Operation Red Sea: film d'azione militare propagandistica cinese. "Propagandistica" non è una valutazione di merito, è letteralmente un film prodotto per festeggiare i 90 anni dell'esercito di liberazione cinese (l'esercito cinese), nello specifico la sua marina.
Gli americani ne hanno fatti molti di film così negli anni, non ne fanno più così da tempo: patriottismo senza macchia, senza ombre, senza ingranaggi marci o gente che rema contro, o gente che pensa solo a se stessa.
L'onore e lo spirito di corpo e sacrificio dei soldati cinesi, votati sempre e solo alla difesa e al salvataggio.
Gli americani facevano film così, i cinesi li fanno adesso e, dopo diversi anni di tentativi meno riusciti, adesso si può dire senza dubbio che li facciano meglio.
In patria è stato, ovviamente, un clamoroso successo di pubblico e di critica. I cinesi l'hanno anche scelto come il film che li rappresenterà nella selezione dei migliori film stranieri per gli oscar 2019.
E' diretto da Dante Lam, è un seguito concettuale di un film del 2016 "Operation Mekong".
E' basato su un'operazione realmente accaduta ("basato" è parola chiave): l'evacuazione in un migliaio di cittadini stranieri, per lo più cinesi ma non solo (perché l'esercito cinese protegge non solo i propri cittadini, ma la libertà), dallo Yemen durante la guerra civile del 2015.
Non ho idea di cosa abbia appena scritto, mi fido della wikipedia.
Impostazione classica dei blockbuster d'azione: c'è un minifilm introduttivo che vede una squadra speciale cinese coinvolta nel salvataggio di una nave catturata da pirati somali. Vincono alla grande.
Anticipo una considerazione: il messaggio veicolato al popolo cinese è quello di cui sopra, proteggere e difendere. I cinesi attaccano solo se provocati, la loro forza militare è invincibile e ogni soldati cinese vale centinaia di terroristi di varia etnia e preparazione.
Non c'è razzismo evidente, come invece sarebbe stato in un film americano, ma un'interpretazione molto più semplice: i terroristi e i criminali, soprattutto se non sono gialli, sono malvagi. Letteralmente malvagi: il capo dei pirati somali sogghigna come uno Skeletor qualunque prima di incontrare repentina e giusta retribuzione mortale.
C'è, probabilmente, un sottotono cautelare contro gli stranieri: nel film, l'esercito cinese combatte contro neri, contro mediorientali, contro personaggi che sono decisamente bianchi; ma certamente non c'è insistenza razziale o senso di superiorità evidente, c'è solo e letteralmente una fumettistica cattiveria degli antagonisti.
Sono due ore abbondanti di combattimenti quasi continui: il livello delle scene d'azioni militari è assolutamente pari ai classici americani moderni del genere, ma non a quello dei film più specialistici. La guerra di Operation Red Sea è allo stesso livello di Black Hawk Down o Fury, per intenderci, ma non a quello di Act of Valor o 12 Strong.
Il film soffre ancora un po' troppo del gusto per lo spettacolare e l'esplosione continua, ed è meno efficacie nel rappresentare il coordinamento e la qualità militare dei suoi soldati aldilà delle ovvietà.
E' un pelo, niente di più: la rappresentazione della tattica del combattimento urbano è meno che superlativa, non arriva alla qualità dei modelli citati sopra (Act of Valor e 12 Strong), ma è assolutamente allo stesso livello di quelli meno videoludici e più cinematografici.
Ci sono alcune differenze: il livello di splatter e protesi sanguinolente in Operation Red Sea super di gran lunga il gusto per il macabro realismo del classico Spielberg. Ci sono un paio di scene che valicano decisamente per entrare nel territorio dell'exploitation.
Ferite visivamente e vividamente rivoltanti, decine di corpi dilaniati da una singola esplosione: ecco, l'effetto delle esplosioni sui corpi è particolarmente insistito e rende Operation Red Sea un film sconsigliato al pubblico più sensibile.
Conquistati i pirati somali, la nostra squadra di 8 soldati scelti cinesi e il loro incrociatore di supporto si trovano a dover immediatamente partire per lo Yemen. C'è stato un colpo di stato e ci sono cittadini e consoli da evacuare.
Tutto va in merda molto rapidamente. Soprattutto perché i nostri eroici cinesi decidono di salvare non solo i cinesi ma anche gli altri stranieri e tutti i cittadini innocenti coinvolti nel conflitto, e, per non farsi mancare nulla, anche sventare un piano alla 007 riguardante la formula per un nuovo tipo di bomba chimica facilmente riproducibili che trasformerebbe il terrore in super terrore.
A un certo punto, non esagero, i nostri 8 soldati s trovano a combattere contro 300 terroristi... ed è solo uno dei combattimenti del film.
Detto così potrebbe sembrare parodistico, e per certi versi lo è, ma solo nella mole di danno che i soldati riescono a subire prima di soccombere. Alcuni, è un film cinese dopotutto, saranno chiamati all'estremo sacrificio.
Finito il film c'è... non saprei come chiamarla. C'è una scena d'epilogo che è uno spot d'arruolamento per le forze armate e convoglia un messaggio finale, in inglese, contro tutti i nemici della Cina.
Qualcosa del tipo: "non sfidateci, morirete".
La mia generazione è cresciuta con i miti e i modelli di Rambo e i berretti verdi USA, ma il mondo è cambiato molto. Adesso è la bandiera rossa cinese e l'eroismo dei soldati cinesi a tenere il mondo al sicuro dal terrore.
NOTA: non ho parlato degli attori per dimenticanza. Sono tutti bravi e ci sono anche diverse donne che fanno la propria parte, perché la Cina non è sessista.
NOTA 2: ho scelto di chiudere il post con un'immagine ufficiale del marketing che assolutamente non è parte del film. Perché è figa e perché, assolutamente, non è parte del film.
Gli americani ne hanno fatti molti di film così negli anni, non ne fanno più così da tempo: patriottismo senza macchia, senza ombre, senza ingranaggi marci o gente che rema contro, o gente che pensa solo a se stessa.
L'onore e lo spirito di corpo e sacrificio dei soldati cinesi, votati sempre e solo alla difesa e al salvataggio.
Gli americani facevano film così, i cinesi li fanno adesso e, dopo diversi anni di tentativi meno riusciti, adesso si può dire senza dubbio che li facciano meglio.
In patria è stato, ovviamente, un clamoroso successo di pubblico e di critica. I cinesi l'hanno anche scelto come il film che li rappresenterà nella selezione dei migliori film stranieri per gli oscar 2019.
E' diretto da Dante Lam, è un seguito concettuale di un film del 2016 "Operation Mekong".
E' basato su un'operazione realmente accaduta ("basato" è parola chiave): l'evacuazione in un migliaio di cittadini stranieri, per lo più cinesi ma non solo (perché l'esercito cinese protegge non solo i propri cittadini, ma la libertà), dallo Yemen durante la guerra civile del 2015.
Non ho idea di cosa abbia appena scritto, mi fido della wikipedia.
Impostazione classica dei blockbuster d'azione: c'è un minifilm introduttivo che vede una squadra speciale cinese coinvolta nel salvataggio di una nave catturata da pirati somali. Vincono alla grande.
Anticipo una considerazione: il messaggio veicolato al popolo cinese è quello di cui sopra, proteggere e difendere. I cinesi attaccano solo se provocati, la loro forza militare è invincibile e ogni soldati cinese vale centinaia di terroristi di varia etnia e preparazione.
Non c'è razzismo evidente, come invece sarebbe stato in un film americano, ma un'interpretazione molto più semplice: i terroristi e i criminali, soprattutto se non sono gialli, sono malvagi. Letteralmente malvagi: il capo dei pirati somali sogghigna come uno Skeletor qualunque prima di incontrare repentina e giusta retribuzione mortale.
C'è, probabilmente, un sottotono cautelare contro gli stranieri: nel film, l'esercito cinese combatte contro neri, contro mediorientali, contro personaggi che sono decisamente bianchi; ma certamente non c'è insistenza razziale o senso di superiorità evidente, c'è solo e letteralmente una fumettistica cattiveria degli antagonisti.
Sono due ore abbondanti di combattimenti quasi continui: il livello delle scene d'azioni militari è assolutamente pari ai classici americani moderni del genere, ma non a quello dei film più specialistici. La guerra di Operation Red Sea è allo stesso livello di Black Hawk Down o Fury, per intenderci, ma non a quello di Act of Valor o 12 Strong.
Il film soffre ancora un po' troppo del gusto per lo spettacolare e l'esplosione continua, ed è meno efficacie nel rappresentare il coordinamento e la qualità militare dei suoi soldati aldilà delle ovvietà.
E' un pelo, niente di più: la rappresentazione della tattica del combattimento urbano è meno che superlativa, non arriva alla qualità dei modelli citati sopra (Act of Valor e 12 Strong), ma è assolutamente allo stesso livello di quelli meno videoludici e più cinematografici.
Ci sono alcune differenze: il livello di splatter e protesi sanguinolente in Operation Red Sea super di gran lunga il gusto per il macabro realismo del classico Spielberg. Ci sono un paio di scene che valicano decisamente per entrare nel territorio dell'exploitation.
Ferite visivamente e vividamente rivoltanti, decine di corpi dilaniati da una singola esplosione: ecco, l'effetto delle esplosioni sui corpi è particolarmente insistito e rende Operation Red Sea un film sconsigliato al pubblico più sensibile.
Conquistati i pirati somali, la nostra squadra di 8 soldati scelti cinesi e il loro incrociatore di supporto si trovano a dover immediatamente partire per lo Yemen. C'è stato un colpo di stato e ci sono cittadini e consoli da evacuare.
Tutto va in merda molto rapidamente. Soprattutto perché i nostri eroici cinesi decidono di salvare non solo i cinesi ma anche gli altri stranieri e tutti i cittadini innocenti coinvolti nel conflitto, e, per non farsi mancare nulla, anche sventare un piano alla 007 riguardante la formula per un nuovo tipo di bomba chimica facilmente riproducibili che trasformerebbe il terrore in super terrore.
A un certo punto, non esagero, i nostri 8 soldati s trovano a combattere contro 300 terroristi... ed è solo uno dei combattimenti del film.
Detto così potrebbe sembrare parodistico, e per certi versi lo è, ma solo nella mole di danno che i soldati riescono a subire prima di soccombere. Alcuni, è un film cinese dopotutto, saranno chiamati all'estremo sacrificio.
Finito il film c'è... non saprei come chiamarla. C'è una scena d'epilogo che è uno spot d'arruolamento per le forze armate e convoglia un messaggio finale, in inglese, contro tutti i nemici della Cina.
Qualcosa del tipo: "non sfidateci, morirete".
La mia generazione è cresciuta con i miti e i modelli di Rambo e i berretti verdi USA, ma il mondo è cambiato molto. Adesso è la bandiera rossa cinese e l'eroismo dei soldati cinesi a tenere il mondo al sicuro dal terrore.
NOTA: non ho parlato degli attori per dimenticanza. Sono tutti bravi e ci sono anche diverse donne che fanno la propria parte, perché la Cina non è sessista.
NOTA 2: ho scelto di chiudere il post con un'immagine ufficiale del marketing che assolutamente non è parte del film. Perché è figa e perché, assolutamente, non è parte del film.

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