Someone You Can Build a Nest In (Id, 2024): primo romanzo per il celebre autore di storie brevi John Wiswell. 
Non fatevi distrarre o allontanare dalla, sfortunatamente, trendy/banale descrizione di 'favola dark' con storia d'amore lgbt spacciata dal marketing: è un ottimo romanzo, molto divertente e con una profonda, appassionante rappresentazione dell'innamoramento. 
Tutto ciò detto: è effettivamente un favola dark lgbt. Chiaro modello d'ispirazione in T. Kingfisher, volendo qualche spolverata di Muir (ma non davvero). 
La nostra protagonista è un changeling, shapeshifter, chiamatelo come volete (anche Odo): è un mostro che può cambiare forma a volontà, ha una dieta a base di esseri umani ed è considerato il terrore del posto dov'è ambientata la storia. 
Questo non è un romance, quindi il nostro mostro non è una bellissima donna che può cambiare forma a volontà: il suo aspetto originale è una pozza di slime, quando decide di assumere una forma è più spesso qualcosa nello stile di The Thing (Carpenter, non Marvel) o Carrion. 
Tentacoli, orifizi e generale orrore. 
Un giorno incontra una donna e si innamora. 
Senza scendere nei dettagli, la donna è lì per dare la caccia al mostro e distruggerlo. 
La prima parte della storia è una buffa commedia degli equivoci con il mostro che finge di unirsi alla caccia al mostro; la seconda parte è decisamente più drammatica e diventa una sorta di tragedia familiare con al centro il nascente rapporto amoroso tra il mostro sotto mentite spoglie e la cacciatrice di mostri. 
Nei ringraziamenti, Wiswell racconta un poco della propria vita alludendo a difficoltà fisiche e problemi di salute: ricorrente nella storia è il tema della disabilità e dei connessi ostacoli alla socializzazione e sviluppo di relazioni; il mostro è chiaramente metaforico, fortunatamente non banalmente, e il suo imparare a muoversi nella società e nei rapporti umani è straordinariamente avvincente e confortante, consolante. 
Non è un romanzo perfetto: il racconto dei traumi dovuti alla famiglia è troppo melodrammatico; il finale (che non è il vero finale) è in parte insoddisfacente con una risoluzione troppo semplice più concentrata sugli aspetti catartici e psicologici, che la qualità narrativa.
Probabilmente, l'inesperienza con la forma narrativa più lunga di un romanzo, rispetto alla sua evidente qualità con le storie brevi, ha causato insufficiente organizzazione e struttura del racconto; inoltre, mentre una storia breve può essere interamente un'allegoria o metafora, il romanzo abbisogna anche di spessore nel suo livello superficiale della storia. 
In ogni caso, ottimo romanzo d'esordio: autore da seguire. 
SPOILER SPOILER SPOILER
Uhm. 
La madre della cacciatrice di mostri è in realtà un mostro e la madre del mostro protagonista; dà la caccia al mostro perché il loro ciclo vitale è cannibalistico, per dirla in breve. 
La cacciatrice e il mostro uccidono tutta la famiglia di lei, che sono umani ma mostri dentro; il mostro mette al mondo un offspring, riassumo, e nel lungo epilogo, che è il vero finale della storia perché il vero soggetto della storia è innamorarsi e mettere su famiglia (come chiaramente indicato dal titolo) i tre, tra varie difficoltà, formano una famiglia felice.