Amore, Morte and Rock 'n' Roll (Id, 2020): mi sarei aspettato qualcosa di meglio. Hoepli mi ha abituato a un superiore livello di saggistica. Ezio Guaitamacchi è un noto giornalista musicale italiano con innumerevoli pubblicazioni monografiche. Io è qualche mese che trascorro i martedì sera a guardare/ascoltare musica su youtube lasciandoci guidare da vaghi ricordi, conversazione e l'algoritmo di google. 
NOTA: e odiando la quantità di pubblicità che sta letteralmente soffocando youtube. Rifiuterò sempre di cedere al premium.
Conseguentemente, almeno una volta alla settimana, nuovamente molto appassionato di musica, sono andato a comprare un libro più o meno a caso. Recente.
Libro di grande formato, carta patinata, moltissime foto a colori, tanti elementi visivi. 
YEP. E' grossomodo un libro-caffè.
NOTA2: 'grossomodo' perché non è cartonato e solo i libri cartonati meritato di stare sul tavolino.
Il libro è composto da 50 schede raccolta in 5 gruppi asimmetrici per numero di entrate, ogni scheda dedicata alla morte di un celebre musicista. 
...e qui dobbiamo subito chiarire due punti. 
Il quinto gruppo è diverso dai precedenti e ogni scheda tratta la morte di due musicisti. Parleremo di questo più avanti. 
Dico 'musicisti' perché, mentre il libro promette rock 'n' roll nel titolo, nei contenuti non si parla solo di rock. C'è del blues, e va bene, ci sono anche dei rapper, e va meno bene, e c'è persino un dj, e non va bene per niente. 
Se mi prometti ROCK, voglio ROCK. Non voglio tizi da discoteca svedese. Certamente non voglio leggere di Tupac e Big.
Il titolo è mendace e fuorviante. Nessun problema se ci fosse stato scritto 'musica', ma c'è scritto 'rock' e quindi buuuuuu.
Andiamo oltre: prefazione di Ruggeri, Enrico. Lasciamo stare. Lo amo, ma non voglio vederlo o sentirlo parlare perché è insopportabile. Seconda prefazione di Pamela Des Barres: un'altra persona le cui parole non andrebbero pubblicate, o pagate.
Retroscena e misteri, ma a volte di misteri c'è poco e i retroscena sono minimi: non sono poi tanti i musicisti dannati e morti male tra ombre, l'autore è spesso costretto a raccontare assurdità complottiste senza dignità; ogni capitolo contiene riferimenti musicali molto gradevoli, non banali e in qualche modo correlati all'esperienza della vita in oggetto, e ho trovato interessante leggere e intanto ascoltare i brani citati.
Il primo gruppo è composto da morti di malattia, il secondo da morti ammazzati, il terzo di suicidi, il quarto di morti di droga e/o alcool (che però sono tutti suggeriti come possibili omicidi); il quarto gruppo è composto da morti precipitati, morti schiantati e morti affogati.
...in molti casi, l'autore suggerisce l'ipotesi che la morte ufficiale sia in realtà un omicidio perfettamente mascherato. 
La teoria che una percentuale rilevante di 50 (cause di) morti illustri sia stata insabbiata e/o abbia visto la polizia prendere gigantesche cantonate, conseguentemente lasciando killer in libertà e, spesso, pieni di successo, mi risulta poco credibile, anche un filo idiota.
L'ultimo capitolo è assurdo: l'autore accoppia 16 artisti per alcune similitudini nella morte o minimi contatti avuti durante la vita.
E' assurdo perché tutti i musicisti di cui si è parlato nei gruppi precedenti sono già stati raggruppati e accomunati dalle cause di morte e, in diversi casi, si conoscevano tra loro... quindi non si capisce la differenza con questo ultimo capitolo. Voglio dire: perché il più volte citato gruppo dei musicisti con nome iniziante per J e morti a 27 anni non sono stati anche loro inseriti qui?
Tanto valeva fare tutto il libro sui rapporti di vita e morte tra questi musicisti, sarebbe stato molto più interessante.
Questa impostazione sembra una dichiarazione di originalità da parte dell'autore, qualcosa nei termini di: "nessuno aveva mai pensato di interpretare una relazione tra questi due prima d'ora". 
La prima coppia è composta da Michael Jackson ed Elvis: su google ci sono 19 milioni e mezzo di risultati per questa ricerca.
Il libro è pure scritto in modo poco piacevole: stucchevole, romanzato da tabloid, pieno di illazioni senza fonti. 
Si legge, non è terribile: molte circostanze di morti famose sono, beh, famose. In altri casi, si trova qualche informazione scabrosa che potrebbe risultare interessante. 
Non so bene cosa mi aspettassi, non posso certo dire che l'autore abbia tradito le mie attese (a parte il discorso sul rock), ma certamente avrei desiderato un saggio più ricercato e serio.