The Legend of Heroes - Trails of Cold Steel 2: la virile lacrima di commozione, che solo i praticanti dell'Hokuto Shin Ken che hanno compreso il segreto del Musou Tensei possono capire, è il massimo riconoscimento che posso consegnare a una storia.
Uscito nel 2016 per PS3/Vita, il secondo titolo nella serie Trails of Cold Steel migliora il precedente in ogni singolo aspetto... tranne quello tecnico: il gioco ricicla la maggior parte degli asset e rimane estremamente datato, seppur godibile, e immediatamente riconoscibile come un gioco per Vita.
Ogni aspetto del gameplay è stato in qualche modo migliorato e variato per renderlo più intricato e profondo: a livello normale, è possibile percorrere tutto il gioco con una limitata comprensione del sistema, ho provato al massimo livello di difficoltà e bisogna essere dei Batman per affrontare ogni singolo boss.
A livelli di difficoltà diversi sono due giochi diversi: a normale è un gioco di ruolo di massimo pregio, narrativamente eccelso e molto divertente; a livello nightmare è meno divertente dal punto di vista narrativo, ma da quello tattico/strategico impenna come un indemoniato.
E' un seguito diretto del titolo precedente di cui riprende la storia a circa un mese di distanza: il primo titolo seguiva i nostri eroi per un periodo comprendente circa un anno scolastico, questo secondo si svolge quasi tutto nel giro di un mese (più epilogo). E' impressionante la diversità ottenuta dagli sviluppatori di Falcom: quella struttura alla 'Persona' molto evidente nel primo, viene qui sostituita da una componente più open world che ricorda molto più i Final Fantasy.
Ovviamente ci sono spoiler riguardati il primo titolo...
Avevamo lasciato Rean in fuga, sconfitto da Crow, abbandonati gli amici e l'amore.
Lo ritroviamo un mese dopo e lo seguiamo mentre viaggia e combatte alla ricerca tanto di se stesso quanto di tutti i suoi compagni.
Rean è sempre il protagonista incontrastato, ma gli altri personaggi ricevono molto più spazio e conducono una vita non solo dipendente dalla sua.
Il mondo di Cold Steel è in preda alla guerra civile e i nostri eroi si muovono da un campo di battaglia all'altro cercando di non prendere parti, di vincere per un'ideale superiore.
C'è una forma di eroismo classico in alcuni dei protagonisti del gioco, ma l'ambiente in cui si muovono è molto più articolato e molto meno ingenuo di quanto appaia; guardate lo spessore dei villains: sono ricchi di spessore e dimensioni.
In generale il titolo è molto più ricco del precedente: non solo per gli elementi aggiornati del gameplay, come per esempio il più sfaccettato link system, ma soprattutto per la presenza di mini giochi, località segrete, boss opzionali, etc etc.
Niente di originale, tutto squisitamente realizzato.
Un po' più di 60 ore per finire tutto, con quasi tutti i trofei possibili nella prima run, e una storia che non mi ha lasciato un attimo: quando una storia non ti lascia, la pensi prima di andare a letto e prima di tutto al risveglio, è il massimo del successo possibile.
Guardo a questo Trails e mi chiedo come sia possibile il successo dell'ultimo Dragon Quest.
Qui c'è tutto: c'è l'eroe monolitico, c'è la love story, ci sono i personaggi e i dialoghi edgy, c'è un misto di toni fanciulleschi e adulti che è incredibilmente ben riuscito e unico. Comicità demenziale giapponese, personaggi hentai, siscon e lolicon, convivono con il dramma epico e i robot giganti e la storia segreta del mondo, e il destino infame e amanti credibili.
Eh già... lo ammetto: la love story di Trails 2 è squisita. Le scene possibili con il personaggio preferito sono estremamente soddisfacenti. Il finale è meravigliosamente romantico e credibile.
...e poi sembra non finire mai nel migliore dei modi.
Si conclude la storia principale, con un capitolo appropriatamente intitolato 'Finale', e poi c'è un 'divertissement' per gli appassionati della serie, e poi c'è un lungo epilogo comprendente non solo il 'vero finale' ma anche un infinity/randomized dungeon dove usare letteralmente tutti i personaggi del gioco.
Il finale... i giochi sono 4 ma questo conclude una specie di ciclo interno: finisce la scuola e dal prossimo titolo i nostri eroi saranno 'adulti' con salto temporale etc.
Trails 3 è previsto per il 22 di Ottobre 2019, l'ho marcato sul calendario e la considero una data fondamentale per la mia esistenza.
L'unico reale difetto di questo gioco è l'impressione di essere realizzato con il pensiero di utilizzare una guida: basti pensare alle hidden quest. I personaggi che affidano quest sono evidenziati dal classico punto esclamativo, ma ci sono delle hidden quest affidate da personaggi senza nessun identificativo. L'unico modo per scoprirle è parlare con tutti gli npc... non una volta sola, ma a ogni occasione.
E' un suicidio morale farlo senza guida, ma farlo con la guida toglie brio.
SPOILER SPOILER SPOILER
Il Cancelliere è vivo, ovviamente, è Rean è suo figlio, meno ovviamente.
Crow muore.
Uscito nel 2016 per PS3/Vita, il secondo titolo nella serie Trails of Cold Steel migliora il precedente in ogni singolo aspetto... tranne quello tecnico: il gioco ricicla la maggior parte degli asset e rimane estremamente datato, seppur godibile, e immediatamente riconoscibile come un gioco per Vita.
Ogni aspetto del gameplay è stato in qualche modo migliorato e variato per renderlo più intricato e profondo: a livello normale, è possibile percorrere tutto il gioco con una limitata comprensione del sistema, ho provato al massimo livello di difficoltà e bisogna essere dei Batman per affrontare ogni singolo boss.
A livelli di difficoltà diversi sono due giochi diversi: a normale è un gioco di ruolo di massimo pregio, narrativamente eccelso e molto divertente; a livello nightmare è meno divertente dal punto di vista narrativo, ma da quello tattico/strategico impenna come un indemoniato.
E' un seguito diretto del titolo precedente di cui riprende la storia a circa un mese di distanza: il primo titolo seguiva i nostri eroi per un periodo comprendente circa un anno scolastico, questo secondo si svolge quasi tutto nel giro di un mese (più epilogo). E' impressionante la diversità ottenuta dagli sviluppatori di Falcom: quella struttura alla 'Persona' molto evidente nel primo, viene qui sostituita da una componente più open world che ricorda molto più i Final Fantasy.
Ovviamente ci sono spoiler riguardati il primo titolo...
Avevamo lasciato Rean in fuga, sconfitto da Crow, abbandonati gli amici e l'amore.
Lo ritroviamo un mese dopo e lo seguiamo mentre viaggia e combatte alla ricerca tanto di se stesso quanto di tutti i suoi compagni.
Rean è sempre il protagonista incontrastato, ma gli altri personaggi ricevono molto più spazio e conducono una vita non solo dipendente dalla sua.
Il mondo di Cold Steel è in preda alla guerra civile e i nostri eroi si muovono da un campo di battaglia all'altro cercando di non prendere parti, di vincere per un'ideale superiore.
C'è una forma di eroismo classico in alcuni dei protagonisti del gioco, ma l'ambiente in cui si muovono è molto più articolato e molto meno ingenuo di quanto appaia; guardate lo spessore dei villains: sono ricchi di spessore e dimensioni.
In generale il titolo è molto più ricco del precedente: non solo per gli elementi aggiornati del gameplay, come per esempio il più sfaccettato link system, ma soprattutto per la presenza di mini giochi, località segrete, boss opzionali, etc etc.
Niente di originale, tutto squisitamente realizzato.
Un po' più di 60 ore per finire tutto, con quasi tutti i trofei possibili nella prima run, e una storia che non mi ha lasciato un attimo: quando una storia non ti lascia, la pensi prima di andare a letto e prima di tutto al risveglio, è il massimo del successo possibile.
Guardo a questo Trails e mi chiedo come sia possibile il successo dell'ultimo Dragon Quest.
Qui c'è tutto: c'è l'eroe monolitico, c'è la love story, ci sono i personaggi e i dialoghi edgy, c'è un misto di toni fanciulleschi e adulti che è incredibilmente ben riuscito e unico. Comicità demenziale giapponese, personaggi hentai, siscon e lolicon, convivono con il dramma epico e i robot giganti e la storia segreta del mondo, e il destino infame e amanti credibili.
Eh già... lo ammetto: la love story di Trails 2 è squisita. Le scene possibili con il personaggio preferito sono estremamente soddisfacenti. Il finale è meravigliosamente romantico e credibile.
...e poi sembra non finire mai nel migliore dei modi.
Si conclude la storia principale, con un capitolo appropriatamente intitolato 'Finale', e poi c'è un 'divertissement' per gli appassionati della serie, e poi c'è un lungo epilogo comprendente non solo il 'vero finale' ma anche un infinity/randomized dungeon dove usare letteralmente tutti i personaggi del gioco.
Il finale... i giochi sono 4 ma questo conclude una specie di ciclo interno: finisce la scuola e dal prossimo titolo i nostri eroi saranno 'adulti' con salto temporale etc.
Trails 3 è previsto per il 22 di Ottobre 2019, l'ho marcato sul calendario e la considero una data fondamentale per la mia esistenza.
L'unico reale difetto di questo gioco è l'impressione di essere realizzato con il pensiero di utilizzare una guida: basti pensare alle hidden quest. I personaggi che affidano quest sono evidenziati dal classico punto esclamativo, ma ci sono delle hidden quest affidate da personaggi senza nessun identificativo. L'unico modo per scoprirle è parlare con tutti gli npc... non una volta sola, ma a ogni occasione.
E' un suicidio morale farlo senza guida, ma farlo con la guida toglie brio.
SPOILER SPOILER SPOILER
Il Cancelliere è vivo, ovviamente, è Rean è suo figlio, meno ovviamente.
Crow muore.

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