Shadow 2018: l'ultimo film di Zhang Yimou, primo in costume dopo Curse of the Golden Flower del 2006... volontariamente non considerando The Great Wall, il suo film americano del 2016 con Matt Damon.
Nel suo primo film dopo l'eccezionale insuccesso internazionale di The Great Wall, Zhang Yimou torna al suo repertorio classico: Shadow ha girato tutti i festival più importanti, apprezzato dalla critica, e sta per uscire (o è da poco uscito anche nei cinema occidentali).
Storia tratta da un passaggio dei Three Kingdoms? Check.
Affascinante utilizzo dei colori? Check con asterisco.
Impressionanti coreografie di massa? Check.
Duelli farciti di simbolismi e lirismo? Check.
Straziante storia d'amore? Check.
Narrazione circolare? Check.
Il peso del potere e la solita menata della pace vs guerra, unità sotto il Cielo contro... boh: casino? Check e check.
Non è un granché: non è brutto ma gli manca quel qualcosa di superiore del migliore (e trascorso) Zhang.
La storia è un po' quella di Kagemusha, o almeno parte da una premessa simile.
Due regni confinanti sono legati da una fragile pace. Uno dei due possiede un'importante città dell'altro, conquistata e mai restituita. Il re del paese sconfitto è un debole che vuole conservare il potere e la pace a qualsiasi costo. Il comandante del paese sconfitto (e l'eroe sconfitto dal comandante nemico) è mortalmente ferito e da più di un anno vive nascosto nelle segrete del palazzo "controllando a distanza" un suo sosia che lo sostituisce a corte e... nel letto di sua moglie (con asterisco).
Solo la moglie, il sosia e il comandante sanno di questa situazione: il comandante non vuole che l'esercito si scoraggi sapendolo in fin di vita. Il sosia si sta addestrando da un anno per sconfiggere l'invincibile tecnica del comandante nemico, che usa un classico Guandao.
Il sosia si sta addestrando a sconfiggere il nemico usando uno (ho cercato se abbia un nome specifico ma non sono riuscito a trovarlo) scudo/ombrello con lame che si vede ogni tanto tra Giappone e Cina, qualcosa di simile anche nel recente Sekiro.
NOTA: il grosso dei combattimenti del film vede, quindi, soldati con ombrelli contro soldati con falcione. Il risultato è spesso notevole, ma in un'occasione ridicolo (la scena con le balestre alla Berserk).
Fin qui tutto bene, ma non sarebbe un film di Zhang se finisse qui: il re ha una sorella che potrebbe essere data in sposa al figlio del comandante nemico; il re sospetta che il suo comandante non sia quello vero; il re potrebbe nascondere qualcosa. Il comandante potrebbe avere qualche piano segreto. Il sosia potrebbe avere più di una cotta per la moglie del comandante. La moglie del comandante potrebbe non essere del tutto indifferente al sosia. Il comandante potrebbe saperlo. Tutti potrebbero avere piani segreti e segrete intenzioni di fare sesso l'altro.
Nel mezzo di tutto ciò, il film è visivamente spettacolare e volutamente molto diverso (seppur concettualmente simile) al classico Zhang: invece di avere eroi coloratissimi e color coded in giro per la scena, come suo solito, in Shadow tutti i personaggi sono o in total black (i nemici) o in un misto nero/bianco/grigio (i protagonisti).
L'effetto è realmente incredibile: non è in bianco e nero, è un film a colori, ma gli unici colori sono bianco e nero (alla fine c'è qualche prevedibile eccezione per il rosso del sangue). Non ci sono filtri visibili, è una scelta cromatica di palazzo e il risultato è strabiliante.
...però il film è una palla, la storia va un po' a mignotte sul finale e diventa abbastanza prevedibile nel susseguirsi di coltellate alle spalle.
Il film si apre con una scena poco chiara, poi prosegue raccontato normalmente: quella scena poco chiara diventa comprensibile, e narrativamente molto furba, nell'ultimo secondo del film.
Deng Chao, che normalmente bazzica il mondo delle commedie (il suo precedente ruolo più importante in Mermaid di Stephen Chow), offre un'interpretazione strabiliante nel doppio ruolo del comandante e del suo sosia: avendolo visto giusto ieri, devo assolutamente paragonarlo per qualità a McAvoy. Impressionante.
Al suo fianco, nel ruolo della moglie, Sun Li già vista in The Lost Bladesman con Donnie Yen in un ruolo relativamente simile. Il re è Zheng Kai, che ha fatto tante cose ma vale la pena citarlo per aver accompagnato Zhang nella sua disavventura The Great Wall.
Ruolo secondario importante, vice comandante, per Wang Qianyuan.
Esteticamente raffinato, narrativamente possiede qualche idea intelligente persa in mezzo a troppe ovvietà e noia.
SPOILER SPOILER SPOILER
Il re non è scemo: sa tutto e ha un piano per tutto. La sorella però lo manda un po' a puttane e si fa ammazzare. Tutti i nemici muoiono. Nell'epilogo, il comandante cerca di far assassinare il sosia ma fallisce per l'intromissione del re, che cerca di far assassinare il comandante, che sopravvive e ammazza il re, poi cerca di ammazzare di nuovo il sosia, ma fallisce e viene ammazzato dal sosia.
Il film finisce alla Inception: la scena si chiude senza risposta sulla moglie del comandante, lasciando alla nostra immaginazione la sua decisione se denunciare il sosia o portarselo a letto in pianta stabile.