Hunchback (Hanchibakku, 2023): lol al titolo originale. 
Novella giapponese, debutto dell'autrice Saou Ichikawa. 
Libro clamoroso in terra patria con tanto di scandalo popolare e discussione a livello governativo, non saprei dire il livello di serietà o eventuale conseguenza. 
Si parla di disabilità in Giappone. Si parla di disabilità ed esigenze/desiderio sessuale dei disabili in Giappone. 
La protagonista, chiara incarnazione dell'autrice, è afflitta da una drammatica condizione genetica che la costringe a sedia a rotelle, respiratore e vari altri apparati di assistenza; vive in una group care facility, che non è una casa di cura, ma è una specie di piccolo complesso residenziale dedicato e condiviso da persone con disabilità e i loro caregivers. 
La protagonista passa il suo tempo scrivendo e pubblicando vari contenuti pornografici; lamentando, inoltre, provocatoriamente, il desiderio di fare sesso e restare incinta per poter abortire: vivere, quindi, l'esperienza di una donna sana. 
Il Giappone, come probabilmente sarete in grado di immaginare, è un paese particolarmente intollerante verso le disabilità fisiche, è un paese che promuove e loda l'uniformità, la normalità e l'abilità fisica.
E' un romanzo breve, quindi non aspettatevi chissà quale cogente disanima e critica alle politiche sociali giapponesi; l'autrice punta a una rappresentazione più cruda e rabbiosa, meno logica e più cocente.
Incidentalmente, questo libro mi ha portato alla sofferta decisione di smettere per sempre di acquistare romanzi (almeno) giapponesi in traduzione italiana. Aldilà dell'insopportabile fastidio e mancanza di trasparenza quando gli editori italiani pubblicano traduzioni di romanzi stranieri passando attraverso edizioni intermedie, anche quando traducono onestamente dall'originale la qualità è manchevole. 
Certamente esiste un aspetto rilevante incarnato dalla dimensione dell'editore coinvolto: Hunchback è pubblicato da Penguin Random House, è molto probabile che piccoli editori possano avere pessime traduzioni ugualmente a quelle italiane, ma le mie recenti esperienze con traduzioni italiane di romanzi giapponesi sono state pessime. 
Leggo Hunchback in inglese e sento trattarsi di letteratura, 'letteratura' con la 'L' minuscola: sto leggendo parole di un autore pubblicato, non necessariamente un vate, ma certamente l'opera di un professionista; quando leggo l'italiano di Kawaguchi o Aoyama, mi sembra di tornare a scuola alle versioni di greco: Plutarco, Luciano, Platone... tutti tradotti allo stesso modo senza la minima differenza di stile.
Tutto ciò detto.
Hunchback non è granché: è tanto breve che leggerlo non può lasciare una cattiva impressione, ma è un po' troppo specifico del Giappone per risultare interessante ai non appassionati. 
Ah, l'ho scoperta nella longlist dei Booker 2025 ed è molto migliore del libro giapponese passato in shortlist.
SPOILER SPOILER SPOILER
Il finale è molto intrigante, molto ambiguo. Ho cercato spiegazioni online, non ho trovato credibili opinioni e illuminazioni: nel finale, la voce narrante diventa quella di un altro personaggio e questo personaggio sta scrivendo una storia che sembra la stessa vissuta dalla protagonista del resto del libro, e in questa storia la protagonista viene uccisa dal caregiver con cui aveva tentato di fare sesso per restare incinta (per abortire). 
Alla fine del libro, quindi, non sappiamo se trattarsi tutto di una fantasia o meno.