Love, Death and Robots: uhhh, this is good. Really good. Cornacchie del malaugurio continuano a sparlare della fine di Netflix, del crollo in borsa e dei problemi causati dai mille nascenti concorrenti: sarà anche così, ma non impedisce a Netflix di continuare a sfornare produzioni originali rivoluzionarie.
Questa è una raccolta di cortometraggi animati: pensate agli Animatrix, pensate a Batman Gotham Knight... e pompate tutto all'ennesima potenza.
Diciotto cortometraggi tra i 6 e i 17 minuti di durata (tempo indicato da Netflix, quindi comprensivo di titoli di testa e di coda).
Cortometraggi ricercatissimi, studiatissimi, assolutamente artistici. Produzioni ad altissimo budget.
Storie quasi sempre adattate da qualche acclamato autore di fantascienza (ma c'è anche qualche originale) con sceneggiature quasi tutte realizzate da un certo Philip Gelatt... credo sia un autore di fumetti. Regie spesso di esordienti ma quasi sempre affidate a professionisti dell'animazione.
Vietati ai minori di 18.
Wait... what?!
Sì: questa è la prima produzione originale Netflix ufficialmente vietata ai minori di 18. NSFW.
Non stupisce: Love, Death and Robot è una creazione co-prodotta da Tim Miller e David Fincher, due nomi facilmente associabili al cutting edge tecnico-narrativo e al sesso.
Uno per uno.
Sonnie's Edge: prodotto dai Blur Studio di Tim Miller, diretto da uno dei suoi esperti di effetti speciali (Dave Wilson: Mass Effect, Star Wars, Avengers), tratto dall'omonima storia breve di Peter F. Hamilton del 1991. Superlativa animazione 3d cg. Futuro cyberpunk, arene per combattimenti illegali tra mostri controllati 'telepaticamente', nudi femminili, violenza fisica e sociale, femminismo.
Three Robots: prodotto dagli spagnoli di Blow Studio, diretto da un tale Victor Maldonado che ha lavorato a Trollhunters, tratto da una storia breve di John Scalzi (la prima di 3 in tutto il progetto) originariamente intitolata: "Three Robots Experience Objects Left Behind From the Human Era for the First Time" del 2018. E' la storia comica di 3 turisti robot che visitano la Terra dopo l'apocalisse che ha spazzato via l'umanità: i robot sembrano usciti da Portal 2, il setting potrebbe essere quello di Wall-E, l'umorismo è basato sui classici fraintendimenti culturali dovuti ai millenni di distanza. Non un granché tecnicamente (3d cg), sceneggiatura così così: è un cortometraggio che avrebbero potuto fare alla Disney o in Dreamworks.
The Witness: diretto e originalmente scritto da Alberto Mielgo, prodotto dal suo studio d'animazione Pinkman tv. Mielgo è un artista-artista digitale impegnato tanto nella pittura quanto nell'animazione, direi con maggiore successo in questo campo (ha lavorato per Disney su Tron Uprising vincendo un Emmy tecnico per il design). La storia e la tecnica dell'animazione sono, ovviamente ma riuscitamente, artsy: una donna guarda fuori dalla porta ed è testimone di un omicidio. La vittima è identica a lei. L'assassino la vede: lei scappa, lui la insegue. Animazione iperdinamica, a tratti 3d fotorealistica, in altri fumettistica: ricorda il misto di tecniche di Into the Spider-Verse. Nudità femminile integrale dall'inizio alla fine.
Suits: visivamente cartoonish con animazione low frames alla Dragon Prince, ma fatta meglio. Contadini spaziali difendono i propri campi e bestiame da sciami di insetti alieni utilizzando Mecha. E' tutto azione e potrebbe essere tranquillamente il pilota per una serie di grande successo. Secondo corto di Blur nella collezione, diretto da un interno allo studio. Adattamento di un racconto di Steven Lewis, autore ignoto, pubblicato all'intero della serie SNAFU nel 2016.
Sucker of Souls: la base è cg ma l'aspetto visivo è quello di un'animazione tradizionale occidentale 2d. Archeologi e mercenari trovano Dracula. Full frontal male nudity, gore esplosivo e un po' di comicità dark. A livello di linguaggio è decisamente il corto più adulto: volgarità ed esplicite battute sessuali. Un altro adattamento di una storia pubblicata su SNAFU nel 2015, questa volta di una certa Kirsten Cross. Animato da Studio La Cachette, piccolo animatore francese che produce corti su Vimeo; diretto da Owen Sullivan, uno che ha lavorato ovunque nell'animazione americana: da Voltron a Korra, passando per parecchi supereroi DC Warner.
When the Yogurt Took Over: seconda e ultima produzione Blow. Uno dei due studi a essere stato coinvolto due volte nella raccolta. Stesso regista, Maldonado, stessa fonte originale, Scalzi (2010). Completamente diverso stile d'animazione: qui siamo sul deformed comico da puzzle game per mobile. La storia è una parodia sociale della civiltà umana conquistata da uno Yogurt diventano super intelligente e razionale. Niente di che.
Beyond the Aquila Rift: tratto da una storia di Alastair Reynolds pubblicata nella raccolta Zima Blue del 2006. Produzione realizzata da Unit Image, piccolo ma famoso studio francese specializzato in trailer per videogiochi (Beyond Good & Evil 2, For Honor); diretto da un gruppo di registi interni. Visivamente sontuoso, cg fotorealistica della migliore qualità (perfetto per la complessa scena di sesso piuttosto esplicita), mecha design classico ma impressionante per dettagli. Solaris, Matrix e orrore: classica storia di un cargo disperso nello spazio profondo.
Good Hunting: animazione della rampante coreana RedDog Culture House (Voltron), e infatti il design ricorda quello di altre serie di recente animazione 2d Netflix. Regia di un tale Oliver Thomas che sembrerebbe un regista interno ma azzarderei sia lo stesso ad aver lavorato su How to Train Your Dragon, Shark Tale e altra roba americana per il cinema. Storia di Ken Liu del 2012. Honk Kong durante il colonialismo: steampunk, magia, violenza e sesso (nudità maschile e femminile completa). Ritorna il tema del femminismo con un soggetto che ricorda il primo corto della raccolta.
The Dump: diretto dallo spagnolo Javier Recio Garcia (Bossa Baby, Ferdinand), prodotto da quello che è probabilmente il minore degli studi d'animazione coinvolti, Able and Baker. Storia di Lansdale del 2005. Nudità maschile... un cazzo insomma e pure brutto. Design a mezza via tra il caricaturale e il realistico per un hillibilly che si oppone al progresso urbano grazie a un amico speciale.
Shape-Shifters: terza e ultima produzione Blur per la raccolta. Unico studio a essere stato coinvolto tre volte nel progetto. Storia di Marko Kloos ma non trovo dati di pubblicazione. Regia del nostro Gabriele Pennacchioli, fumettista e da anni coinvolto nelle produzioni Dreamworks. C'è qualche incertezza nelle animazioni facciali e lo trovo un po' inferiore a Sonnie visivamente, complessivamente. Storia di licantropi nell'esercito, praticamente Wolf's Hour, ma con i talebani in Afghanistan.
Helping Hand: lo studio d'animazione Axis, anche questo specializzato in trailer e animazioni per i videogiochi (Destiny, Heroes of the Storm), adatta un racconto apparso nel 2015 su Lightspeed di Claudine Griggs, scrittrice specializzata in storie di transgender. Regia di Jon Yeo (interno di Axis ma precedentemente già noto per animazioni pubblicitarie (Sky, Marvel, Dyson). 3d fotorealistica. Non saprei dire se la fisica della storia sia corretta ma... originale taglio sul classico astronauta con tuta spaziale perforata.
Fish Night: altro corto tratto da un racconto di Lansdale, questa volta del 2011. Animazione realizzata dai polacchi di Platine Image... mica stronzi, sono gli animatori cg per le cinematics di CD Projekt Red: hanno lavorato a tutti gli Witcher e stanno lavorando su Cyberpunk. Regia di Damian Nenow, artista indipendente (ma ha anche lavorato su Final Fantasy XV Kingsglaive). In questa occasione, sfortunatamente, hanno deciso di non fare come gli altri e rispolverare il classico cell shading: fatto bene e di qualità ma avrei preferito vederli gareggiare con gli altri sul 3d puro. Avendo scelto uno stile visivo per così dire tradizionale, hanno voluto spingere sull'originalità del soggetto. Due venditori a domicilio sono bloccato nel deserto. Una notte mistica. Bellezza e orrore, un po' il marchio di fabbrica dello studio. Uno dei pochi corti non scifi della raccolta.
Lucky 13: un racconto di Marko Kloos del 2013 adattato da Sony Pictures Imageworks e diretto da Jerome Chen (effetti speciali per Stuart Little, Fury, Suicide Squad e l'ultimo Jumanji). Sony flette i muscoli e realizza il pezzo assolutamente più stunning dal punto di vista della grafica 3d. Qualità cinematografica tripla A super lusso... il design, viceversa, sembra supplicare Microsoft per una denuncia per plagio di Halo. Military scifi. Rookie pilot. (un)Lucky ship.
Zima Blue: ovviamente tratto dalla succitata, omonima raccolta di Reynolds. Diretto da Robert Valley, carriera importante: uno degli animatori di Aeon Flux, poi tante altre cose. L'animazione è di Passion Pictures. Curiosamente, visto che non trovo un vero senso nell'ordine dei corti, in immediata successione troviamo due cortometraggi sviluppati dai due studi più tradizionali e riconoscibili. È proprio a Aeon Flux e l'animazione anni '90 che si ispira il design: cartoonish cell shading con un design spigoloso e allungato. Una storia in qualche modo simile a Fish Night: filosofica e metaforica, un enigmatico pittore spaziale cerca il significato del cosmo e racconta la propria storia a una giornalista prima di svelare il suo ultimo lavoro. Non ho letto la storia originale ma è immediatamente evidente dove voglia andare a finire, ciononostante il finale è narrativamente squisito e indubbiamente il più compiuto della raccolta.
Blindspot: l'altra storia originale della raccolta, seppur molto facilmente ispirata per design e concept a certi nemici degli X-Men dagli anni '90. Una banda di cyborg rapinatori attacca un treno. Punk, violento, comico e cartoonish. Scritto, diretto e animato da Vitaliy Shushko: anche lui video su vimeo. Visivamente è il meno interessante della raccolta.
Ice Age: eccolo qua. Tim Miller partecipa in prima persona alla raccolta con questo corto adattato dalla celebre raccolta fantasy di Swanwick, Tales of Old Earth del 2001. L'animazione è fornita da un altro celebre studio d'animazione per trailer e cinematics di videogiochi: Digic Pictures. È un misto di live action con Topher Grace e animazione 3d: ricorda un famoso episodio di Futurama e un altro più recente di Rick e Morty. Comico, non particolarmente brillante: Miller ha voluto strafare.
Alternate Histories: nuovamente Maldonado, terza regia per lui nella raccolta. Nuovamente Scalzi, terzo adattamento per lui, questo dal 2007. Diverso studio animato: i danesi di Sun Creature Studio, altro animatore veramente poco noto insieme ad Able and Baker. È il corto politicamente più ardito, di cui ho già letto parlare online. Sei, comiche e tragiche storie alternative con la morte di Hitler anticipata di x anni e per x cause. Cartoonish, nuovamente con l'aspetto di un videogioco mobile, finto smart e non divertente. Visivamente ricercato ma narrativamente disonesto e costruito.
The Secret War: ancora Digic (l'altro studio ad avere due rappresentanze insieme a Blow), regia di uno dei loro più importanti, Istvan Zorkoczy. Racconto di un tale Geoff Brown da uno SNAFU del 2016. 3d cg di gran qualità per raccontare di un'altra guerra combattuta dai russi durante gli anni della Seconda Guerra Mondiale, ma questa non contro esseri umani. Un misto di Half-Life e Metro e pure Doom via. Bello e giusto come finale. Decisamente uno dei migliori.
Diciotto cortometraggi. I miei tre preferiti: Sonnie's Edge, Beyon the Aquila Rift e Helping Hand. I miei tre peggiori: Ice Age, The Dump, Alternate Histories.
Tutta la raccolta è, in ogni caso, composta da meritevoli e rari esempi di cortometraggi animati.
La raccolta è resa esteticamente omogenea dal linguaggio pittografico (icone) che durante i titoli di testa e coda introducono il titolo del cortometraggio e i professionisti partecipanti. Mi piace persino l'effetto slot machine.
A guardarli obbiettivamente, molti di questi cortometraggi sono in realtà trailer per videogiochi.
Non è un caso, abbiamo visto come molti degli studi d'animazione coinvolti siano specializzati proprio in quello: conseguentemente in molti di questi cortometraggi vediamo l'utilizzo di tecniche, riprese e impostazioni di scena tipici dei videogiochi.
Non è un difetto: sono anni che i trailer dei videogiochi sono diventati arte.
Netflix ha genialmente portato tutto ciò al livello successivo: invece di essere estemporanee creazioni pubblicitarie con la durata di meteore il tempo di lanciare un prodotto, ora sono opere significanti e importanti per sé, artisticamente rilevanti e protagoniste della propria vita... insomma, sono state industrializzati e commercializzati.
Non so bene come andrò a categorizzarlo, ma so già che Love, Death and Robots sarà uno degli highlight del 2019.