) con i titoli di 'man of earth', Sutenosuke; 'man of heaven', Tenmao; 'man of mankind', Ranbei.
Non sono manco sicuro sia effettivamente così, ma è qualcosa su cui tornerò nel prossimo post. 
Due ultime: le coreografie di combattimento sono generalmente migliori. Più veloci e realistiche, meno danzate rispetto a Flower: le ho apprezzate di più.
C'è una maggiore sottolineatura dei personaggi femminili forti presenti nella storia, addirittura una delle canzoni (molto Abba) è una lode alle donne della storia e al loro ruolo nell'emancipazione femminile nel Giappone contemporaneo. Un tema femminista che è intrigante nel contesto giapponese. 
Più intrigante nel contesto giapponese, per me, di quanto lo sia quando viene sollevato in casa mia.