BlacKkKlansman: l'ultimo film di Spike Lee, apprezzato più o meno ovunque nel circuito dei festival. Bel film. 'Potente' è un buon termine per descriverlo: la forza e l'intelligenza del messaggio politico è innegabile.
Nascosto dietro un'atmosfera spesso comica, si racconta dell'America razzista degli anni '70 in un crescendo di riferimenti sempre più espliciti all'attuale situazione politica. Senza girarci intorno: all'attuale presidente USA.
Seguo la politica nazionale e internazionale, penso di essere più informato della media, ma non sono coinvolto o attivo. L'unico faro guida per il mio voto (da anni a questa parte) è puntato verso coloro che promuovono, almeno nominalmente, il miglioramento della società civile.
Non ritengo che il concetto di 'miglioramento' possa avere una valenza relativa o soggettiva, non credo che il 'migliore per me' possa essere diverso dal 'migliore per te': chi fa discorsi di questo genere non mi trova d'accordo. Il miglioramento della società civile è uno e uno solo: l'utopia della Federazione di Star Trek.
Ciò detto, abitualmente non guardo film così scopertamente politici.
Il trailer mi era piaciuto.
Mia moglie è riuscita a piangere una volta verso la fine del film, nell'epilogo per essere più precisi.
Il pianto è medaglia al valore per il film. Soprattutto alla luce dell'assenza, nel film, di orientali o animali: l'emozione è stata suscita dall'espressività della storia raccontata da Lee e dai suoi attori, soprattutto dall'eccezionale e violentemente incisivo commento politico contenuto negli ultimi 10-15 minuti di film.
E' tratto da un romanzo e da una storia vera raccontata dal vero protagonista.
Colorado Springs, Colorado dà il benvenuto al primo poliziotto nero nel suo corpo di polizia.
Il giovane Ron Stallworth vuole fare la differenza ma crede nel cambiare il sistema dall'interno e nelle soluzioni pacifiche: non si può dire che sia ugualmente atterrito dall'esistenza del KKK e delle Pantere Nere, ma certamente trova similitudini nei discorsi di entrambi i gruppi.
Insieme al suo partner, inaspettatamente bravo attore Adam Driver, iniziano un'indagine sottocopertura per infiltrarsi nella sezione locale del KKK: Stallworth, poliziotto di colore, parla al telefono e chiacchiera; Driver, poliziotto bianco di origine ebraica, ci mette la faccia bianca negli incontri dal vivo. I due costruiscono il perfetto personaggio razzista ed entrano nelle grazie della direzione del  KKK.
Una scelta geniale di Lee è stata la selezione di Topher Grace nel ruolo del capo nazionale del KKK.
Un attore immediatamente riconoscibile e già associato agli anni '70, famosamente comico e un po' incapace, messo a interpretare una famigerata e importante personalità del suprematismo bianco.
Il protagonista è interpretato dal figlio di Denzel, John David Washington: ottimo nella parte del cool cat diviso tra la liberazione dei neri, l'orgoglio di essere poliziotto, la fiducia nel sistema, l'odio per i razzisti. Apparentemente, ugualmente lontano da ogni sponda.
Intendendolo come il massimo complimento possibile, questo è un film che andrebbe mostrato a scuola.
Educate Educate.
SPOILER SPOILER SPOILER
Genialmente, Lee inserisce nel corso del film tutti gli slogan primari di Trump.
Nell'epilogo vengono mostrate le immagini non censurate dei disordini a Charlottesville dell'anno scorso. Il film si chiude con l'infame conferenza stampa di Trump immediatamente successiva agli eventi.