12 Strong: ultimo nell'onorata serie dei film americani meritevoli in Italia di un diverso titolo in inglese. Qui è chiamato '12 Soldiers'. Sì, perché altrimenti sarebbe stato difficile capire il soggetto del film.
La sceneggiatura del film è basata sul libro "Horse Soldiers" del giornalista Doug Stanton, specializzato nell'indagare e raccontare azioni militari americane contemporanee.
Qui si parla della prima reazione militare americana dopo l'11 Settembre, quando un manipolo di 12 soldati venne immediatamente inviato in Afghanistan per fornire prima assistenza a uno dei warlord locali nella lotta contro i talebani, considerati il braccio armato di Bin Laden.
Viene sostanzialmente spiegato così: ci hanno attaccati, mandiamo subito qualcuno ad aiutare il nemico del nostro nemico.
Esordio alla regia per il foto giornalista di guerra danese Nicolai Fuglsig. Non è una cosa comune.
Non so se l'amico danese sia stato conquistato dal mito del soldato americano, ma l'inizio di 12 Strong è così retorico e militarista-patriotico USA da ricordare i peggiori Berretti Verdi.
I soldati della squadra sono tutti eroi, le moglie e le famiglie dei soldati sono tutte esemplari e vere americane, persino tutti i comandanti sono spietati ma giusti.
La squadra è un po' una piccola botta di GI Joe: c'è il capitano biondo con gli occhi azzurri, Chris Hemsworth; c'è il suo vice con i capelli scuri, Michael Shannon; c'è l'ispanico Michael Pena; c'è un nero; c'è uno con gli occhiali; tutti gli altri sono circa biondi. 
E' una vaccata e siamo stati lì lì per spegnere o mandare avanti quasi tutta la prima ora, poi fortunatamente cominciano a combattere per davvero e il film diventa più divertente: le scene di guerra sono molto ben fatte. Il gimmick, da cui il titolo del libro, è l'utilizzo di cavalli da parte tanto dei soldati americani quanto dei loro alleati, contro mezzi corazzati, carriarmati e altre cose del genere da parte dei talebani.
Le battaglie sono la parte migliore, compongono una buona fetta della seconda metà del film e sono motivo sufficiente per guardarlo: rispecchiano quel nuovo stile di fare film dove il realismo delle azioni militari è considerato motivo di vanto e obbiettivo primario.
Dimenticabile.
A questo punto sarebbe giusto chiedersi perché lo abbia guardato. Tutto quanto sopra è estremamente prevedibile e intuibile dal trailer.
Speravo sarebbe stato un nuovo Act of Valor, il mio film di guerra preferito degli ultimi anni.
Ne condivide i difetti, ma la qualità delle sue parti di qualità non all'altezza di Act of Valor.