Red Girls (Akakuchiba-ke no Densetsu, 2006): Sakuraba Kazuki è una famosa scrittrice giapponese, autrice sia di romanzi che di light novel, una delle quali trasformata in anime (Gosick).
Ero in libreria, poco prima della chiusura dei negozi, e volevo un libro: privo di particolari desideri, ho sfogliato la libreria alla ricerca di qualcosa che mi attirasse; non trovando qualcosa che mi attirasse, ho risolto di acquistare un libro giapponese a caso.
E' quasi sempre una scommessa circa vincente: la letteratura giapponese, a causa della sua lingua, è talmente ostica che difficilmente si presta alla traduzioni di romanzi senza valore in italiano.
E' la storia della più ricca e importante famiglia di una cittadina, raccontata attraverso le vite esemplari di 3 delle sue donne (madre, figlia e nipote), narrata dalla nipote riportando le storie ricordate dalla madre e la nonna e tutte le persone a loro connesse.
Riprendendo un sistema classico della letteratura occidentale, e probabilmente anche orientale, la storia di questa famiglia diventa la storia del Giappone.
La prima parte è intitolata 'l'epoca degli ultimi miti' e va dal 1953 al 1975: è la storia di una bambina abbandonata in città da una tribù delle montagne, che viene presa (dopo vari passaggi) in casa dalla ricca famiglia per scongiurare una maledizione gravante sull'altoforno della loro fonderia. La bambina è una chiaroveggente e questa parte della storia del Giappone gira intorno alla ricostruzione post-bellica, al ferro, e la convivenza ancora pacifica tra tradizione, il vento in particolare (leggere per capire) e innovazione industriale. Si parla di sacrificio e lavoro, si parla anche di ribellione giovanile anti-governativa, il '68 per così dire.
La seconda parte è intitolata 'l'epoca del grandioso e del vuoto' e va dal 1979 al 1998: è la storia della seconda figlia della bambina di cui prima, nel frattempo diventata matriarca della famiglia. E' una storia di cultura deliquenziale giovanile, di bikers e ribellione giovanile contro gli adulti: la devastazione sociale della gioventù giapponese schiacciata dal peso degli esami e delle aspettative lavorative, i celebri suicidi e la violenza, il bullismo e le studentesse prostitute. Videogiochi e idol, manga e ammazzarsi di lavoro.
La terza parte è intitolata semplicemente 'l'assassina' e va dal 2000 al 'presente'. E' una storia di gioventù apatica, di neet e hikikomori. E' anche un breve racconto mystery dove la nipote indaga su un potenziale omicidio nascosto nelle storie fin qui raccontate.
Il libro ha vinto un importante premio giapponese per le mystery novels, ma il mistero qui è immediatamente immaginabile: a questo punto del racconto c'è solo un personaggio e solo una visione tra quelle raccontate durante la prima parte a non essere ancora stata oggetto diretto della vicenda.
Suppongo che il valore sia più nel processo che nel segreto.
Il libro è farcito di personaggi secondari, altri fratelli e sorelle, mariti e amanti, e tutti collaborano a questa panoramica storica di evoluzione e degrado della cultura giapponese. C'è un senso di leggerezza inaspettato in questa storia sociale di contrapposizione costante e continua tra adulti e giovani, fino al raggiungimento di un equilibrio sostanzialmente sorretto sull'apatia.
Mi è piaciuto: è interessante e ben scritto. Tutti i personaggi sono curiosi e amichevoli. C'è un livello di penetrazione in alcuni famosi fenomeni culturali giapponesi che difficilmente, per la sua qualità personale, si può incontrare in saggi e testi dedicati. L'autrice ci racconta cose che fanno parte del patrimonio condiviso giapponese, lo fa con una voce squisitamente giapponese in un libro che è allo stesso tempo vivace, triste e insolitamente ottimista.