Behave (Id, 2017): è un grande libro in tutti i sensi. Seicento e rotte pagine, interessantissimo, scritto squisitamente, in cima alle classifiche dei libri preferiti di tutte le persone che contano nel mondo occidentale, etc etc.
Esatto. L'ultimo punto è il più importante: è uno di quei libri nella top 10 di Obama, Gates, Musk e altre personalità simili.
Nonostante le utili appendici, è un libro molto meno accogliente del solito per questo genere di saggi.
Robert Sapolsky è un neurobiologo e un primatologo. E' un pluriprofessore a Stanford, autore premiatissimo e apprezzatissimo. I superlativi si sprecheranno in questo post.
Il libro comincia in modo inaspettatamente hard-core: Sapolsky racconta una sua fantasia d'onnipotenza di quando era bambino, come avrebbe sconfitto e brutalmente torturato Hitler.
Questo aneddoto personale diventa il là per introdurre il tema della Violenza e del suo ambiguo rapporto con l'umanità: rifiutiamo la violenza, però ci piace. Non odiamo la violenza ma distinguiamo tra violenza giusta e sbagliata.
Una persona tende la mano e accarezza un altro essere umano, una persona tende una mano e molla un ceffone a un altro essere umano (l'esempio del libro è diverso, ma preferisco questo): per quale motivo la persona X ha compiuto un comportamento pro-sociale e la persona Y uno antisociale?
Il libro è 650 pagine circa più appendici e note: le appendici sono brevi e molto intensi mini introduzioni ad alcuni dei soggetti principali del libro. Anatomia del cervello, neurobiologia, genetica e altre.
Sapolsky è uno scienziato, Behave comincia con la dichiarazione del metodo utilizzato: ci sono le solite fazioni di scienziati che dichiarano il comportamento umano essere un fatto esclusivamente biologico o esclusivamente psicologico, come di consueto in questi libri l'autore arriva e offre una terza mediana di buon senso.
Si parte dalla biologia, siamo animali, ma siamo anche unici e la psicologia è inevitabile.
Aggressione, violenza, compassione, empatia, competizione, cooperazione, altruismo, invidia, schadenfreude, riconciliazione, vendetta... sono solo alcune delle parole elencate dall'autore nella sua introduzione: cosa le causa? Scienziati di campi diversi risponderebbero diversamente, il libro analizza le ragioni dei comportamenti (pro e anti) sociali dell'uomo a 360 gradi.
Il libro è diviso in due parti.
La prima parte è dedicata alle cause di un comportamento e lo svolgimento dello studio è sviluppato attraverso una geniale ricostruzione cronologica al contrario: alcuni muscoli si sono mossi, un comportamento è stato compiuto.
Cosa è successo un secondo prima? Qui si parla di neurobiologia e degli impulsi dal cervello al corpo: anatomia e funzionamento del cervello e sue parti, automaticity, emotion e cognition.
Cosa è successo minuti prima? Il cervello ha ricevuto degli stimoli dal corpo e dai sensi, alcuni sono interni altri esterni, spesso sono subliminali: le ragioni del nostro comportamento sono, spesso, parzialmente ignote a noi stessi.
Cosa è successo ore e giorni prima? Qui si parla di ormoni. Gli ormoni non comandano ma ci rendono più ricettivi a certi stimoli e influenzano la loro interpretazione.
Cosa è successo giorni e mesi prima? Viene introdotto il concetto di neuroplasticity: il cervello è, entro certi limiti e con molti caveat, malleabile e modificabile dalle "esperienze di vita".
A questo punto del libro c'è una specie di inciso di tre capitoli dedicati allo sviluppo dell'essere umano e del suo cervello: adolescenza, infanzia, vita fetale. Ciò che succede in queste fasi della vita può alterare lo sviluppo del cervello e, conseguentemente, influenzare i comportamenti.
Il cervello si sviluppa fino circa a 20 anni di età e il suo sviluppo non è omogeneo: certe parti maturano prima di altre. E' scientificamente e letteralmente corretto dire che il cervello di un adolescente non sia lo stesso di un adulto.
Fattori ambientali (dalla povertà agli abusi dei genitori) hanno ripercussioni biologiche sul cervello che, a cascata, possono alterare in maniera significativa il suo funzionamento.
Questo è il capitolo con alcune terrificanti descrizioni di esperimenti su animali al fine di valutare la prevedibilità di comportamenti 'devianti' sulla base di 'infanzie infelici'.
La madre è importante ma non solo dopo la nascita: le esperienze e lo stile di vita della madre sono capaci di alterare lo sviluppo del cervello del feto.
Naturalmente si parla anche di violenza dei media: film, videogiochi e altro. Un tema particolarmente caldo ora che scrivo, dopo le dichiarazioni del presidente USA a seguito di nuove sparatorie: Sapolsky è molto chiaro, i videogiochi violenti (insieme con la tv, film, musica, fumetti, libri e qualsiasi altra cosa) hanno la capacità di alterare la sensibilità dei consumatori. Non sono causa di comportamenti violenti ma partecipano agli altri fattori sociali che hanno la possibilità di influenzare chi sia già influenzabile.
Si parla di genetica e di come i geni siano influenzati da fattori ambientali, e di come i geni stabiliscano tendenze e sensibilità, pur non essendo comandi scritti nella pietra.
Cosa è successo centinaia e migliaia di anni fa?
La cultura importa: società diverse producono geni diversi. L'autore comincia a trattare in modo estremamente neutro, ma consapevole, temi politicamente complessi e urticanti: donne cresciute in ambienti mussulmani tendono a essere meno intelligenti di quelle crescite, per dire, in Scandinavia.
Cultura e biologia coevolvono e si influenzano. L'ecologia influenza la cultura che influenza la biologia.
Seguono diversi esempi: società individualiste e collettiviste, onore, conservatorismo, religione, guerra, etc etc.
Siamo a metà libro e Sapolsky passa a un corso intensivo di Evoluzione.
E' probabilmente il mio capitolo preferito.
La selezione naturale non definisce solo la biologia e fisiologia degli esseri viventi, ma anche i loro comportamenti: la sociobiologia studia l'evoluzione dei comportamenti.
Il famoso 'survival of the fittest' è una cazzata e non è una frase di Darwin: l'evoluzione non è vinta dal più forte ma da quello che riesce a riprodursi più spesso e più in fretta. Alla selezione naturale interessa solo la capacità riproduttiva, il resto è un risultato o effetto secondario.
Alto, bello e forte ma con quattro spermatozoi in croce non lascerà eredi. Basso, brutto e debole ma con spermatozoi come All Blacks diventerà lo standard per l'evoluzione.
Arriviamo alla seconda parte del libro e alla descrizione di alcuni comportamenti umani particolari.
La dicotomia tra Noi e Loro: siamo naturalmente portati a raggrupparci per simili e a considerare i dissimili nemici.
Si parla di gerarchie e di chi obbedisce e chi resiste: c'è un'affascinante e calzante, e incendiaria, (per i nostri tempi) disamina sui rapporti tra bassa intelligenza e conservatorismo, con ovviamente una mole di dati scientifici a supporto. In pratica: avere una bassa intelligenza vuol dire avere una bassa capacità di ragionamento astratto, ergo difficoltà a immaginare cambiamenti e futuro, ergo paura e preferenza a mantenere le cose come stanno.
Si parla di morale e del famoso 'fare la cosa giusta'. Chi definisce la 'cosa giusta'?
Sentimento e ragione. Empatia e compassione: sentiamo la sofferenza dei nostri vicini ma è abbastanza per muoverci ad agire?
Metafore e simboli che uccidono, vari fatti di cronaca: gente che viene uccisa per aver disegnato un profeta, gente che viene uccisa per salvare una bandiera, etc etc. Metafore e simboli uccidono ma sono anche motori per alcuni dei migliori comportamenti umani.
In uno dei capitoli della prima parte ci era andato vicino ma aveva glissato, nel penultimo capitolo del libro Sapolsky prende di petto uno degli argomenti più intriganti: il rapporto tra biologia e sistema giudiziario, tra neuroscienze e libero arbitrio.
Le neuroscienze sono in grado di spiegare molto dei comportamenti, ma non di predirli.
Tizio ha ammazzato uno perché il suo cervello è "storto" per questo e quest'altro motivo, ma un cervello storto non implica che Caio ucciderà qualcuno.
L'ultimo capitolo, ovviamente, è dedicato alla Guerra e alla Pace.
Viene citato un libro che sono già andato a ordinare, Better Angels of Our Nature di Steven Pinker: tutto sommato quanto detto fino a questo momento, l'essere umano si sviluppa con una tendenza per la violenza e il Male, eppure la nostra società contemporanea è meno violenta e (quindi) migliore di prima. E' un discorso molto complicato che tiene conto anche della popolazione relativa, ma il senso ultimo è che, relativamente, oggi muore meno gente di quanta 100 anni fa.
Sapolsky chiude con una nota decisamente ottimistica, citando alcuni famosi eventi come le celebri tregue natalizie durante la Prima Guerra Mondiale, e alcune incredibili riconciliazioni storiche.
Tirando le somme direi che Behave sia uno dei più densi, pregni e interessanti saggi che abbia letto; Sapolsky è certamente uno dei migliori divulgatori e narratori che abbia letto, capace anche di umorismo. Behave è un po' troppo denso e pregno, a volte decisamente ostico e complesso. Sapolsky, ma questo è un difetto di qualsiasi saggiatore, è un po' troppo determinato e deciso della giustezza delle sue spiegazioni.
Esatto. L'ultimo punto è il più importante: è uno di quei libri nella top 10 di Obama, Gates, Musk e altre personalità simili.
Nonostante le utili appendici, è un libro molto meno accogliente del solito per questo genere di saggi.
Robert Sapolsky è un neurobiologo e un primatologo. E' un pluriprofessore a Stanford, autore premiatissimo e apprezzatissimo. I superlativi si sprecheranno in questo post.
Il libro comincia in modo inaspettatamente hard-core: Sapolsky racconta una sua fantasia d'onnipotenza di quando era bambino, come avrebbe sconfitto e brutalmente torturato Hitler.
Questo aneddoto personale diventa il là per introdurre il tema della Violenza e del suo ambiguo rapporto con l'umanità: rifiutiamo la violenza, però ci piace. Non odiamo la violenza ma distinguiamo tra violenza giusta e sbagliata.
Una persona tende la mano e accarezza un altro essere umano, una persona tende una mano e molla un ceffone a un altro essere umano (l'esempio del libro è diverso, ma preferisco questo): per quale motivo la persona X ha compiuto un comportamento pro-sociale e la persona Y uno antisociale?
Il libro è 650 pagine circa più appendici e note: le appendici sono brevi e molto intensi mini introduzioni ad alcuni dei soggetti principali del libro. Anatomia del cervello, neurobiologia, genetica e altre.
Sapolsky è uno scienziato, Behave comincia con la dichiarazione del metodo utilizzato: ci sono le solite fazioni di scienziati che dichiarano il comportamento umano essere un fatto esclusivamente biologico o esclusivamente psicologico, come di consueto in questi libri l'autore arriva e offre una terza mediana di buon senso.
Si parte dalla biologia, siamo animali, ma siamo anche unici e la psicologia è inevitabile.
Aggressione, violenza, compassione, empatia, competizione, cooperazione, altruismo, invidia, schadenfreude, riconciliazione, vendetta... sono solo alcune delle parole elencate dall'autore nella sua introduzione: cosa le causa? Scienziati di campi diversi risponderebbero diversamente, il libro analizza le ragioni dei comportamenti (pro e anti) sociali dell'uomo a 360 gradi.
Il libro è diviso in due parti.
La prima parte è dedicata alle cause di un comportamento e lo svolgimento dello studio è sviluppato attraverso una geniale ricostruzione cronologica al contrario: alcuni muscoli si sono mossi, un comportamento è stato compiuto.
Cosa è successo un secondo prima? Qui si parla di neurobiologia e degli impulsi dal cervello al corpo: anatomia e funzionamento del cervello e sue parti, automaticity, emotion e cognition.
Cosa è successo minuti prima? Il cervello ha ricevuto degli stimoli dal corpo e dai sensi, alcuni sono interni altri esterni, spesso sono subliminali: le ragioni del nostro comportamento sono, spesso, parzialmente ignote a noi stessi.
Cosa è successo ore e giorni prima? Qui si parla di ormoni. Gli ormoni non comandano ma ci rendono più ricettivi a certi stimoli e influenzano la loro interpretazione.
Cosa è successo giorni e mesi prima? Viene introdotto il concetto di neuroplasticity: il cervello è, entro certi limiti e con molti caveat, malleabile e modificabile dalle "esperienze di vita".
A questo punto del libro c'è una specie di inciso di tre capitoli dedicati allo sviluppo dell'essere umano e del suo cervello: adolescenza, infanzia, vita fetale. Ciò che succede in queste fasi della vita può alterare lo sviluppo del cervello e, conseguentemente, influenzare i comportamenti.
Il cervello si sviluppa fino circa a 20 anni di età e il suo sviluppo non è omogeneo: certe parti maturano prima di altre. E' scientificamente e letteralmente corretto dire che il cervello di un adolescente non sia lo stesso di un adulto.
Fattori ambientali (dalla povertà agli abusi dei genitori) hanno ripercussioni biologiche sul cervello che, a cascata, possono alterare in maniera significativa il suo funzionamento.
Questo è il capitolo con alcune terrificanti descrizioni di esperimenti su animali al fine di valutare la prevedibilità di comportamenti 'devianti' sulla base di 'infanzie infelici'.
La madre è importante ma non solo dopo la nascita: le esperienze e lo stile di vita della madre sono capaci di alterare lo sviluppo del cervello del feto.
Naturalmente si parla anche di violenza dei media: film, videogiochi e altro. Un tema particolarmente caldo ora che scrivo, dopo le dichiarazioni del presidente USA a seguito di nuove sparatorie: Sapolsky è molto chiaro, i videogiochi violenti (insieme con la tv, film, musica, fumetti, libri e qualsiasi altra cosa) hanno la capacità di alterare la sensibilità dei consumatori. Non sono causa di comportamenti violenti ma partecipano agli altri fattori sociali che hanno la possibilità di influenzare chi sia già influenzabile.
Si parla di genetica e di come i geni siano influenzati da fattori ambientali, e di come i geni stabiliscano tendenze e sensibilità, pur non essendo comandi scritti nella pietra.
Cosa è successo centinaia e migliaia di anni fa?
La cultura importa: società diverse producono geni diversi. L'autore comincia a trattare in modo estremamente neutro, ma consapevole, temi politicamente complessi e urticanti: donne cresciute in ambienti mussulmani tendono a essere meno intelligenti di quelle crescite, per dire, in Scandinavia.
Cultura e biologia coevolvono e si influenzano. L'ecologia influenza la cultura che influenza la biologia.
Seguono diversi esempi: società individualiste e collettiviste, onore, conservatorismo, religione, guerra, etc etc.
Siamo a metà libro e Sapolsky passa a un corso intensivo di Evoluzione.
E' probabilmente il mio capitolo preferito.
La selezione naturale non definisce solo la biologia e fisiologia degli esseri viventi, ma anche i loro comportamenti: la sociobiologia studia l'evoluzione dei comportamenti.
Il famoso 'survival of the fittest' è una cazzata e non è una frase di Darwin: l'evoluzione non è vinta dal più forte ma da quello che riesce a riprodursi più spesso e più in fretta. Alla selezione naturale interessa solo la capacità riproduttiva, il resto è un risultato o effetto secondario.
Alto, bello e forte ma con quattro spermatozoi in croce non lascerà eredi. Basso, brutto e debole ma con spermatozoi come All Blacks diventerà lo standard per l'evoluzione.
Arriviamo alla seconda parte del libro e alla descrizione di alcuni comportamenti umani particolari.
La dicotomia tra Noi e Loro: siamo naturalmente portati a raggrupparci per simili e a considerare i dissimili nemici.
Si parla di gerarchie e di chi obbedisce e chi resiste: c'è un'affascinante e calzante, e incendiaria, (per i nostri tempi) disamina sui rapporti tra bassa intelligenza e conservatorismo, con ovviamente una mole di dati scientifici a supporto. In pratica: avere una bassa intelligenza vuol dire avere una bassa capacità di ragionamento astratto, ergo difficoltà a immaginare cambiamenti e futuro, ergo paura e preferenza a mantenere le cose come stanno.
Si parla di morale e del famoso 'fare la cosa giusta'. Chi definisce la 'cosa giusta'?
Sentimento e ragione. Empatia e compassione: sentiamo la sofferenza dei nostri vicini ma è abbastanza per muoverci ad agire?
Metafore e simboli che uccidono, vari fatti di cronaca: gente che viene uccisa per aver disegnato un profeta, gente che viene uccisa per salvare una bandiera, etc etc. Metafore e simboli uccidono ma sono anche motori per alcuni dei migliori comportamenti umani.
In uno dei capitoli della prima parte ci era andato vicino ma aveva glissato, nel penultimo capitolo del libro Sapolsky prende di petto uno degli argomenti più intriganti: il rapporto tra biologia e sistema giudiziario, tra neuroscienze e libero arbitrio.
Le neuroscienze sono in grado di spiegare molto dei comportamenti, ma non di predirli.
Tizio ha ammazzato uno perché il suo cervello è "storto" per questo e quest'altro motivo, ma un cervello storto non implica che Caio ucciderà qualcuno.
L'ultimo capitolo, ovviamente, è dedicato alla Guerra e alla Pace.
Viene citato un libro che sono già andato a ordinare, Better Angels of Our Nature di Steven Pinker: tutto sommato quanto detto fino a questo momento, l'essere umano si sviluppa con una tendenza per la violenza e il Male, eppure la nostra società contemporanea è meno violenta e (quindi) migliore di prima. E' un discorso molto complicato che tiene conto anche della popolazione relativa, ma il senso ultimo è che, relativamente, oggi muore meno gente di quanta 100 anni fa.
Sapolsky chiude con una nota decisamente ottimistica, citando alcuni famosi eventi come le celebri tregue natalizie durante la Prima Guerra Mondiale, e alcune incredibili riconciliazioni storiche.
Tirando le somme direi che Behave sia uno dei più densi, pregni e interessanti saggi che abbia letto; Sapolsky è certamente uno dei migliori divulgatori e narratori che abbia letto, capace anche di umorismo. Behave è un po' troppo denso e pregno, a volte decisamente ostico e complesso. Sapolsky, ma questo è un difetto di qualsiasi saggiatore, è un po' troppo determinato e deciso della giustezza delle sue spiegazioni.
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