Eurovision! (Id, 2017*): "A History of Modern Europe through the World's Greatest Song Contest".
La prima edizione è del 2017, update nel 2020 e nel 2022. 
Ogni anno penso di scrivere un post sull'Eurovision con lo stesso spirito di quando ne scrivevo su mostre/spettacoli dal vivo (quando ancora i miei cani sapevano stare da soli); quest'anno, in particolare, forte delle mie spettacolari vittorie al Fantasanremo e Fantaeurovision, essendo quindi Campione Mondiale di Musica, sentivo di avere ulteriore motivazione: sfortunatamente, l'Eurovision 2024 mi avrebbe soprattutto costretto a parlare di polemiche, quindi ho desistito. 
Adesso parliamo di un libro. 
L'autore è Chris West, eclettico scrittore britannico la cui produzione spazia dalla fiction alla non fiction su qualsiasi tema gli capiti per la mente. 
Eurovision! è diviso in parti, una per ogni decade dall'inizio della competizione nel 1956 all'ultimo update del libro; ogni parte è divisa in capitoli, ogni capitolo è un anno della decade. 
Ogni capitolo descrive brevemente il tono della competizione, la canzone vincitrice, eventuali fatti eclatanti e, parallelamente, significativi eventi europei e mondiali con particolare attenzione a rappresentare gli elementi di unità o divisione in Europa. 
I riflessi tra Storia e Competizione Canora. 
L'idea centrale è che, nonostante le dichiarazioni opposte dell'Organizzazione, la politica sia sempre entrata e abbia sempre fortemente influenzato, o sia stata sempre in qualche modo rappresentata, dal e nell'Eurovision: dal votare a blocchi delle giurie nazionali, al soggetto delle canzoni, dalla scelta degli stati di partecipare o meno, alla scelta dei partecipanti, al voto pubblico influenzato da fatti contemporanei.
West è autore di eccezionale competenza e impressionante fruibilità: questo è un libro che parla di canzoni che potreste non aver sentito, che avrebbe senso leggere con youtube a portata di mano, e contemporaneamente di storia europea (guerre, leggi, politica); potenzialmente, quindi, una gran rottura di cazzo, invece una piacevolissima lettura capace di intrattenere e informare. 
West ha un incredibile talento che mi porterà a provare altri suoi libri: riesce a raccontare noiosi fatti legislativi europei, terrificanti allarmi nucleari da guerra fredda, lo sviluppo di tecnologie e l'ultimo grido in fatto di fashion con lo stesso, meraviglioso tono discorsivo di qualcuno seduto a tavola con amici. 
Si scalano gli anni, ci si avvicina ai giorni nostri e la cultura cambia: gli smoking cedono il passo ai piedi scalzi e capelli lunghi degli uomini, dal bianco e nero al colore, dall'orchestra dal vivo alle tracce techno pre-registrate; la Competizione litiga se i partecipanti debbano cantare nella propria lingua o siano liberi di provarci in quella 'europea' (il francese fino agli anni '80, l'inglese dopo); televoto sì, televoto no; polemiche tra stati, ripicche, etc etc. 
Tanto per dire: questo non è stato il primo anno dove la partecipazione di Israele alla competizione sia stata accompagnata da polemiche e scontri; a pensarci è ovvio, ma la prospettiva offerta dal libro è stimolante.
Riporto una citazione: "...delightfully Eurovision, with its apparent triviality but, behind that, the serious issue of a nation's politics and identity".
Paradossalmente, mentre il libro è chiaramente interessante per gli appassionati dell'Eurovision, il suo aspetto più appassionante è la carrellata sulla storia europea degli ultimi 70 anni: eventi che ho vissuto ma dimenticato, eventi di cui sapevo nulla, eventi che a suo tempo non capii, persino eventi italiani come visti all'estero. 
Scopro un profondo e inaspettato significato nel leggere di storia davvero contemporanea, eventi capitati durante la mia vita, commentati con buon senso e un po' di partigianeria affine, da un autore inaspettatamente molto piacevole. 
West è un europeista britannico scontento della brexit e con idee socialmente progressiste, quindi la sua prospettiva su alcuni accadimenti europei potrebbe non coincidere con quella di tutti; tuttavia questa mia precisazione è probabilmente inutile: un libro sull'Eurovision è ovviamente per fan dell'Eurovision, dubito ci siano tanti conservatori radicali che possano esserne interessati.
NOTA: avrebbe dovuto vincere la Croazia.