Spinning Silver (Id, 2018): forte dell'imponente e meritato successo di Uprooted, nel 2018 Naomi Novik percorse nuovamente la strada del romanzo stand alone.
Il soggetto ha molti punti in comune con Uprooted: sfortunatamente impallidiscono nel confronto.
Narrativamente, inoltre, la Novik utilizza una tecnica che non ho apprezzato: la storia comincia raccontata da un'unica voce che, con il complicarsi della vicenda e l'entrata in scena di altri personaggi, si moltiplica fino a sparpagliarsi su mezza dozzina di differenti prospettive.
Tutte, però, meccanicamente funzionali al racconto: specialmente sul finale, la Novik sceglie di comunicare le scene in una sorta di modalità spettatore. Non c'è un narratore esterno e il momento non è riportato dai suoi protagonisti, un personaggio terzo e secondario assiste e fa la telecronaca.
Personaggi che non hanno mai avuto voce, improvvisamente la acquistano per proseguire il racconto mentre i protagonisti sono impegnati, per poi sparire: non c'è tempo per costruire un rapporto con questi personaggi e risultato impersonali e non interessanti.
Scarso alle 500 pagine, Spinning Silver comincia veramente solo a un terzo della sua vita: un'introduzione lunghissima ci presenta un contesto medioevale europeo con protagonista la giovane figlia di una famiglia di usurai ebrei.
NOTA: leggere di usurai ebrei in queste settimane fa impressione. Siamo in un punto storico dove non essere politicamente corretti può causare persecuzione disordinata e ignorante... gli ebrei sono sempre una categoria a parte in questo senso: meno fotogenici di altre razze, meno alla moda di altri generi. In ogni caso, non è un libro che sarebbe stato pubblicato con facilità oggi.
La Novik è slava ed ebrea, quindi può fare e dire quello che vuole.
La storia.
In un piccolo paese vive una famiglia di usurai ebrei. Il padre è entrato nel business attraverso matrimonio e non è portato: presta i soldi della moglie ma ha il cuore tenero, al momento della riscossione si fa sempre abbindolare.
La famiglia è in grave povertà e ogni inverno rischiano di morire di fame.
Un giorno, la giovane figlia non ne può più: è stufa di morire di fame, stufa della gente che le sputa addosso perché ebrea, stufa che quella gente che le sputa addosso abbia cibo e beni acquistati usando i soldi di sua madre.
Il suo cuore diventa freddo e pieno di rabbia, prende in mano il business di famiglia.
Passa poco tempo e tutti continuano a odiarla, ma adesso le rendono tutti i soldi dovuti ed è la sua famiglia a essere ricca e sazia.
È così brava che la gente comincia a dirla capace di trasformare l'argento in oro.
BOOM!
Gli Staryk sono un popolo di elfi di ghiaccio che portano l'inverno e bramano l'oro.
...per vari motivi che verranno spiegati nel corso del libro, e riguardano il sistema magico degli Staryk, il re degli Staryk sente questa diceria e decide di mettere alla prova la giovane.
Gli Staryk sono crudeli e considerano gli umani esseri inferiori: il re degli Staryk mette alla prova la giovane, ogni volta un compito più impossibile del precedente. Alla fine, sconfitto, il re degli Staryk la prende in moglie e porta a vivere con sé nel mondo dell'inverno.
NOTA2: questo è il principale punto di contatto con Uprooted. Una giovane donna costretta ad andare a vivere con un tizio stronzo e magico: imparano a convivere.
L'intreccio è molto ben strutturato: gli eventi di cui sopra propagano conseguenze che vanno a investire una serie di altre persone, quasi tutte donne, causando a loro volta ulteriori eventi, etc etc.
La giovane ebrea rappresenta la borghesia, la seconda protagonista è la sua assistente che rappresenta il popolo povero, la terza protagonista è la futura imperatrice. Nel mezzo ci sono madri, nonne, servitrici affezionate e altri. C'è anche qualche voce maschile, ma molto limitate nel racconto e in qualche modo limitate anche nelle possibilità: una delle voci maschili è quella di un bambino, un'altra è quella dell'imperatore.
...l'imperatore è limitato a causa del suo rapporto, non farò spoiler, con un'altra creatura magica rappresentante, sintetizzo, della primavera.
A inizio storia, la protagonista compie la conscia decisione di diventare un villain e raggiungere il proprio successo a spese degli altri. Scelta che la rende poco likeable e dà modo all'autrice di scrivere un character arc originale e coraggioso, ma non troppo ben fatto.
Specialmente il finale. Ovvio, prevedibile e troppo, veramente troppo girl-powery.
Il prossimo libro della Novik sarà l'inizio di una nuova serie: la quarta di copertina lo presenta come una versione al femminile di The Magicians, quindi un Harry Potter per adulti (in questo caso adulti donne).
Aspetterò le recensioni.
SPOILER SPOILER SPOILER
Le donne mettono il demone della primavera e il re dell'inverno uno contro l'altro sperando si eliminino a vicenda, poi ci ripensano perché nel frattempo si sono innamorate (nonostante entrambi siano serial killer disumani). Il re batte il demone. Tutti si sposano e sono felici.
Il soggetto ha molti punti in comune con Uprooted: sfortunatamente impallidiscono nel confronto.
Narrativamente, inoltre, la Novik utilizza una tecnica che non ho apprezzato: la storia comincia raccontata da un'unica voce che, con il complicarsi della vicenda e l'entrata in scena di altri personaggi, si moltiplica fino a sparpagliarsi su mezza dozzina di differenti prospettive.
Tutte, però, meccanicamente funzionali al racconto: specialmente sul finale, la Novik sceglie di comunicare le scene in una sorta di modalità spettatore. Non c'è un narratore esterno e il momento non è riportato dai suoi protagonisti, un personaggio terzo e secondario assiste e fa la telecronaca.
Personaggi che non hanno mai avuto voce, improvvisamente la acquistano per proseguire il racconto mentre i protagonisti sono impegnati, per poi sparire: non c'è tempo per costruire un rapporto con questi personaggi e risultato impersonali e non interessanti.
Scarso alle 500 pagine, Spinning Silver comincia veramente solo a un terzo della sua vita: un'introduzione lunghissima ci presenta un contesto medioevale europeo con protagonista la giovane figlia di una famiglia di usurai ebrei.
NOTA: leggere di usurai ebrei in queste settimane fa impressione. Siamo in un punto storico dove non essere politicamente corretti può causare persecuzione disordinata e ignorante... gli ebrei sono sempre una categoria a parte in questo senso: meno fotogenici di altre razze, meno alla moda di altri generi. In ogni caso, non è un libro che sarebbe stato pubblicato con facilità oggi.
La Novik è slava ed ebrea, quindi può fare e dire quello che vuole.
La storia.
In un piccolo paese vive una famiglia di usurai ebrei. Il padre è entrato nel business attraverso matrimonio e non è portato: presta i soldi della moglie ma ha il cuore tenero, al momento della riscossione si fa sempre abbindolare.
La famiglia è in grave povertà e ogni inverno rischiano di morire di fame.
Un giorno, la giovane figlia non ne può più: è stufa di morire di fame, stufa della gente che le sputa addosso perché ebrea, stufa che quella gente che le sputa addosso abbia cibo e beni acquistati usando i soldi di sua madre.
Il suo cuore diventa freddo e pieno di rabbia, prende in mano il business di famiglia.
Passa poco tempo e tutti continuano a odiarla, ma adesso le rendono tutti i soldi dovuti ed è la sua famiglia a essere ricca e sazia.
È così brava che la gente comincia a dirla capace di trasformare l'argento in oro.
BOOM!
Gli Staryk sono un popolo di elfi di ghiaccio che portano l'inverno e bramano l'oro.
...per vari motivi che verranno spiegati nel corso del libro, e riguardano il sistema magico degli Staryk, il re degli Staryk sente questa diceria e decide di mettere alla prova la giovane.
Gli Staryk sono crudeli e considerano gli umani esseri inferiori: il re degli Staryk mette alla prova la giovane, ogni volta un compito più impossibile del precedente. Alla fine, sconfitto, il re degli Staryk la prende in moglie e porta a vivere con sé nel mondo dell'inverno.
NOTA2: questo è il principale punto di contatto con Uprooted. Una giovane donna costretta ad andare a vivere con un tizio stronzo e magico: imparano a convivere.
L'intreccio è molto ben strutturato: gli eventi di cui sopra propagano conseguenze che vanno a investire una serie di altre persone, quasi tutte donne, causando a loro volta ulteriori eventi, etc etc.
La giovane ebrea rappresenta la borghesia, la seconda protagonista è la sua assistente che rappresenta il popolo povero, la terza protagonista è la futura imperatrice. Nel mezzo ci sono madri, nonne, servitrici affezionate e altri. C'è anche qualche voce maschile, ma molto limitate nel racconto e in qualche modo limitate anche nelle possibilità: una delle voci maschili è quella di un bambino, un'altra è quella dell'imperatore.
...l'imperatore è limitato a causa del suo rapporto, non farò spoiler, con un'altra creatura magica rappresentante, sintetizzo, della primavera.
A inizio storia, la protagonista compie la conscia decisione di diventare un villain e raggiungere il proprio successo a spese degli altri. Scelta che la rende poco likeable e dà modo all'autrice di scrivere un character arc originale e coraggioso, ma non troppo ben fatto.
Specialmente il finale. Ovvio, prevedibile e troppo, veramente troppo girl-powery.
Il prossimo libro della Novik sarà l'inizio di una nuova serie: la quarta di copertina lo presenta come una versione al femminile di The Magicians, quindi un Harry Potter per adulti (in questo caso adulti donne).
Aspetterò le recensioni.
SPOILER SPOILER SPOILER
Le donne mettono il demone della primavera e il re dell'inverno uno contro l'altro sperando si eliminino a vicenda, poi ci ripensano perché nel frattempo si sono innamorate (nonostante entrambi siano serial killer disumani). Il re batte il demone. Tutti si sposano e sono felici.
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