Officer Black Belt: il nuovo film coreano di Netflix. Regia di Jason Kim/Kim Ju-hwan, già Divine Fury e già per Netflix con una serie "Bloodhounds". 
Protagonista Kim Woo-bin. 
Siamo nell'eccitante mondo degli Agenti di Sorveglianza per la Libertà Vigilata, che mi risulta essere il titolo ufficiale italiano per i Probation and Parole Officer: quei poliziotti (poliziotti? Non mi è chiaro) che si occupano di vigilare sul rispetto delle condizioni imposte agli ex-galeotti al loro rientro nella società. 
Kim Woo-bin è un giovane di grande successo in ogni sua attività: gioca a un gioco? Diventa un campione. Decide di imparare le arti marziali? Diventa un campione. 
E' annoiato e senza stimoli. Un giorno succede qualcosa e diventa temporaneamente assistente di uno dei suddetti probation officer. 
La sua vita cambia. 
Scopre la soddisfazione di aiutare gli altri (e di pestare legalmente persone malvagie). 
Come molti film del genere, comincia con toni di commedia e poi svolta sul dramma intenso; i combattimenti sono mediocri, circa realistici nel funzionamento, ma è chiara l'assenza di una coreografia specializzata: non sono spettacolari, non sono avvincenti. 
Probabilmente è il motivo che l'ha fatto piacere di più a mia moglie: ci sono molte scene d'azione, ma sono mal fatte e il grosso del film è concentrato sul viaggio morale e spirituale del giovane da fancazzista a membro altamente produttivo della società.