La Pesante Valigia di Benavides (Pájaros en la boca, 2009): una volta l'anno il Guardian pubblica la sua lista dei migliori libri di fiction tradotti in inglese, è per me un ottimo modo di trovare libri da comprare in italiano.
Questa volta ne ho scelti 3, ma in realtà soltanto 2 li ho trovai tradotti in italiano. Questo è il primo.
E' la seconda raccolta di racconti della scrittrice argentina Samanta Schweblin, premiata e celebre autrice di lingua spagnola: esordì molto giovane e ottenne immediata fama proprio grazie alle sue prime due raccolte di racconti.
NOTA: l'edizione italiana pubblicata da Fazi traduce la raccolta del 2009 "Pajaros en la boca" composta da 18 racconti. Come spesso succede con le raccolte di racconti, non tutte le storie pubblicate nel libro sono inedite: in questo caso, addirittura, almeno 6 delle storie contenute in Pajaros erano state precedentemente pubblicate nella prima raccolta di racconti dell'autrice, "El Nucleo del Disturbio" del 2002. Non sono sicuro siano solo 6 perché i titoli spagnoli e italiani potrebbero non combaciare perfettamente, solo di 6 sono sicuro. Dico 'addirittura' perché mi risulta strano che, pur a distanza di 7 anni, per ingrossare la sua seconda pubblicazione sia stato necessario ricorrere a storie dalla prima.
In ogni caso il punto a cui voglio arrivare non è questo: il titolo della seconda raccolta nella sua versione italiana, La Pesante Valigia di Benavides, è preso dal titolo di uno dei racconti provenienti dalla prima raccolta di racconti. Avrebbe avuto più senso usare uno dei racconti originali della seconda raccolta, come da scelta dell'autrice/editore originale.
Veniamo adesso ai racconti, ci sono alcuni temi e forme ricorrenti: sono tutti molto brevi, 4 o 5 pagine al massimo, tranne Benavides (ragione probabile della scelta italiana per il titolo: racconto più lungo = racconto più importante). Sono racconti spesso ambientati in campagna, che non è un luogo bucolico e felice, ma un posto di delirio e stranezza disumana; alcuni sono ambientati in città e hanno solitamente a che fare con la depressione. Il tema più comune, però, è il comportamento dei suoi personaggi: quasi tutti i racconti hanno per protagonisti persone normali che si trovano in situazioni paradossali, surreali a volte sfioranti l'orrore, che sono vissute dagli altri personaggi con assoluta normalità. I protagonisti finiscono quindi per lasciarsi travolgere da questi eventi e si perdono nel loro non senso, oppure si oppongono timidamente e finiscono per passare per pazzi (quando i pazzi, per il lettore, sono ovviamente tutti gli altri). La Schweblin lascia molto all'immaginazione e centellina le parole suggerendo e suggestionando idee senza mai chiarirle: molti setting sono da weird puro. La Schweblin ha anche una visione molto pessimistica delle relazioni sentimentali: molti racconti hanno per protagoniste coppie in crisi.
Ho letto un paio di critiche e la Schweblin è frequentemente accostata a Kafka.
Irman: due persone entrano in un ristorante di campagna ma non possono essere serviti perché il padrone è troppo basso per arrivare agli scaffali, al frigo o a qualsiasi altra cosa dentro il locale. La moglie del padrone giace a terra stecchita.
Donne disperate: in un desolato pezzo di campagna si ritrovano donne abbandonate come cani dai rispettivi mariti. Letteralmente. Una macchina arriva, la donna scende per fare pipi, e l'uomo riparte per non tornare mai più. E' il primo di due racconti con tema persone abbandonate per strada come cani.
Nella steppa: questo è uno dei racconti più horror. Una coppia vive in campagna e passa le notti a dare la caccia a qualcosa... a dei figli. Il racconto lascia molto non detto e inspiegato ma sembrerebbe che i figli siano prede selvatiche da catturare.
Uccelli vivi: il racconto che dà il titolo all'edizione originale. La figlia di una coppia divorziata si nutre solo di uccelli vivi. I genitori non ne sono felici.
Perdere velocità: una palla di cannone umana di un circo sta diventando lento. Fisicamente e metafisicamente lento: il contrario di Flash. Si muove lentissimo.
Teste sull'asfalto: un artista un filino psicopatico è famosissimo per i suoi quadri di teste sbattute contro l'asfalto. E' il primo di due storie che hanno violenza e arte come tema.
Verso l'allegra civiltà: una sperduta stazione dei treni di campagna. Alcuni passeggeri scendono ma non riescono più a ripartire perché nessuno può cambiare loro i soldi per il biglietto (hanno i soldi, ma ne hanno troppi): finiscono prigionieri del capostazione.
Lo scavo: un tizio affitta una casa al mare. Al suo arrivo trova un altro tizio che scava un buco sulla proprietà: questo secondo tizio pensa che il primo sia il suo datore di lavoro e... basta. E' il primo di due racconti che hanno in comune il tema dello scavare un buco.
La furia della peste: questo racconto non l'ho capito. Un funzionario pubblico addetto al censimento arriva in un paese di merda di campagna: la gente del posto è completamente apatica.
Sogno di rivoluzione: piccolo esercizio stilistico. Gli avventori di un bar non vogliono saperne di andarsene per la chiusura del locale.
Uccidere un cane: un tizio senza speranza vuole andare a lavorare per un criminale. L'iniziazione criminale prevede l'uccisione di un cane.
La misura delle cose: un uomo adulto scappa di casa e dalla madre e si rifugia in un negozio di giocattoli, dove comincia a regredire mentalmente (e forse anche fisicamente).
La verità sul futuro: una coppia in viaggio di nozze in Italia. Lei va da una maga e si convince di aver sposato la persona sbagliata, poco dopo trova la persona giusta e il marito non è proprio contento. La nuova coppia abbandona il marito a bordo della strada.
La pesante valigia di Benavides: Benavides ammazza la moglie e ficca il corpo in una valigia, poi cerca aiuto e consiglio presso il suo medico. Il medico apre la valigia e saluta Benavides come il più grande artista vivente e organizza una mostra per la moglie nella valigia. Benavides va giù di testa.
In conserva: una coppia rimane incinta per sbaglio e trovano aiuto in un medico che insegna loro come far tornare indietro la gravidanza. Questa è l'unica storia con una coppia relativamente felice.
Mio fratello Walter: Walter è depresso e la sua depressione è un toccasana per tutta la famiglia, e per gli amici e per gli estranei, e per chiunque lo veda. Porta fortuna e regala felicità agli altri.
Babbo Natale dorme a casa nostra: una madre depressa ha una tresca con Babbo Natale, la storia è raccontata dal punto di vista del figlio piccolo che non capisce esattamente cosa stia succedendo. E' l'unica storia che definirei '(tragi)comica'.
Sottoterra: bambini in campagna scavano un pozzo per divertirsi e spariscono sottoterra.
Non posso onestamente dire di aver apprezzato la raccolta: deprimente e senza speranza, dannosa per il turismo argentino, ripetitiva.
Questa volta ne ho scelti 3, ma in realtà soltanto 2 li ho trovai tradotti in italiano. Questo è il primo.
E' la seconda raccolta di racconti della scrittrice argentina Samanta Schweblin, premiata e celebre autrice di lingua spagnola: esordì molto giovane e ottenne immediata fama proprio grazie alle sue prime due raccolte di racconti.
NOTA: l'edizione italiana pubblicata da Fazi traduce la raccolta del 2009 "Pajaros en la boca" composta da 18 racconti. Come spesso succede con le raccolte di racconti, non tutte le storie pubblicate nel libro sono inedite: in questo caso, addirittura, almeno 6 delle storie contenute in Pajaros erano state precedentemente pubblicate nella prima raccolta di racconti dell'autrice, "El Nucleo del Disturbio" del 2002. Non sono sicuro siano solo 6 perché i titoli spagnoli e italiani potrebbero non combaciare perfettamente, solo di 6 sono sicuro. Dico 'addirittura' perché mi risulta strano che, pur a distanza di 7 anni, per ingrossare la sua seconda pubblicazione sia stato necessario ricorrere a storie dalla prima.
In ogni caso il punto a cui voglio arrivare non è questo: il titolo della seconda raccolta nella sua versione italiana, La Pesante Valigia di Benavides, è preso dal titolo di uno dei racconti provenienti dalla prima raccolta di racconti. Avrebbe avuto più senso usare uno dei racconti originali della seconda raccolta, come da scelta dell'autrice/editore originale.
Veniamo adesso ai racconti, ci sono alcuni temi e forme ricorrenti: sono tutti molto brevi, 4 o 5 pagine al massimo, tranne Benavides (ragione probabile della scelta italiana per il titolo: racconto più lungo = racconto più importante). Sono racconti spesso ambientati in campagna, che non è un luogo bucolico e felice, ma un posto di delirio e stranezza disumana; alcuni sono ambientati in città e hanno solitamente a che fare con la depressione. Il tema più comune, però, è il comportamento dei suoi personaggi: quasi tutti i racconti hanno per protagonisti persone normali che si trovano in situazioni paradossali, surreali a volte sfioranti l'orrore, che sono vissute dagli altri personaggi con assoluta normalità. I protagonisti finiscono quindi per lasciarsi travolgere da questi eventi e si perdono nel loro non senso, oppure si oppongono timidamente e finiscono per passare per pazzi (quando i pazzi, per il lettore, sono ovviamente tutti gli altri). La Schweblin lascia molto all'immaginazione e centellina le parole suggerendo e suggestionando idee senza mai chiarirle: molti setting sono da weird puro. La Schweblin ha anche una visione molto pessimistica delle relazioni sentimentali: molti racconti hanno per protagoniste coppie in crisi.
Ho letto un paio di critiche e la Schweblin è frequentemente accostata a Kafka.
Irman: due persone entrano in un ristorante di campagna ma non possono essere serviti perché il padrone è troppo basso per arrivare agli scaffali, al frigo o a qualsiasi altra cosa dentro il locale. La moglie del padrone giace a terra stecchita.
Donne disperate: in un desolato pezzo di campagna si ritrovano donne abbandonate come cani dai rispettivi mariti. Letteralmente. Una macchina arriva, la donna scende per fare pipi, e l'uomo riparte per non tornare mai più. E' il primo di due racconti con tema persone abbandonate per strada come cani.
Nella steppa: questo è uno dei racconti più horror. Una coppia vive in campagna e passa le notti a dare la caccia a qualcosa... a dei figli. Il racconto lascia molto non detto e inspiegato ma sembrerebbe che i figli siano prede selvatiche da catturare.
Uccelli vivi: il racconto che dà il titolo all'edizione originale. La figlia di una coppia divorziata si nutre solo di uccelli vivi. I genitori non ne sono felici.
Perdere velocità: una palla di cannone umana di un circo sta diventando lento. Fisicamente e metafisicamente lento: il contrario di Flash. Si muove lentissimo.
Teste sull'asfalto: un artista un filino psicopatico è famosissimo per i suoi quadri di teste sbattute contro l'asfalto. E' il primo di due storie che hanno violenza e arte come tema.
Verso l'allegra civiltà: una sperduta stazione dei treni di campagna. Alcuni passeggeri scendono ma non riescono più a ripartire perché nessuno può cambiare loro i soldi per il biglietto (hanno i soldi, ma ne hanno troppi): finiscono prigionieri del capostazione.
Lo scavo: un tizio affitta una casa al mare. Al suo arrivo trova un altro tizio che scava un buco sulla proprietà: questo secondo tizio pensa che il primo sia il suo datore di lavoro e... basta. E' il primo di due racconti che hanno in comune il tema dello scavare un buco.
La furia della peste: questo racconto non l'ho capito. Un funzionario pubblico addetto al censimento arriva in un paese di merda di campagna: la gente del posto è completamente apatica.
Sogno di rivoluzione: piccolo esercizio stilistico. Gli avventori di un bar non vogliono saperne di andarsene per la chiusura del locale.
Uccidere un cane: un tizio senza speranza vuole andare a lavorare per un criminale. L'iniziazione criminale prevede l'uccisione di un cane.
La misura delle cose: un uomo adulto scappa di casa e dalla madre e si rifugia in un negozio di giocattoli, dove comincia a regredire mentalmente (e forse anche fisicamente).
La verità sul futuro: una coppia in viaggio di nozze in Italia. Lei va da una maga e si convince di aver sposato la persona sbagliata, poco dopo trova la persona giusta e il marito non è proprio contento. La nuova coppia abbandona il marito a bordo della strada.
La pesante valigia di Benavides: Benavides ammazza la moglie e ficca il corpo in una valigia, poi cerca aiuto e consiglio presso il suo medico. Il medico apre la valigia e saluta Benavides come il più grande artista vivente e organizza una mostra per la moglie nella valigia. Benavides va giù di testa.
In conserva: una coppia rimane incinta per sbaglio e trovano aiuto in un medico che insegna loro come far tornare indietro la gravidanza. Questa è l'unica storia con una coppia relativamente felice.
Mio fratello Walter: Walter è depresso e la sua depressione è un toccasana per tutta la famiglia, e per gli amici e per gli estranei, e per chiunque lo veda. Porta fortuna e regala felicità agli altri.
Babbo Natale dorme a casa nostra: una madre depressa ha una tresca con Babbo Natale, la storia è raccontata dal punto di vista del figlio piccolo che non capisce esattamente cosa stia succedendo. E' l'unica storia che definirei '(tragi)comica'.
Sottoterra: bambini in campagna scavano un pozzo per divertirsi e spariscono sottoterra.
Non posso onestamente dire di aver apprezzato la raccolta: deprimente e senza speranza, dannosa per il turismo argentino, ripetitiva.
Posta un commento