The Toys That Made Us: sono finalmente usciti i secondi e ultimi 4 episodi dell'eccellente serie di documentari dedicati ai giocattoli degli anni... beh, sostanzialmente degli anni '80. Ufficialmente la serie è dedicata ai giocattoli più significativi della 'mia' generazione, che in sostanza coincidono con i giocattoli che sono stati al loro apice negli anni '80. Nati anche molte decadi prima, ma diventati famosi(ssimi) negli anni '80.
I primi 4 episodi uscirono lo scorso 27 dicembre, questi 4 sono usciti il 25 maggio.
Serie distribuita da Netflix, prodotta da Brian Volk-Weiss... no, non avevo idea di chi fosse prima ma sono colpito dalla sua esistenza: è il presidente di una società che si chiama Comedy Dynamics, una società che sviluppa e produce 'cose comiche'. Soprattutto speciali di 1 ora per la televisione realizzati da comici, ma anche film/documentari, serie televisive e dischi comici (Weird Al, per dire).
The Toys That Made Us è una serie di 8 documentari da meno di un'ora l'uno, leggeri, dedicati a 8 diverse celeberrime serie di giocattoli: ogni episodio racconta la storia di questi giocattoli a partire dall'ideazione fino al, quasi sempre, inevitabile tramonto. Soffermandosi molto spesso su aneddoti simpatici e mostrando senza filtri le personalità ancora vive dietro l'ideazione dei giochi (spesso ridicoli, arroganti, dementi ancorati al passato), passando sulle tante contese sulla paternità delle idee, la proprietà dei diritti e tutte le piccole ruberie/plagi avvenuti dietro le quinte.
E' una serie brillante che punta sulla commedia, ma il valore di produzione è altissimo e i montaggi sono niente meno che memorabili.
C'è persino una sigla ispirata al celeberrimo opening theme dei GI Joe.
Gli 8 episodi, in ordine, sono: Star Wars, Barbie, He-Man, GI Joe; Star Trek, Transformers, LEGO, Hello Kitty.
Ci sono alcune simmetrie: i due blocchi cominciano rispettivamente con Star Wars e Star Trek; i due blocchi offrono analogie tematiche: Star Wars - Star Trek, ovviamente; GI Joe - Transformers, per il coinvolgimento di produttori di fumetti e la vicinanza, fin dall'origine, dei due brand; Barbie ed Hello Kitty come esponenti del genere giochi per bambine, in senso lato; He-Man e Lego sono dispari.
Molte storie sono simili: si parla di licenze acquisite a prezzi ridicoli, di produttori incapaci di comprendere il valore delle proprie licenze; molto spesso si parla di società partite piccole, divenute grandi e poi crollate a picco una volta scemata la mania.
La storia di Star Wars è quella di un successo inaspettato rifiutato da tutti i più grandi produttori di giocattoli, accettato da un piccolo produttore che si è alla fine ritrovato per le mani la più grande licenza di tutti i tempi; la storia di Barbie è una di rivoluzione culturale e lotta per restare rilevante; quella di He-Man è la storia di un successo clamoroso ma estremamente ridotto nel tempo: di tutti i giochi descritti nella serie, He-Man è effettivamente l'unico a essere circa completamente sparito; la storia dei GI Joe è quella del primo action figure nella Storia dei giocattoli e del primo a sfruttare in modo massiccio una presenza ed esposizione multimediale per generare vendite (fumetti e cartoni).
La storia di Star Trek è quella di una serie tv con un pubblico adorante, più vecchia di Star Wars ma da sempre battuta da Star Wars in ogni occasione, generalmente maltrattata dall'incompetenza degli aventi diritto; la storia dei Transformers è quasi esclusivamente positiva, una delle uniche due, e gira interamente intorno a un proficuo e costruttivo rapporto di sviluppo e cooperazione tra Giappone e Stati Uniti; LEGO è il più grande produttore di giocattoli al mondo, nonché l'unico europeo trattato nella serie, ma ha rischiato più volte il fallimento, come Barbie la società ha lottato e lotta da anni per restare rilevante; infine, la vicenda di Hello Kitty è un'altra simile a quella dei Transformers, basata sul rapporto JP-USA ma è anche quella meno strettamente legata al mondo dei giocattoli: Hello Kitty è un fenomeno di costume e un brand trasversale e ulteriore al mondo ristretto dei giocattoli.
I secondi quattro episodi offrono narrazioni meno intriganti rispetto ai primi quattro, meno pruriginosi e intricati per le vicende alle spalle della produzione dei giochi.
La serie è fantastica, la migliore serie di documentari che io abbia mai visto (ma sono certamente biased a causa del soggetto).