Bloodshot: un altro esempio di film uscito al cinema e poi immediatamente in digitale a causa del Virus.
Adattamento dell'omonimo comics di Valiant con Vin Diesel, diretto da un esordiente con un passato nell'industria dei videogiochi e degli effetti speciali.
Questo film è due cose: è il primo in quello che dovrebbe essere un nuovo universo cinematografico condiviso basato sui fumetti di Valiant, prodotto da Sony; è il John Wick di Vin Diesel.
Ricordo il personaggio dalla prima vita di Valiant in quei gloriosi anni di editori indipendenti, e lessi qualcosa durante uno dei più recenti rilanci: un incrocio tra il Punitore, Wolverine, Robocop e il T-1000... e Chuck.
Bloodshot è un soldato incredibilmente capace che muore e viene resuscitato da un private contractor: il suo sangue è un brulichio di nanomacchine che lo rendono praticamente immortale, capace di interfacciarsi con la tecnologia, più forte del normale.
Le somiglianze con Wolverine non finiscono al fattore di guarigione: come Wolverine, anche Bloodshot ha grossi problemi di memoria, è stato manipolato da persone malvagie per farne un killer inarrestabile... bla bla.
Il film è nettamente diviso in due parti: la prima è molto interessante e stabilisce il personaggio e le sue circostanze in modi assolutamente intriganti, la seconda è una power fantasy supereroica che manda tutto un po' in merda ma resta ampiamente godibile.
Si guarda ed è divertente. In teoria ci saranno dei seguiti.
Gli attori sono il punto dolente di tutto il film: a partire da Vin Diesel, zero sforzo e una semplice riedizione del suo Toretto famiglia e vendetta, a seguire gli altri. Ridicoli e poco impegnati.
Guy Pearce è al minimo sindacale, la messicana è imbarazzante (e proviene da Fast and Furious).