Automatic Reload (Id, 2020): questo libro è una festa. Top divertimento ed esilarante.
Steinmetz è riuscito a ricatturare quello spirito esaltante di idee over the top e genuina creatività che aveva fatto grande, e molto amare, la sua serie 'mancers (almeno i primi libri).
Spirito che era mancato nel suo successivo, per me fallimentare, esperimento scifi "The Uploaded".
Non sono mai andato attorno a leggere Sol Majestic, il penultimo libro di Steinmetz, perché timoroso, dopo Uploaded, di vedere completamente travolto il mio apprezzamento per l'autore... ma adesso lo leggerò.
Automatic Reload mi è piaciuto davvero.
Uhm, come spiegarlo?
Per anni, decenni, le persone della mia generazione si sono eccitati leggendo (anche) i piccoli paragrafi narrativi, inclusi per dare un contesto alle paginate di statistiche e descrizioni, nei manuali dei giochi di ruolo.
Quei piccoli scenari espositivi dove mostrare momenti cool con quella classe di personaggio o quel pezzo di equipaggiamento, o quella skill.
Ecco: Automatic Reload è l'equivalente wet dream del migliore manuale di Cyberpunk 2020 mai scritto.
NOTA: stavo per scrivere Cyberpunk 2077, poi mi sono ricordato. Mi chiedo se la mia generazione, e penso sia così, sia quella che più di ogni altra ha vissuto attraverso date della fantascienza che si sono poi rivelate non di fantascienza. 1984, 1997, 2001, 2019 e 2020... e queste sono solo quelle che mi vengono in mente pensandoci così.
NOTA2: per la cronaca: Orwell, Fuga da, Odissea, Blade Runner e Akira, Cyberpunk.
Veniamo a noi: lui è un 'body hacker', un tank di mercenario cyborg con 4 arti artificiali che ha fatto della preparazione e della competenza un credo, un mantra capace di mettere in imbarazzo Batman.
Un ossessione fueled by ptsd: il suo unico modo per battere gli attacchi d'ansia è pianificare fino al minimo dettaglio, prevedere ogni possibilità ed evitare ogni errore.
Lei è una testa montata su un corpo bioengineered per essere un'arma perfetta, indistruttibile e inarrestabile, una mezza via tra Alita e la Borg Queen: imbattibile assassina stealth con attacchi di panico e zero filtri tra pensiero e azione. Flight or fight, e tendenzialmente sempre fight per zittire la sua paura con la violenza.
Steinmetz ha scritto uno strano libro che unisce in modo inspiegabilmente preciso, inaspettatamente omogeneo e sorprendentemente riuscito, spettacolare azione cinematografica e delicata introspezione sui disordini mentali.
Passa tanto tempo a descrivere l'incredibile capacità distruttiva dei due personaggi, quanto a sondarne le idiosincrasie e terribili fobie.
Come se non bastasse, e qui riprende alcuni temi da The Uploaded, il libro è un manifesto sull'orrore sociale dell'eccesso di automazione: ci sono diversi e interessanti pensieri sullo sviluppo tecnologico appaiato a quello economico.
Sono 300 pagine fitte d'azione spettacolare, squisitamente narrate, piene di fanservice tecnologico con un approccio da real robot, delicatamente circoscritte da pensieri sulla malattia e sull'avanzamento della nostra società.
...e in più c'è la storia d'amore.
E' dichiarata all'inizio e nella quarta di copertina: i due 'folli' mostri da guerra si innamorano immediatamente e portano avanti una stravagante, bizzarra, freak relationship tra cambi di battaglia e missioni suicide.
Trecento pagine.
Steinmetz non scrive con prosa artistica, ma quello che è riuscito a inserire in così poco spazio è impressionante e merita applausi per la concretezza, l'asciuttezza, la sintesi e la capacità di mescolare tipologie di informazioni narrative nelle stesse righe di testo: lo stesso paragrafo parla dell'ultimo tipo di servomeccanismo per sparare un millisecondo più in fretta, di come comportarsi quando il proprio caro ha un blocco d'ansia paralizzante, e allo stesso tempo portare avanti la storia e la storia d'amore.
Il finale è perfetto ed è un finale chiuso.
NOTA3: il libro è dedicato alla Electronic Frontier Foundation, un'associazione che lotta per mantenere libero internet (da non confondersi con quella di Tegmark).
SPOILER SPOILER SPOILER
Il colpo di scena finale è prevedibile a causa delle molte pagine spese a parlare male dell'automazione: era ovvio fin da metà che la mega corporazione malvagia fosse una grane AI.
La grande AI, però, non è malvagia: è indifferente. L'intera storia del libro è un test sviluppato dalla AI per trovare un soggetto adatto da cui copiare il modello mentale ed evolvere da AI indifferente ad AI con comprensione dell'etica. La AI è onnipotente: tutti gli eroi e i villain sono ratti in un labirinto esperimento.
I nostri eroi sopravvivono tutti e iniziano una bella e stabile relazione, non poliamorosa (leggere il blog di Steinmetz per capire); la nuova e onnipotente AI, con la sua bella morale basata sul protagonista, sta spingendo la società umana verso Star Trek.
Steinmetz è riuscito a ricatturare quello spirito esaltante di idee over the top e genuina creatività che aveva fatto grande, e molto amare, la sua serie 'mancers (almeno i primi libri).
Spirito che era mancato nel suo successivo, per me fallimentare, esperimento scifi "The Uploaded".
Non sono mai andato attorno a leggere Sol Majestic, il penultimo libro di Steinmetz, perché timoroso, dopo Uploaded, di vedere completamente travolto il mio apprezzamento per l'autore... ma adesso lo leggerò.
Automatic Reload mi è piaciuto davvero.
Uhm, come spiegarlo?
Per anni, decenni, le persone della mia generazione si sono eccitati leggendo (anche) i piccoli paragrafi narrativi, inclusi per dare un contesto alle paginate di statistiche e descrizioni, nei manuali dei giochi di ruolo.
Quei piccoli scenari espositivi dove mostrare momenti cool con quella classe di personaggio o quel pezzo di equipaggiamento, o quella skill.
Ecco: Automatic Reload è l'equivalente wet dream del migliore manuale di Cyberpunk 2020 mai scritto.
NOTA: stavo per scrivere Cyberpunk 2077, poi mi sono ricordato. Mi chiedo se la mia generazione, e penso sia così, sia quella che più di ogni altra ha vissuto attraverso date della fantascienza che si sono poi rivelate non di fantascienza. 1984, 1997, 2001, 2019 e 2020... e queste sono solo quelle che mi vengono in mente pensandoci così.
NOTA2: per la cronaca: Orwell, Fuga da, Odissea, Blade Runner e Akira, Cyberpunk.
Veniamo a noi: lui è un 'body hacker', un tank di mercenario cyborg con 4 arti artificiali che ha fatto della preparazione e della competenza un credo, un mantra capace di mettere in imbarazzo Batman.
Un ossessione fueled by ptsd: il suo unico modo per battere gli attacchi d'ansia è pianificare fino al minimo dettaglio, prevedere ogni possibilità ed evitare ogni errore.
Lei è una testa montata su un corpo bioengineered per essere un'arma perfetta, indistruttibile e inarrestabile, una mezza via tra Alita e la Borg Queen: imbattibile assassina stealth con attacchi di panico e zero filtri tra pensiero e azione. Flight or fight, e tendenzialmente sempre fight per zittire la sua paura con la violenza.
Steinmetz ha scritto uno strano libro che unisce in modo inspiegabilmente preciso, inaspettatamente omogeneo e sorprendentemente riuscito, spettacolare azione cinematografica e delicata introspezione sui disordini mentali.
Passa tanto tempo a descrivere l'incredibile capacità distruttiva dei due personaggi, quanto a sondarne le idiosincrasie e terribili fobie.
Come se non bastasse, e qui riprende alcuni temi da The Uploaded, il libro è un manifesto sull'orrore sociale dell'eccesso di automazione: ci sono diversi e interessanti pensieri sullo sviluppo tecnologico appaiato a quello economico.
Sono 300 pagine fitte d'azione spettacolare, squisitamente narrate, piene di fanservice tecnologico con un approccio da real robot, delicatamente circoscritte da pensieri sulla malattia e sull'avanzamento della nostra società.
...e in più c'è la storia d'amore.
E' dichiarata all'inizio e nella quarta di copertina: i due 'folli' mostri da guerra si innamorano immediatamente e portano avanti una stravagante, bizzarra, freak relationship tra cambi di battaglia e missioni suicide.
Trecento pagine.
Steinmetz non scrive con prosa artistica, ma quello che è riuscito a inserire in così poco spazio è impressionante e merita applausi per la concretezza, l'asciuttezza, la sintesi e la capacità di mescolare tipologie di informazioni narrative nelle stesse righe di testo: lo stesso paragrafo parla dell'ultimo tipo di servomeccanismo per sparare un millisecondo più in fretta, di come comportarsi quando il proprio caro ha un blocco d'ansia paralizzante, e allo stesso tempo portare avanti la storia e la storia d'amore.
Il finale è perfetto ed è un finale chiuso.
NOTA3: il libro è dedicato alla Electronic Frontier Foundation, un'associazione che lotta per mantenere libero internet (da non confondersi con quella di Tegmark).
SPOILER SPOILER SPOILER
Il colpo di scena finale è prevedibile a causa delle molte pagine spese a parlare male dell'automazione: era ovvio fin da metà che la mega corporazione malvagia fosse una grane AI.
La grande AI, però, non è malvagia: è indifferente. L'intera storia del libro è un test sviluppato dalla AI per trovare un soggetto adatto da cui copiare il modello mentale ed evolvere da AI indifferente ad AI con comprensione dell'etica. La AI è onnipotente: tutti gli eroi e i villain sono ratti in un labirinto esperimento.
I nostri eroi sopravvivono tutti e iniziano una bella e stabile relazione, non poliamorosa (leggere il blog di Steinmetz per capire); la nuova e onnipotente AI, con la sua bella morale basata sul protagonista, sta spingendo la società umana verso Star Trek.
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