Vita 3.0 (Life 3.0, 2017): Max Tegmark è un cosmologo del MIT. (Cosmologia: scienza che ricerca e studia le leggi costitutitve dell'universo; scienza che studia l'origine e l'evoluzione dell'universo, compreso il futuro).
Bene.
Tegmark è anche co-fondatore dell'associazione no profit Future of Life Institute e direttore scientifico dell'organizzazione Foundational Questions Institute.
E' tutta roba molto interessante, copio dalle pagine ufficiali: la missione di FLI è "To catalyze and support research and initiatives for safeguarding life and developing optimistic visions of the future, including positive ways for humanity to steer its own course considering new technologies and challenges."
Tradotto sinteticamente: si occupa di supportare ricerca e formare opinioni sui modi e il futuro dell'evoluzione umana, non solo da un punto di vista sociale ma anche biologica ed esistenziale, specialmente in relazione alle nuove tecnologie.
La mission di FQXi è simile, più specifica: "To catalyze, support, and disseminate research on questions at the foundations of physics and cosmology, particularly new frontiers and innovative ideas integral to a deep understanding of reality but unlikely to be supported by conventional funding sources.
In pratica questi si preoccupano del Three-Body Problem e altre cose del genere e cercano soldi per finanziari progetti di ricerca, tipo scienziati pazzi, su fisica e cosmologia.
FQXi ci interessa meno. FLI è direttamente coinvolta e ampiamente parte del libro in questione.
Persone famose di FLI: Elon Musk, Jaan Tallinn, Stephen Hawking (naturalmente prima di morire ma il suo nome viene droppato talmente spesso da farlo sembrare ancora vivo)... Morgan Freeman e Alan Alda.
No, non sono famosi scienziati con nomi simili a più famosi attori. Sono proprio gli attori.
Vita 3.0 è un libro dedicato alla divulgazione pubblica della questione Intelligenza Artificiale: è un tema caldo di questi anni e gli amici di FLI ritengono sia necessario stabilire un punto fermo dal quale far scaturire una bella e animata discussione pubblica. Hanno organizzato degli eventi, nel senso di convegni, per parlare di questa cosa; questo libro è... dovrebbe esssere, teoricamente, il loro strumento di penetrazione pubblica e popolare.
E' un libro eccezionalmente strano: è molto serio ed educativo, spesso didascalico. Ci sono persino un paio di pagine di sintesi, alla fine di ogni capitolo, che funzionano letteralmente come versioni tltr dei concetti contenuti nei capitoli. Esattamente come in molti testi scolastici. Allo stesso tempo, l'autore si lancia in capitoli che definire 'selvaggiamente speculativi' sarebbe debole: capitoli che sembrano trascrizioni di sedute di brainstorming creativo per la scrittura di una qualche sceneggiatura per libri o film, o altro intrattenimento.
Si parla di Quasar, di Sfere di Dyson, di Centrali Elettriche che sfruttano l'energia dei Buchi Neri e altre cose del genere.
Facciamo un passetto indietro: il libro comincia dichiarando la propria intenzione di interessare il pubblico all'argomento Intelligenza Artificiale. E' possibile? Quando ci sarà? Cosa succederà quando verrà creata un'intelligenza cosciente e superiore a quella umana?
Essendo un libro dedicato a un pubblico più vasto possibile, il libro sfrutta ampiamente il linguaggio popolare e lo strumento della fantascienza: il primo capitolo (il prologo in effetti) è letteralmente un racconto di fantascienza con protagonisti degli scienziati che creano una vera IA e la usano per conquistare pacificamente il mondo e guidare la società verso un nuovo Rinascimento, un'utopia alla Star Trek... passando per Person of Interest.
Attratta l'attenzione, Tegmark comincia a stabilire un linguaggio comune: perché Vita 3.0? La Vita 1.0 è quella degli animali primitivi, che non cambiano dopo la nascita, cominciano e finiscono con lo stesso software e hardware. La Vita 2.0 è quella umana attuale: possiamo cambiare il nostro software imparando nuove abilità e competenze; non possiamo cambiare il nostro corpo... circa, infatti Tegmark dice che potremmo essere all'alba di una Vita 2.1... se non per piccole cose. Niente cyborg o trasferimenti della coscienza all'interno di macchine. La Vita 3.0 è quella forma di vita capace di modificare il proprio software e anche il proprio hardware.
Fatto ciò, Tegmark comincia a spiegarci cosa voglia dire Intelligenza, cosa sia la Coscienza, cosa siano i Fini e gli Scopi.
Cerca di stabilire una convenzione linguistica che consenta a tutti di parlare e capire le stesse cose sulla materia intorno alla IA.
...e nel frattempo insiste sulla speculazione: si parla di Singolarità e degli possibili sviluppi sociali 10.000 anni dopo l'esplosione dell'ingelligenza; poi si parla di milioni di anni dopo.
Più o meno ogni capitolo affronta le tematiche in oggetto attraverso l'esposizione di 3 punti di vista, presentati all'inizio del libro e costantemente rivisitati a ogni nuova aggiunta d'informazione o argomento: ci sono i luddisti che temono l'IA e pensano a Terminator e Skynet; ci sono futuri fanatici religiosi che aspirano a un dio razionale da venerare e servire come rappresentante della perfezione che guiderà la società verso... la perfezione. Ci sono poi gli amici di FLI, le persone davvero intelligenti, che tendono a un cauto ottimismo, una speranza sensibile da coltivare e tenere attentamente monitorata.
Nei capitoli meno speculativi di questo libro, vengono affrontati argomenti di cui sentiamo parlare tutti i giorni: lavoro, per dirne uno.
I robot ci ruberanno il lavoro. No, i robot ci permetteranno di vivere in una nuova Atene digitale... e ovviamente la via di mezzo.
Faccio adesso un passo di lato per bilanciare il tono di questo post: Barak Obama ha inserito Vita 3.0 tra i suoi libri preferiti e 'importanti'.
Non è certo l'ultimo degli scemi e dovrebbe essere una voce più autorevole ed empatica dei vippetti della tecnologia coinvolti in FLI (c'è anche tanta gente da Google e Deep Mind).
Il libro è interessante e amichevole, e io non sono un complottista, ma l'ho letto dall'inizio alla fine con la ferma sensazione di avere per le mani l'opuscolo smart di una nuova Scientology.
Non approfondirò sull'argomento aldilà dell'affermare che mi sembra che Tegmark si sia spinto un po' più in là del normale 'sono l'autore di un saggio e cerco di spiegarti e convincerti della bontà della mia tesi': questo è un libro di formazione ideologica. Non è di per sé negativo: la formazione ideologica è qualcosa che tante persone richiedono e a cui si affidano. Politica, religione.
Avrei preferito una più neutrale esposizione di fatti, meno speculazione.
Fantascienza ne leggo già molta, e sono consapevole di quanto spesso (e quanto poco) alcune previsioni si siano poi realizzate; ma è letteratura venduta come tale. Qui siamo più alla fantascienza come strumento di influenza: fa molto Hubbard.
NOTA: alla fine di tutta la storia, Vita 3.0 suggerisce la necessità che tutti ci si interessi al problema dell'intelligenza artificiale perché è potenzialmente più pericoloso e rivoluzionario del nucleare. Ci vuole molto controllo e molta preparazione, e bisogna tenere lontano i governi e lasciare tutto i mano alla più razionale e pensante comunità degli scienziati.
Uhm.
Bene.
Tegmark è anche co-fondatore dell'associazione no profit Future of Life Institute e direttore scientifico dell'organizzazione Foundational Questions Institute.
E' tutta roba molto interessante, copio dalle pagine ufficiali: la missione di FLI è "To catalyze and support research and initiatives for safeguarding life and developing optimistic visions of the future, including positive ways for humanity to steer its own course considering new technologies and challenges."
Tradotto sinteticamente: si occupa di supportare ricerca e formare opinioni sui modi e il futuro dell'evoluzione umana, non solo da un punto di vista sociale ma anche biologica ed esistenziale, specialmente in relazione alle nuove tecnologie.
La mission di FQXi è simile, più specifica: "To catalyze, support, and disseminate research on questions at the foundations of physics and cosmology, particularly new frontiers and innovative ideas integral to a deep understanding of reality but unlikely to be supported by conventional funding sources.
In pratica questi si preoccupano del Three-Body Problem e altre cose del genere e cercano soldi per finanziari progetti di ricerca, tipo scienziati pazzi, su fisica e cosmologia.
FQXi ci interessa meno. FLI è direttamente coinvolta e ampiamente parte del libro in questione.
Persone famose di FLI: Elon Musk, Jaan Tallinn, Stephen Hawking (naturalmente prima di morire ma il suo nome viene droppato talmente spesso da farlo sembrare ancora vivo)... Morgan Freeman e Alan Alda.
No, non sono famosi scienziati con nomi simili a più famosi attori. Sono proprio gli attori.
Vita 3.0 è un libro dedicato alla divulgazione pubblica della questione Intelligenza Artificiale: è un tema caldo di questi anni e gli amici di FLI ritengono sia necessario stabilire un punto fermo dal quale far scaturire una bella e animata discussione pubblica. Hanno organizzato degli eventi, nel senso di convegni, per parlare di questa cosa; questo libro è... dovrebbe esssere, teoricamente, il loro strumento di penetrazione pubblica e popolare.
E' un libro eccezionalmente strano: è molto serio ed educativo, spesso didascalico. Ci sono persino un paio di pagine di sintesi, alla fine di ogni capitolo, che funzionano letteralmente come versioni tltr dei concetti contenuti nei capitoli. Esattamente come in molti testi scolastici. Allo stesso tempo, l'autore si lancia in capitoli che definire 'selvaggiamente speculativi' sarebbe debole: capitoli che sembrano trascrizioni di sedute di brainstorming creativo per la scrittura di una qualche sceneggiatura per libri o film, o altro intrattenimento.
Si parla di Quasar, di Sfere di Dyson, di Centrali Elettriche che sfruttano l'energia dei Buchi Neri e altre cose del genere.
Facciamo un passetto indietro: il libro comincia dichiarando la propria intenzione di interessare il pubblico all'argomento Intelligenza Artificiale. E' possibile? Quando ci sarà? Cosa succederà quando verrà creata un'intelligenza cosciente e superiore a quella umana?
Essendo un libro dedicato a un pubblico più vasto possibile, il libro sfrutta ampiamente il linguaggio popolare e lo strumento della fantascienza: il primo capitolo (il prologo in effetti) è letteralmente un racconto di fantascienza con protagonisti degli scienziati che creano una vera IA e la usano per conquistare pacificamente il mondo e guidare la società verso un nuovo Rinascimento, un'utopia alla Star Trek... passando per Person of Interest.
Attratta l'attenzione, Tegmark comincia a stabilire un linguaggio comune: perché Vita 3.0? La Vita 1.0 è quella degli animali primitivi, che non cambiano dopo la nascita, cominciano e finiscono con lo stesso software e hardware. La Vita 2.0 è quella umana attuale: possiamo cambiare il nostro software imparando nuove abilità e competenze; non possiamo cambiare il nostro corpo... circa, infatti Tegmark dice che potremmo essere all'alba di una Vita 2.1... se non per piccole cose. Niente cyborg o trasferimenti della coscienza all'interno di macchine. La Vita 3.0 è quella forma di vita capace di modificare il proprio software e anche il proprio hardware.
Fatto ciò, Tegmark comincia a spiegarci cosa voglia dire Intelligenza, cosa sia la Coscienza, cosa siano i Fini e gli Scopi.
Cerca di stabilire una convenzione linguistica che consenta a tutti di parlare e capire le stesse cose sulla materia intorno alla IA.
...e nel frattempo insiste sulla speculazione: si parla di Singolarità e degli possibili sviluppi sociali 10.000 anni dopo l'esplosione dell'ingelligenza; poi si parla di milioni di anni dopo.
Più o meno ogni capitolo affronta le tematiche in oggetto attraverso l'esposizione di 3 punti di vista, presentati all'inizio del libro e costantemente rivisitati a ogni nuova aggiunta d'informazione o argomento: ci sono i luddisti che temono l'IA e pensano a Terminator e Skynet; ci sono futuri fanatici religiosi che aspirano a un dio razionale da venerare e servire come rappresentante della perfezione che guiderà la società verso... la perfezione. Ci sono poi gli amici di FLI, le persone davvero intelligenti, che tendono a un cauto ottimismo, una speranza sensibile da coltivare e tenere attentamente monitorata.
Nei capitoli meno speculativi di questo libro, vengono affrontati argomenti di cui sentiamo parlare tutti i giorni: lavoro, per dirne uno.
I robot ci ruberanno il lavoro. No, i robot ci permetteranno di vivere in una nuova Atene digitale... e ovviamente la via di mezzo.
Faccio adesso un passo di lato per bilanciare il tono di questo post: Barak Obama ha inserito Vita 3.0 tra i suoi libri preferiti e 'importanti'.
Non è certo l'ultimo degli scemi e dovrebbe essere una voce più autorevole ed empatica dei vippetti della tecnologia coinvolti in FLI (c'è anche tanta gente da Google e Deep Mind).
Il libro è interessante e amichevole, e io non sono un complottista, ma l'ho letto dall'inizio alla fine con la ferma sensazione di avere per le mani l'opuscolo smart di una nuova Scientology.
Non approfondirò sull'argomento aldilà dell'affermare che mi sembra che Tegmark si sia spinto un po' più in là del normale 'sono l'autore di un saggio e cerco di spiegarti e convincerti della bontà della mia tesi': questo è un libro di formazione ideologica. Non è di per sé negativo: la formazione ideologica è qualcosa che tante persone richiedono e a cui si affidano. Politica, religione.
Avrei preferito una più neutrale esposizione di fatti, meno speculazione.
Fantascienza ne leggo già molta, e sono consapevole di quanto spesso (e quanto poco) alcune previsioni si siano poi realizzate; ma è letteratura venduta come tale. Qui siamo più alla fantascienza come strumento di influenza: fa molto Hubbard.
NOTA: alla fine di tutta la storia, Vita 3.0 suggerisce la necessità che tutti ci si interessi al problema dell'intelligenza artificiale perché è potenzialmente più pericoloso e rivoluzionario del nucleare. Ci vuole molto controllo e molta preparazione, e bisogna tenere lontano i governi e lasciare tutto i mano alla più razionale e pensante comunità degli scienziati.
Uhm.
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