Time to Hunt: il film perfetto per un pigro sabato mattina. Per rovinarsi un pigro sabato mattina, intendo.
Distribuito da Netflix, action thriller coreano da poco uscito: la release del film è stata vittima di una disputa legale tra Netflix e una qualche società coreana, risoltasi a tarallucci e vino.
Primo lungometraggio 'ufficiale' per Yoon Sung-hyun, giovane (relativamente: ha due anni meno di me. Io non mi considero giovane) prodigio coreano già autore di vari cortometraggi e di un pluripremiato/molto discusso lungometraggio 'amatoriale'. Diciamo 'amatoriale'. Indipendente?
Non importa: non l'ho visto e riporto quanto leggo online.
In una Corea del Sud alternativa vittima della peggiore crisi economica della sua storia, 3+1 giovani amici decidono di rapinare un casinò clandestino gestito dalla malavita.
Non hanno niente da perdere, solo da guadagnare.
Uhm. No, cari ragazzi: avete ovviamente almeno una cosa da perdere. Le vostre vite. Saranno di merda, ma non sembrate patiti o ridotti a vivere in mezzo a una strada, quindi tanto di merda non devono essere.
Uno di voi, in più, ha un lavoro. Un altro ha famiglia.
Avete un sacco di cose da perdere.
Tuttavia si fanno convincere dal loro carismatico leader appena uscito di prigione, l'unico senza effettivamente un cazzo da perdere.
Metto in evidenza questo aspetto del film perché, per essere una storia piuttosto banale con gente povera che deruba la malavita e viene perciò braccata, lo sceneggiatore (che poi è il regista) è riuscito a scazzarla male: è ufficialmente speculative fiction, perché questa del film non è la vera Corea ma una sua versione DISTOPICA, ma è un dettaglio del tutto ininfluente e unnecessary.
E' pieno di film con la stessa identica trama e non è mai stato necessario inventarsi una Corea alternativa per mostrare persone povere che rubano etc etc.
Se adotti una scelta del genere, a mio avviso, dovresti svilupparla e, senza andare V for Vendetta, dare qualcosa di più allo spettatore.
Qui abbiamo semplicemente uno scenario da più-che-vera Detroit di qualche anno fa: negozi abbandonati, degrado e il resto del pacchetto da crisi economica avanzata.
Il gruppetto dei protagonisti è banalmente caratterizzato. Lo sviluppo della storia è straordinariamente ingenuo: la vicenda procede una stupidaggine dopo l'altra. Il regista sembra non aver guardato un solo film del genere prima di mettersi a scrivere il proprio: i protagonisti rapinano il casinò usando armi da fuoco di livello militare, ok?
NOTA: sono tornato indietro e ho cancellato un lungo periodo descrittivo perché simpatico, ma inutile.
La sceneggiatura procede logicamente, questo è particolare, e connette gli errori dei protagonisti uno dopo l'altro in modo sensato: è apprezzabile. La cosa straniante sono gli errori in sé: tutti i personaggi sono stupidissimi. Commettono questi errori come se fossero privi della capacità di connettere le conseguenze, ma allo stesso tempo sono precisamente in grado di risalire alla causa dei propri errori. Dopo.
Non lo so: sto pensando di trovarci un significato nascosto. Credo, in realtà, si tratti solo di cattiva scrittura.
A proposito di cattiva scrittura: il protagonista ha le visioni.
Il suo legame d'amicizia è così forte che gli amici gli appaiono in sogno per dirgli cose inutili in scene inutili.
Le scene d'azioni sono mediocri.
Ah, giusto: l'azione.
La malavita incarica un sicario per risolvere la questione: il sicario in questione è del tipo a cui piace cacciare esseri umani, dare loro vantaggi, risparmiargli e dare loro altre occasioni. Il tipo che perde sempre, insomma.
Finalmente siamo arrivati a capire il titolo del film.
Gli attori coinvolti sono di livello medio alto, ma non ho voglia di scriverli: Choi Woo-shik di Parasite è uno dei protagonisti, tutti gli altri hanno fatto cose e sono noti.
E' una boiata e il finale è la parte più boiata.
SPOILER SPOILER SPOILER
Il protagonista-protagonista e il sicario sono gli unici a sopravvivere. Qualche tempo dopo, il protagonista-protagonista decide di volersi vendicare e torna a casa per vendicarsi... aspetta.
Aspetta, aspetta. ASPETTA!
Non vorrai forse dirmi, caro il mio sceneggiatore-regista Yoon Sung-hyun, prodigio del cinema coreano... non vorrai sottintendere argutamente che, alla fine del film (che peraltro non finisce e resta aperto), il CACCIATORE E' DIVENTATO LA PREDA!
Il film non ci mostra il seguito, pertanto temo ci sarà un seguito.
Distribuito da Netflix, action thriller coreano da poco uscito: la release del film è stata vittima di una disputa legale tra Netflix e una qualche società coreana, risoltasi a tarallucci e vino.
Primo lungometraggio 'ufficiale' per Yoon Sung-hyun, giovane (relativamente: ha due anni meno di me. Io non mi considero giovane) prodigio coreano già autore di vari cortometraggi e di un pluripremiato/molto discusso lungometraggio 'amatoriale'. Diciamo 'amatoriale'. Indipendente?
Non importa: non l'ho visto e riporto quanto leggo online.
In una Corea del Sud alternativa vittima della peggiore crisi economica della sua storia, 3+1 giovani amici decidono di rapinare un casinò clandestino gestito dalla malavita.
Non hanno niente da perdere, solo da guadagnare.
Uhm. No, cari ragazzi: avete ovviamente almeno una cosa da perdere. Le vostre vite. Saranno di merda, ma non sembrate patiti o ridotti a vivere in mezzo a una strada, quindi tanto di merda non devono essere.
Uno di voi, in più, ha un lavoro. Un altro ha famiglia.
Avete un sacco di cose da perdere.
Tuttavia si fanno convincere dal loro carismatico leader appena uscito di prigione, l'unico senza effettivamente un cazzo da perdere.
Metto in evidenza questo aspetto del film perché, per essere una storia piuttosto banale con gente povera che deruba la malavita e viene perciò braccata, lo sceneggiatore (che poi è il regista) è riuscito a scazzarla male: è ufficialmente speculative fiction, perché questa del film non è la vera Corea ma una sua versione DISTOPICA, ma è un dettaglio del tutto ininfluente e unnecessary.
E' pieno di film con la stessa identica trama e non è mai stato necessario inventarsi una Corea alternativa per mostrare persone povere che rubano etc etc.
Se adotti una scelta del genere, a mio avviso, dovresti svilupparla e, senza andare V for Vendetta, dare qualcosa di più allo spettatore.
Qui abbiamo semplicemente uno scenario da più-che-vera Detroit di qualche anno fa: negozi abbandonati, degrado e il resto del pacchetto da crisi economica avanzata.
Il gruppetto dei protagonisti è banalmente caratterizzato. Lo sviluppo della storia è straordinariamente ingenuo: la vicenda procede una stupidaggine dopo l'altra. Il regista sembra non aver guardato un solo film del genere prima di mettersi a scrivere il proprio: i protagonisti rapinano il casinò usando armi da fuoco di livello militare, ok?
NOTA: sono tornato indietro e ho cancellato un lungo periodo descrittivo perché simpatico, ma inutile.
La sceneggiatura procede logicamente, questo è particolare, e connette gli errori dei protagonisti uno dopo l'altro in modo sensato: è apprezzabile. La cosa straniante sono gli errori in sé: tutti i personaggi sono stupidissimi. Commettono questi errori come se fossero privi della capacità di connettere le conseguenze, ma allo stesso tempo sono precisamente in grado di risalire alla causa dei propri errori. Dopo.
Non lo so: sto pensando di trovarci un significato nascosto. Credo, in realtà, si tratti solo di cattiva scrittura.
A proposito di cattiva scrittura: il protagonista ha le visioni.
Il suo legame d'amicizia è così forte che gli amici gli appaiono in sogno per dirgli cose inutili in scene inutili.
Le scene d'azioni sono mediocri.
Ah, giusto: l'azione.
La malavita incarica un sicario per risolvere la questione: il sicario in questione è del tipo a cui piace cacciare esseri umani, dare loro vantaggi, risparmiargli e dare loro altre occasioni. Il tipo che perde sempre, insomma.
Finalmente siamo arrivati a capire il titolo del film.
Gli attori coinvolti sono di livello medio alto, ma non ho voglia di scriverli: Choi Woo-shik di Parasite è uno dei protagonisti, tutti gli altri hanno fatto cose e sono noti.
E' una boiata e il finale è la parte più boiata.
SPOILER SPOILER SPOILER
Il protagonista-protagonista e il sicario sono gli unici a sopravvivere. Qualche tempo dopo, il protagonista-protagonista decide di volersi vendicare e torna a casa per vendicarsi... aspetta.
Aspetta, aspetta. ASPETTA!
Non vorrai forse dirmi, caro il mio sceneggiatore-regista Yoon Sung-hyun, prodigio del cinema coreano... non vorrai sottintendere argutamente che, alla fine del film (che peraltro non finisce e resta aperto), il CACCIATORE E' DIVENTATO LA PREDA!
Il film non ci mostra il seguito, pertanto temo ci sarà un seguito.
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