Agnotology (Id, 2008): "the making and unmaking of ignorance". 
Argomento di grande interesse e attualità, ma il libro è stato un insuccesso, la mia ipotesi, perché storico e non ancorato agli eventi e i personaggi della nostra contemporaneità.
E' un testo accademico, quindi non sorprende sia un marone. 
E' una raccolta di essay sul tema dell'ignoranza, soprattutto su come l'ignoranza sia creata e utilizzata. 
La parola 'agnotology' è un'invenzione del curatore e principale contributore di questo volume: è spiegata con un semplice "lo studio dell'ignoranza", ma anche con lo studio of ignorance making; la wiki ci offre una più ampia definizione, che copio: a branch of social science which looks at the ways in which doubt or ignorance about certain subjects is create.
E' la versione mirror universe dell'epistemologia. 
Il libro è stato un flop, quindi la parola non ha riscosso il successo sperato dagli autori e la si incontra, raramente, solo in bocca a qualche commentatore specializzato; esiste e con la sempre maggiore attenzione popolare sui temi della disinformazione, fake news, manipolazione delle informazioni etc etc potrebbe ancora ricevere una più ampia adozione, almeno, accademica.
La prima riga del libro: "we live in an age of ignorance" ed è importante capire perché.
Gli essay che compongono questo libro sono stati scritti da diversi intellettuali/studiosi, raccolti ed editati da Robert Proctor e Londa Schiebinger (stimati professori) e pubblicati dall'università di Stanford.
Il primo testo è di Proctor stesso e spiega le sue intenzioni: perché ha creato questa parola e perché lo studio dell'ignoranza sia tanto importante quanto lo studio della conoscenza.
Ora, quando Proctor parla di ignoranza, lo fa in con approccio scientifico e senza connotazioni morale negative: c'è un'ignoranza 'native state', ovvero quella del bambino che nasce senza sapere un cazzo e deve imparare tutto; c'è il 'lost realm' (povero Proctor e i suoi tentativi di essere cool), ovvero la naturale selezione ed elettività degli interessi: non leggo libri, quindi non so di letteratura, però mi piace molto la musica e ne sono un grande esperto; infine c'è lo 'strategic ploy', ovvero la creazione di ignoranza, la manipolazione delle informazioni per qualche fine: si va dai segreti militari, quindi cose che non ci vengono dette perché conoscenza 'pericolosa', agli stronzi che editano la wikipedia con finalità politiche o parzialità varie, fino a casi di disinformazione di massa storicamente rilevanti e significativi come (per esempio) la grande lotta contro l'industria del tabacco e l'ammissione della causalità tra fumo e malattie.
Ecco: il libro è composto da 12 contributi, la metà sono dedicati al tabacco. 
Il mondo accademico chiamato a partecipare a questo progetto non è arrivato oltre la fine degli anni '90. 
A tutti può interessare il concetto, ma è irrilevante ai più (me compreso) se non applicato ai giorni nostri: a cose come la Russia, i presidenti americani, la Brexit, il Covid e altre cose di importanza immediata e attuale.
Si parla di cambiamento climatico, ma si racconta prevalentemente la storia di come sia stato negato per decenni; c'è un articolo sull'orgasmo e, più in generale, la sessualità femminile e come il patriarcato abbia lavorato per tenere le donne ignoranti e controllate; c'è un articolo su piante medicinali capaci di causare aborto e di come queste proprietà siano state 'cancellate' dalla conoscenza comune per impedirne l'uso e controllare la popolazione degli schiavi (ha senso leggendolo); c'è un articolo sul discredito gettato sulle scoperte di fossili da parte di 'indigeni' per favorire le (ri)scoperte degli stessi fossili attribuite a veri scienziati; si parla di archeologia e scienza in senso lato, e come gli scienziati siano refrattari alle nuove teorie in contrasto con la tradizione (storicamente); uno è sulla white ignorance, ovvero l'insieme delle ignoranze alla base della white supremacy. 
C'è anche, inaspettatamente, un articolo controcorrente: normalmente sono l'industria e i gruppi di potere, governi o altro, a sfruttare l'ignoranza a proprio vantaggio; ma non è sempre e solo così: alcune ngo progressiste e umanitarie, tipo il WWF, utilizzano metodologie analoghe per combattere il progresso scientifico, si parla soprattutto di ingegneria genetica, in una perversa alleanza con gruppi religiosi. 
Si parla del contributo dei media all'argomento, poi ancora di tabacco e poi il libro è finito.
Intrigante per il tema, deludente nella realizzazione.