A Whisker Away (Nakitai Watashi wa Neko o Kaburu): non sprecherò troppe parole. Non è un brutto film animato, è stato recentemente rilasciato su Netflix, ma è estremamente banale e stupidamente simile a "The Cat Returns" di Ghibli.
Lo so, lo so: parlare di copie nel contesto dell'Asia non ha molto senso. I lungometraggi, però, solitamente non sono così esplicitamente clonati. Inoltre, in questo caso specifico, le carenze della sceneggiatura sono particolarmente degne di nota.
La sceneggiatura di A Whisker Away è firmata da Mari Okada.
Non ho voglia di controllare tutte le sue ultime produzioni che potrei non aver visto, ma passatemi per buono che sia la sua peggiore da quando è diventata famosa per le sue sceneggiature.
La Okada ha tentato un'opera di confusione e dissimulazione: ha cercato di nascondere questa trama assolutamente Ghibli dietro una patina di commento sociale.
La protagonista è una giovane studentessa figlia di divorziati: la madre l'ha abbandonata, ma adesso la rivuole; il padre, nel frattempo, si è messo e vive con un'altra donna che si strugge per farsi accettare dalla protagonista.
La protagonista è innamorata in modo vistoso quasi da yandere di un suo compagno di classe.
Il compagno di classe la rifiuta costantemente e anche in modo severo.
Il compagno di classe è il co-protagonista, anche lui con i suoi problemi famigliari: vorrebbe fare il potter e portare avanti l'attività del nonno, ma è un lavoro senza guadagni e tutta la sua famiglia (madre, sorella, nonno... il padre è morto) conta su di lui per il sostentamento, quindi lo pressano perché studi sodo e faccia i soldi.
Ah: pur con i loro desideri e intenzioni, nessuno degli adulti coinvolti nella storia è intrinsecamente malvagio o crudele, anzi. A dirla tutta, anzi, sono eccessivamente buoni e permissivi.
Tanto comprensivi da rendere le premesse un po' vuote, diminuite a paranoie senza sostanza dei due protagonisti.
Comunque... tornando a noi: lei ama lui, lui la schifa. Lei incontra gatto magico che le dona una maschera magica che le permette di trasformarsi in gatto. In forma di gatto visita ed è amata da lui.
Il resto è la trama di The Cat Returns.
Lei deve combattere per non diventare un gatto per sempre, c'è il malvagio gatto stregone (anche lui non esattamente o completamente malvagio, più un trickster), ci sono i gatti buoni che li aiutano.
E' una produzione Colorido, quelli di Penguin Highway.
La regia è firmata a 4 mani da Junichi Sato e un tale.
Data la pochezza del film, sono ovviamente spinto a supporre che il tale sia quello ad aver fatto di più e Sato passasse ogni tanto di lì a mangiare dai buffet.
L'animazione è media. Senza infamia o lode.
NOTA: mi sono appena reso conto che il co-protagonista vuole fare il potter, l'artigiano, allo stesso modo del protagonista di Whisper of the Heart (il primo film nella duologia di The Cat Returns)... lui voleva fare il liutaio, ma stessa roba.
SPOILER SPOILER SPOILER
Lei diventa un gatto e sparisce, riassumo: lui si accorge di averla sempre amata e va a cercarla.
Si salvano l'un l'altro e si mettono insieme. Segue hand holding e un simpatico epilogo.