L'Isola dei Senza Memoria (Hisoyaka na Kesshō, 1994): innanzitutto devo smetterla di comprare romanzi di scrittrici giapponesi. Le nostre librerie ne sono per qualche motivo sature: continuo a leggerli e a trovarli manchevoli.
Yoko Ogawa è una famosa scrittrice giapponese, questo non è il suo primo romanzo tradotto in italiano, molti suoi romanzi sono tradotti all'estero. 
L'Isola dei Senza Memoria è uno dei suoi primi romanzi ma solo recentemente ha iniziato a essere tradotto all'estero, probabilmente per la carenza di materiale nuovo da offrire ai suoi fan internazionali. 
E' importante notare come questo libro sia originariamente vecchio di quasi 25 anni, altrimenti si potrebbe avere un'idea un po' falsata del suo contesto letterario: è una storia di speculative fiction sulla falsa riga di 1984, ovviamente, ma ancora più di Fahrenheit 451.
Un tipo di fantascienza andato fuori corso da diverso tempo in occidente. 
C'è un'isola dove vivono persone normali in una società normale. 
Dormono, mangiano, lavorano, amano e tutto il resto.
Su quest'isola, però, accade di tanto in tanto un fenomeno misterioso: dall'oggi al domani, tutti gli abitanti dimenticano qualcosa. Tutti la stessa cosa. 
Un giorno ti alzi e non ricordi più cosa siano i telefonini, i tuoi vicini non ricordano più cosa siano i telefonini: tutti quanti vi trovate in mano un oggetto che non sapete più cosa sia, come funzioni o a cosa serva. Non sapete più manco dargli un nome. 
...ed ecco intervenire la Memory Police (mi piace il nome inglese): la Memory Police si occupa di perquisire tutto e tutti per assicurarsi che ogni cosa dimenticata venga anche distrutta. 
Ci sono persone che non dimenticano, un minuscola percentuale. 
Queste persone sono perseguitate. E' assolutamente vietato non dimenticare, assolutamente proibito ricordare o mantenere il possesso di qualcosa di dimenticato. 
La maggior parte delle persone accetta lo status quo e vive serenamente, la nostra protagonista e il suo gruppo di conoscenze più intime, invece, cerca di opporsi e salvare alcuni degli oggetti o delle persone. 
'Opporsi' è un termine un po' forte: non sono ribelli come quelli di Bradbury. 
La nostra protagonista è una che dimentica, ma decide di salvare una sua persona cara che è uno di quelli che non dimentica: lo nasconde in casa tipo ebrei con i nazisti. 
La protagonista è una scrittrice. In modo sporadico all'interno del suo libro, la Ogawa inserisce anche capitoli tratti dal libro scritto dalla protagonista: in questo libro nel libro, la protagonista della protagonista vive una situazione ribaltata rispetto ai personaggi della Ogawa... uhm, sì. Chiaro? 
E' uno strumento narrativo simpatico, ma un po' vuoto. 
Mi è piaciuto abbastanza ma non mi ha soddisfatto, temo di non avere la sensibilità corretta per comprendere, aldilà dell'espediente narrativo, il suo senso emotivo. 
SPOILER SPOILER SPOILER
Alla fine la popolazione dell'isola comincia a dimenticare parti del proprio corpo e alla fine dimenticare se stessi.
Più interessante la storia del libro nel libro e la situazione ribaltata a cui accennavo sopra, qualche esempio: la Protagonista perde per ultima la voce, la protagonista perde per prima la voce; la Protagonista tiene prigioniero un uomo, la protagonista è tenuta prigioniera da un uomo... etc etc.