Donne, Madonne, Mercanti e Cavalieri (Id, 2013): visto che non compro mai i libri singolarmente, accoppiato a Paure Medievali della Frugoni ho comprato anche questo. E' di un collega professore insegnante di Storia Medievale, co-autore di diversi testi con la Frugoni... è un po' più giovane della Frugoni, ma è anche quasi una personalità televisiva, quindi non mi azzardo a ipotizzare il rapporto di forza accademica/editoriale tra loro.
Alessandro Barbero.
E' anche vincitore, e qui cominciano le differenze con la Frugoni, di uno Strega. 
Questo è un tipo di saggio molto diverso da quello della Frugoni, si parla di argomenti connessi e simili ma lo stile è più moderno e divulgativo: poche note, poche citazioni, molto racconto, linguaggio non accademico. 
Soprattutto è diverso lo spirito, nel senso dell'umorismo: quello della Frugoni erano tentativi, qui in Barbero c'è vera comicità.
...però il paragone tra i due libri è fondamentalmente scorretto. 
Non completamente scorretto: ribadisco l'impossibilità di negare il tentativo trendy e pop di pubblicare un libro sulle epidemie nel medioevo quest'anno, ma il libro della Frugoni è un saggio di storia medievale, mentre questo di Barbero è la 'trascrizione' di lezioni tenute durante il Festival della Mente di Sarzana tra il 2011 e il 2012.
Sono due prodotti diversi. Dovrei come minimo leggere uno dei testi più accademici di Barbero prima di spingermi a commentare così severamente sul loro stile, ma tant'è.
Centoventi pagine circa, sei storie di vite esemplari: non nel senso di vite da prendere a esempio, ma di esempi di vita nel Medioevo. 
Parliamo di Basso Medioevo, quasi tutti personaggi vissuti tra il 1200 e il 1300.
Tre uomini rappresentativi di tre professioni/categorie, tre donne eccezionali... anche gli uomini hanno un che di eccezionale, ma le donne di più: società medievale è difficile emergere come donne, queste ci sono riuscite. Non è possibile prenderla a esempio di categorie comuni di donne medievali, possono solo essere additate proprio per la loro straordinarietà.
Ad accomunare 5 dei 6 personaggi chiamati dall'autore c'è la scrittura: la società medievale è simile a quella classica, non c'è informazione con la 'I' maiuscola, quindi per tramandare fatti o far conoscere verità/opinioni, tutti si improvvisano cronisti-storiografi. La terza delle donne chiamate in causa non ha scritto di per sé, ma rimangono la sua rimane una delle vite più note e ricercate del suo tempo. 
Ogni uomo poteva scrivere una memoria o una (hi)storia, ma trovare due donne in grado di farlo (a cui fosse permesso farlo) è molto più che fuori dal comune.
Rappresentante dei frati, Salimbene da Parma: ex-nobile fattosi franscecano, esempio di elite culturale del tempo, si parla di cortesia (in senso cavalleresco), di vino e cibo, di curiosità. Molto poco di religione e non è un caso.
Rappresentante dei mercanti, Dino Compagni di Firenze: uomo fattosi da solo, rapporto tra popolo e nobili, politica, fazioni, governo e violenza. Si parla di città medievali.
Jean de Joinville è un cavaliere d'alto rango, un crociato e amico di re: qui si parla di religione e religiosità quotidiana (e la decisione di usare il cavaliere per parlare di religione e il frate per parlare di nobiltà è particolarmente arguto da parte dell'autore), ma anche di nuovo di cortesia e principi cavallereschi, di lotta di classe.
Le donne del libro sono Santa Caterina da Siena, Cristina da Pizzano e Giovanna d'Arco.
La prima è la donna più famosa del '300: una mistica riconosciuta santa in vita che esercitava una forma di potere mediatico che oggi assoceremmo a influencer o celebrità hollywoodiane. Scrittrice di lettere, temuta e ascoltata da re e papi.
Cristina da Pizzano è un personaggio poco noto in Italia, molto famoso in Francia: è la prima scrittrice professionista della storia. Figlia di intellettuali, rimane vedova e comincia a scrivere: gli uomini potenti del tempo trovano esilarante che una donna sappia scrivere, e lo faccia persino bene, così diventa famosa e le commissionano libri su qualsiasi argomento. Passa il tempo e diventa di fatto un'autorità su qualsiasi materia e una delle prime femministe.
Giovanna d'Arco era analfabeta, ma di lei rimangono gli atti dei due processi a cui fu sottoposta (una in vita, l'altro da morta): la famosa contadinella visionaria che ha messo fine alla guerra dei 100 anni. L'ho studiata, ma ricordo di più il film (i film?). Santa dopo.
Sono brevi ritratti e sono guidati per offrire una panoramica uniforme e coordinata del Medioevo. 
Lo stile di Barbero è rapido, puntuale, divertente. Sportivo. Non offre troppe (nessuna) fonte per le sue dichiarazioni e affermazioni sulla vita nel Medioevo: riporta e commenta quanto scritto dai personaggi interessati e supporta le tesi con la propria autorità accademica, e basta. 
Ha scritto una caterva di libri: ne ho già messi in lista diversi, compreso il romanzo vincitore dello Strega. 
NOTA: non volevo scriverlo ma lo penso, quindi lo farò. Barbero mi ricorda la Roach.