Over the Moon: secondo film animato per Pearl Studio, ex-Oriental DreamWorks, dopo Abominable.
Dietro le quinte è cambiato tutto. 
Abominable era stato co-realizzato insieme a DreamWorks e distribuito da Universal; Over the Moon è animato da Sony, distribuito e co-prodotto da Netflix.
Il risultato, però, è simile: un film d'animazione cinese alla Disney.
Abominable mi era piaciuto di più, ma Over the Moon è visivamente molto più interessante.
La storia è così così.
Felice famiglia cinese: padre, madre e figlia. 
La madre muore. 
Felice famiglia cinese: padre vedovo e figlia. 
Il padre di innamora di un'altra donna. 
Infelice famiglia cinese: padre, matrigna, fratellastro e figlia che vuole impedire le nuove nozze. 
La ragazza è appassionata di scienza e di storie folk (che le raccontava la madre), specialmente quelle dedicate alla Dea della Luna cinese. 
Il film è fantasy ma senza senso: non ho apprezzato l'inconsistenza narrativa e del soggetto. 
La ragazza costruisce un razzo e vola sulla Luna. Incontra la Dea e tutta una simpatica civiltà lunare che ricorda molto il primo Wreck-it Ralph. Segue avventura e maturazione. 
La storia è estremamente banale e prevedibile, ma è l'illogicità generale a rendermela fastidiosa: aldilà del fatto che la ragazza possa costruire un razzo usando il suo genio scientifico e materiali di scarto, arriva sulla Luna e dei leoni magici le permettono di respirare in assenza d'aria, ma non prima che il razzo si sia sfasciato e lei sia rimasta 'all'aperto' nello spazio, senz'aria e senza leoni magici. 
La scena della foto nel finale del film è un'altra particolarmente irritante.
La sospensione dell'incredulità non è certo un problema, ma l'assenza di razionalità interna è un problema che esula dall'essere fantasy, fantascienza o una favola, e riguarda invece la qualità della narrazione e la sua solidità.
Non è tutto da buttare: il messaggio sociale sulla coesistenza tra eterno amore e la possibilità di amare di nuovo è piuttosto originale, ma è l'assenza di un villain a colpire particolarmente. Non c'è un cattivo in Over the Moon: la matrigna è una brava donna, il padre e il fratellastro sono buoni, la Dea ha qualche pecca ma non è malvagia... è straordinario: l'assenza del villain è straordinaria in un film come questo. 
In un film animato per famiglie. 
Non mi viene in mente un altro film con un simile, lampante scostamento dal modello base. 
Passiamo oltre: visivamente è molto ben fatto. Il character design non è di mio gusto, ma è impressionante la diversità e l'originalità del setting lunare: magari non esattamente originale da un punto di vista strettamente delle visual, ma molto insolito nell'accostamento di due modelli estetici così diversi tra loro. 
Per rendere la qualità aliena degli abitanti della Luna, gli animatori hanno adottato uno stile d'animazione e una caratterizzazione visiva completamente diversa rispetto ai personaggi umani e terrestri. 
Anche questa è una scelta più unica che rara: la maggior parte dei film animati, anche quando incentrati sul mostrare personaggi in ambienti altri rispetto a quelli di origine, possiede sempre una omogeneità visiva che qui non c'è. L'effetto assomiglia a certi film realizzati con tecniche miste dove convivono a schermo elementi in 3d e altri in 2d. 
La regia è firmata da Glen Keane, 66 anni e una carriera che inizia in Filmation, passa per la Disney prima di esordire qui con il suo primo lungometraggio. 
NOTA: nel 2017, Keane vinse l'Oscar per il miglior cortometraggio animato con Dear Basketball.
Over the Moon è un buon film animato con diversi motivi d'interesse e una sceneggiatura molto scarsa.
...e canzoni di merda. 
Ecco, questo è davvero il principale problema del film: ci sono molte canzoni e fanno tutte schifo.