Cannon Busters: la produzione di questa serie ha una storia interessante. Nasce come fumetto americano indipendente per Devil's Due nel 2005. Nel 2014, grazie anche all'interessamento di Tim Yoon e Joe Madureira, un kickstarter di successo ne realizza un cortometraggio 'pilota' pubblicitario per attrarre capitali e produrre una serie vera e propria.
Passa qualche anno... è una co-produzione UK-JP che coinvolge Manga Entertainment e Satelight + Yumeta, naturalmente distribuita da Netflix.
Dodici episodi scritti dal creatore del fumetto, diretti un po' da lui e un po' da gente di Satelight.
Personaggi e storia sono ispirati al fumetto, ma divergono frequentemente e largamente.
Il risultato finale non è all'altezza delle aspettative.
Tecnicamente è molto scarso: animazione davvero di bassa qualità.
...il resto sembra una brutta copia di Trigun con una storia senza senso e personaggi fastidiosi.
Western scifi. Un robot molto ingenuo e stupidamente positivo, ma potentissimo (praticamente Nono da Gunbuster 2) è alla ricerca del suo amico principe, scappato dal loro paese dopo un golpe.
E' aiutata da una piccola robot meccanica e da un immortale pistolero.
Più un samurai alcolizzato e una macchina che si trasforma in robot gigante.
Cannon Busters punta senza mezzi termini o misure a imitare la Gainax che fu: mescolando, contaminando e sceneggiando qualsiasi cosa tutte insieme.
Un po' di Gunbuster, un po' di Trigun, un po' di Afro Samurai.
Visivamente ci sarebbe qualche idea interessante, ma la penosa realizzazione tecnica non rende giustizia; narrativamente, l'unico aspetto degno di salvezza è il fatto di essere Rated, quindi c'è parecchio sangue, qualche dialogo crudo e un certo gusto splatter.
E' una boiata. In più non finisce (come d'altra parte anche il fumetto originale).