Tag 2018: è un film strano. Inizialmente sembrerebbe la solita commedia con cinquantenni mai maturati ancora impegnati a cazzeggiare in giro, piano piano si rivela invece essere l'esatto contrario. Tag, basato su una storia vera raccontata in un articolo del Wall Street Journal, è la storia di un gruppo di amici che cerca di mantenere vivo il fanciullino interiore, di non soccombere alla conformità della vita adulta.
Un gruppo di amici porta avanti un partita di Tag da più di 30 anni.
Cominciò quando avevano 9 anni, adesso sono tutti vicini ai 50 e ancora va avanti.
Ogni maggio, per tutto il mese, il gioco è on. Chi rimane 'it' alla fine del mese è il perdente fino all'anno dopo.
C'è un gruppo di amici più amici: Ed Helms, Jake Johnson, Hannibal Buress e Jon Hamm. C'è il super amico che tutti considerano amico ma che vive lontano dagli altri e sostanzialmente entra in scena solo durante il maggio di Tag: Jeremy Renner.
Il suo personaggio è un incrocio tra lo Sherlock di Guy Ritchie e i suoi consueti personaggi d'azione: è decisamente ed eccessivamente fuori posto nel contesto normale degli altri personaggi, ed è proprio qui la qualità del film.
Adulti che giocano uno dei più semplici e basilari dei giochi per bambini sono condannati a esagerare e portare nel gioco un'intensità non prevista.
C'è il classico bromance maschile tra amici che si conoscono da sempre, ci sono scene d'azione degne dei film di Renner; c'è comicità scema e c'è anche dramma.
Gli attori sono tutti ovviamente bravi, non è più possibile trovare attori (adulti) incapaci in America.
Nel film ci sono anche Annabelle Wallis e Isla Fisher.
Troppo eccentrico e allo stesso tempo troppo banale, è un film che mette a disagio per la dissonanza tra toni tra una scena e la successiva.
E' un buon film e certamente originale.