Death to 2020: noi l'abbiamo trovato molto divertente. Leggo molte critiche negative online, ma secondo noi è stato proprio spassoso: siamo, lo ammetto, molto probabilmente al centro del pubblico di riferimento per un prodotto del genere. 
E' un mockumentary comico prodotto da Netflix e gli amici di Black Mirror, dove una serie di personaggi rappresentativi della società americana e inglese sono intervistati a proposito del 2020, e dei fatti accaduti nel mondo, ma specialmente in USA e UK.
Il film unisce interviste a personaggi fittizi e satirici, a spezzoni tratti dai media con interviste a persone vere... Trump, Biden e Boris Johnson principalmente. Un po' di Giuliani. 
Samuel Jackson è un giornalista di New York, Hugh Grant uno storico che fatica a distinguere tra realtà e show televisivi, Lisa Kudrow è la somma di tutte le spokesperson di Trump, Leslie Jones è una psicologa che odia tutti; poi ci sono un rappresentate di Big Tech, un influencer, una 'karen' suprematista bianca, la regina Elisabetta, uno scienziato, una persona media che, come Grant, fatica a distinguere tra realtà e show televisivi.
E' bizzarro guardarlo oggi perché è stato rilasciato il 27 Dicembre e finisce con un messaggio di speranza per l'imminente, allora, uscita di scena di Trump; ma guardarlo dopo i fatti della scorsa settimana è straniante. 
Sembra di guardare un lungo episodio di uno spettacolo di Jon Stewart, giornalismo comico.
Noi abbiamo riso, ma è facile quando si prendono in giro Trump e Johnson. 
Penso che le critiche siano state dettate soprattutto da aspettative troppo elevate: c'è stato molto disappointment da chi, forse, si aspettava lo spettacolo comico dell'anno, satira smart e profonde riflessioni socio-politiche, e si è invece ritrovato facili (ma non per questo poco divertenti) battute su Trump, Johnson, i fascisti americani, gli idioti comuni inglesi e, in pratica, tutti quelli che hanno votato per Trump e la Brexit.