The Legend of Heroes - Trails of Cold Steel: partiamo con qualche informazione base. "The Legend of Heroes" è una serie di jrpg prodotta da Falcom: iniziata nel 1989, è attualmente composta da 14 giochi, non tutti tradotti in occidentale.
"The Legend of Heroes" è il nome 'ombrello' all'interno del quale Falcom ha realizzato diverse serie non correlate (o poco) tra loro: un po' come "Tales of" o i più recenti "Final Fantasy".
A suo tempo avevo giocato il primo della serie Trails in the Sky, un jrpg molto classico che non mi aveva particolarmente colpito.
Qui è tutto un altro discorso.
Trails of Cold Steel è il primo in una serie composta da 4 titoli, l'ultimo è uscito in Giappone l'anno scorso; il terzo è uscito in Occidente quest'anno.
Originariamente prodotto per PS3/PS Vita nel 2013, quello a cui ho giocato è il porting per PS4 realizzato per dare la possibilità di seguire tutta la storia sulla stessa console. Questo porting è uscito a Marzo, il mese dopo è stato rilasciato il porting del secondo.
E' un porting vagamente rimasterizzato, quindi è graficamente e tecnicamente un gioco 'vecchio' con tutte le limitazioni estetiche dei tradizionali titoli per Vita. E' comunque un bel gioco, invecchiato discretamente: gli ambienti sono orribili, ma i personaggi e gli effetti durante i combattimenti sono ancora piacevoli.
Ciò detto, veniamo al gameplay: userò un paragone molto noto degli ultimi anni, uno dei migliori jrpg di sempre che ha avuto grandissimo successo. Persona 5. In generale la serie Persona.
Trails of Cold Steel è simile a Persona: sostituite cool con classico, edgy con epico.
C'è un protagonista che inizia una nuova scuola e incontra i suoi compagni di classe e stringe legami più o meno intimi con loro e con personaggi secondari, la storia è divisa in capitoli che alternano fasi di dungeon crawling ad altre da dating sim. Vita scolastica e vita da avventurieri.
L'ambientazione è europea tardo '800: siamo in un Impero diviso tra nobili conservatori e non nobili riformisti. Le due fazioni sono ostili e fin dalle prime ore di gioco è chiara l'imminenza di un'escalation/rivoluzione. Ci sono terze fazioni non schierate o schierate a fasi alterne.
Il nostro protagonista e i suoi compagni di squadra sono selezionati per una classe speciale il cui scopo è, non troppo velatamente, quello di creare i 'leader di domani' che possano risolvere la situazione, risolvere i contrasti e le tensioni.
All'interno della classe (e quindi dei personaggi utilizzabili nel party) ci sono quindi i figli di tutti i maggiori player dello scenario politico ed economico: ci sono un paio di figli delle più influenti famiglie di nobili, ci sono un paio di figli delle più influenti famiglie di industriali e politici... con in più rappresentanti di fazioni minori, gente con segreti che si sveleranno (o meno, a seconda di quanto tempo si decida di passare con loro) nel corso della storia.
...poi c'è il protagonista: non è l'eroe salvatore del mondo, è un orfano di incerta origine adottato da una famiglia nobile minore, ma è fin da subito e senza particolari resistenze eletto capo del gruppo.
A questo punto devo fare un doveroso inciso: questo gioco nasce come primo di una serie, non ha ricevuto dei seguiti per via del successo. I seguiti erano pianificati fin da subito: la storia non si conclude alla fine di questo primo, moltissime cose non vengono rivelate, molte situazioni rimangono indecise.
Soprattutto: non finisce proprio.
C'è un cliffhanger pazzesco.
Il finale, nel senso dell'ultima ora di gioco, è un colpo di scena dopo l'altro: c'è un villain mascherato la cui identità è una sorpresa pazzesca, c'è una nuova meccanica di gioco che gli sviluppatori hanno ben pensato di introdurre letteralmente nel combattimento finale... che non è finale per il cazzo.
Era mia intenzione aspettare prima di acquistare il secondo, ma dubito riuscirò a reggere alla tensione più di qualche giorno.
Trails of Cold Steel mi ha davvero preso: non è intrigante come Persona, è più semplice ma non infantile. Ci sono alcuni personaggi caratterizzati con il martello, ma ce ne sono molti altri pieni di dettagli e possibilità. Non è stupido, ma non è dark; c'è dramma ma non brutalità.
Ci ho speso una sessantina di ore (mi sono scordato di guardare il numero esatto) e, francamente, presa in considerazione la piattaforma di sviluppo, l'unico reale difetto del gioco è la combinazione di scarsa rigiocabilità e trofei che obbligherebbero a rigiocare più di una volta.
Ho esplorato bene, ma ho mancato 1 libro, qualche tesoro e qualche pesce: ho concluso con un po' più del 50% dei trofei. Sfortunatamente, a causa sempre della sua piattaforma d'origine, era materialmente impossibile dare a questo gioco abbastanza varianti da giustificare una rigiocata: l'unica cosa realmente modificabile è l'interesse romantico (lo chiamo così ma qui è qualcosa di un po' più vago... può anche non essere una ragazza innamorata ma un migliore amico per intenderci), e anche questo è variabile solo in congiuntura di una scena verso fine storia.
Il livello di difficoltà è un po' brusco: l'ho giocato a 'normale' e non ho avuto problemi fino al combattimento finale del penultimo capitolo. La difficoltà s'impenna a quel punto e improvvisamente bisogna realmente cominciare a distribuire le abilità in modo sensato e formare il gruppo di combattimento in modo tattico. Viceversa, i combattimenti alla fine del capitolo finale sono molto facili.
Il climax è narrativo, ma decisamente anticlimatico a livello di sfida.
Sono curioso (molto) di vedere come sarà gestito il cliffhanger nel secondo titolo: per come sono finite le cose, mi viene da dire che la struttura del gioco sarà piuttosto diversa.
SPOILER SPOILER SPOILER
Nell'ultimo capitolo entrano in scena dei veri e propri guymelef. Rean salta a bordo del suo Escaflowne dei poveri, vince un po' e poi le prende ed è costretto a scappare lasciando tutti i suoi amici nella merda. La rivoluzione è scoppiata.
Crow è il villain mascherato.
Nella mia run mi sono ovviamente innamorato di Alisa.
...ho guardato la cover del seguito e sono super esaltato.