Warfare: l'ultimo in una lunga serie di film militari americani dedicati al 'nuovo' modo di fare guerra. Ambientazione mediorientale, combattimento urbano, rappresentazione realistica e focus sulle azioni di piccole unità impegnate in scontro di scarsa rilevanza.
Regista esordiente con una partecipazione ad Act of Valor, coadiuvato dall'autore Alex Garland.
E' un buon film: un gruppo di seal viene mostrato prendere il controllo di una casa in una città irachena, la popolazione locale non è contenta e in poco tempo la squadra viene accerchiata e attaccata.
Uhm.
La sceneggiatura di questo film è stata scritta basandosi sulle testimonianze dei soldati sopravvissuti; quanto rappresentato nel film è parte di un'operazione più ampia coinvolgente altri soldati in giro per la città, quindi c'è qualcosa di più rispetto a quanto mostrato: allo stesso tempo, però, è impossibile non riflettere sulla stupidità del piano.
I soldati mostrano la straordinaria qualità tattica e la competenza del loro addestramento, mentre tradiscono l'idiozia della strategia che li ha visti porsi in pericolo, trovarsi in pericolo e a malapena sopravvivere.
Mia moglie l'avrebbe trovato molto noioso: comunicazione gergale, lunga attesa prima del combattimento, dinamiche interpersonali tra commilitoni; il combattimento vero e proprio, poi, è esattamente come da promesse: realistico, niente John Wick, un sacco di persone che si sparano addosso senza mirare, cercando di stare dietro copertura, piene di paura, persino rintronate dalla realtà della morte imminente.
C'è molta insistenza sulla comunicazione non verbale, specialmente quella basata sul contatto: i soldati sono mostrati toccarsi continuamente, camminare addosso agli altri, supportarsi fisicamente, appoggiarsi e compattarsi. E' interessante, non lo direi divertente.
SPOILER SPOILER SPOILER
Sopravvivono tutti.
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