The Battleship Island: è passato un pochetto più di un mese, ma siamo finalmente andati attorno a guardare il secondo film della serie 'schifiamo gli odiati giapponesi' che avevo sul hdd.
Dopo The Eight Hundred con i cinesi eroici contro i mostri giapponesi, ecco The Battleship Island con i coreani eroici contro i mostri giapponesi.
I giapponesi non si sono fatti degli amici durante la seconda guerra mondiale.
Film del 2017. Basato su una storia vera.
La Battleship Island sarebbe Hashima Island (che è come dire il Monte Fujiyama o il cane Shibainu): oggi patrimonio dell'UNESCO con tutta un'allegra controversia politica addosso che mostra chiaramente quanto siano ancora tesi e decisamente poco risolti i rapporti tra giapponesi e coreani, allora una specie di incrocio tra Alcatraz e Auschwitz.
A noi interessa allora.
Siamo sul finire della Seconda Guerra Mondiale, i giapponesi sentono puzza di sconfitta e vanno tutti collettivamente in hyper esasperando una situazione già violentemente tragica. Poco al largo della costa di Nagasaki, c'è quest'isola che veniva usata come base per la trivellazione sottomarina del carbone: una miniera. Una miniera che, durante la seconda guerra mondiale, veniva soprattutto servita da forza lavoro coreana e cinese (ma qui ci interessano solo i coreani): lavoro forzato in condizioni di abuso e violenza storicamente confermate, espressivamente e drammaticamente rappresentate nel film.
Film di guerra contro i giapponesi se ne trovano un tanto al chilo, vanno per la maggiore in Asia dove, si sa, il rancore è uno stile di vita. Questo è, però, il primo film che al mio occhio occidentale ricorda in modo così esplicito le nostre pellicole contro i tedeschi.
C'è tutto un immaginario condiviso di barche come treni, collaborazionisti, prigionieri musicisti che intrattengono gli ufficiali, il padre con la bambina, i trucchi burocratici per fingere che il lavoro fosse ricompensato come tale...
Il cast comprende alcuni attori di grande fama: (è un film corale ma) Hwang Jung-min ha il ruolo da protagonista principale, anche questo molto occidentale come impostazione, un musicista canaglia con la parlantina e una figlia a carico; So Ji-sub è un leader malavitoso; Song Joong-ki è un agente speciale infiltratosi nella prigione per liberare un vip.
La prospettiva dei giapponesi è poco importante: sono mostri senza cuore o scrupoli, schiavisti e pedofili, puttanieri torturatori, violenti con donne e bambini, approfittatori corrotti, traditori di tutti e persino della propria patria, disposti e disponibili a commettere qualsiasi delitto.
In questo senso, i coreani ci vanno ancora più pesanti dei cinesi nella rappresentazione dei crimini di guerra giapponesi: The Battleship Island è polemico anche nei suoi titoli di coda, dove ricorda senza mezzi termini bugie e menzogne e mancanza di accettazione di responsabilità del Giappone ancora oggi.
Ultimamente abbiamo visto diversi di questi film: se dovessi dare la mia interpretazione della politica internazionale contemporanea nel Sud Est dell'Asia, direi prossimi alla guerra totale con finalità di sterminio.
In questo senso, The Battleship Island è molto diverso da The Eight Hundred: qui l'aspetto di propaganda politica a favore dello stato produttore (del film) è decisamente inferiore all'intenzione di denunciare e disprezzare il nemico. I cinesi preferiscono parlare bene di sé, i coreani preferiscono umiliare il nemico.
E' un gran bel film, fatto bene con ricchezza di mezzi, pathos e ottime interpretazioni.
SPOILER SPOILER SPOILER
Sopravvivono la bambina e il soldato, tutti gli altri personaggi principali muoiono.

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