Sbucciando la Cipolla (Beim Häuten der Zwiebel, 2006): ricordo quando Gunter Grass venne premiato con il nobel per la letteratura. Non avevo idea di chi fosse. Comprai e lessi il Tamburo di Latta... è stato prima dell'inizio del blog, per quanto sembri impossibile esista storia prima dell'inizio del blog. 
Non ho mai letto altro (di suo). 
Sono tentato da 'Il Mio Secolo'. 
Mesi fa ero, al solito, nella libreria del mio amico alla ricerca di qualcosa in italiano da leggere: 'mesi fa' è probabilmente più vicino all'anno che ai bimestre; mi cade l'occhio su questo libro, leggo la quarta, ricordo la lettura del Tamburo di Latta, decido per l'acquisto. Non ricordo se nel '99 mi imposi una ricerca su Grass o, contestualmente all'annuncio del nobel, mi fosse capitato di guardare/leggere una cartolina sull'autore: non ricordo perché non ricordavo nulla dell'autore, se non il fatto di aver già letto qualcosa e il nobel. 
Sbucciando la Cipolla è il primo di 3 libri di memorie scritti da Grass nei 10 anni circa precedenti a sua morte. Nel corso del libro, l'autore utilizza la metafora della cipolla tanto nei riguardi del ricordo quanto della persona che visse le memorie: prima di ogni capitolo del libro c'è il disegno di una cipolla progressivamente più sbucciata.
Lo sviluppo delle memorie cerca di seguire un ordine cronologico ma divaga costantemente nel flusso di coscienza anticipando eventi successivi o perdendosi in avvenimenti geograficamente connessi ma decisamente posteriori: 'ero ragazzino e facevo questa cosa nel posto x, pochi anni fa sono tornano nel posto x e ho rivisto la cosa y'; un personaggio introdotto bambino può essere oggetto di una finestra narrativa e temporale per raccontarne la vita futura. 
Questa struttura narrativa rende più gradevole lo sviluppo cronologico della vita del giovane Grass, specialmente nel contesto dei contemporanei avvenimenti storici; allo stesso tempo consente a Grass di autogiudicarsi autonomamente, autocriticarsi, parzialmente autoscusarsi, colpevolizzarsi e allo stesso tempo assolversi sovrapponendo la prospettiva sulla vita del vecchio e saggio Grass a quella del giovane Grass nazista. 
Il racconto comincia nella allora libera città (stato) di Danzica... ci sarebbe da cercare un saggio solo sulla bizzarra e tragica storia di questa città... Grass ha circa 12 anni e la Guerra è appena cominciata.
Il giovane Gunter assistette con entusiasmo alla conquista della città da parte delle truppe tedesche e dalla rapida sottomissione al Reich da parte delle istituzioni locali. Il giovane Gunter approda con fervore nei ranghi della gioventù hitleriana, si arruola volontario a 15/16 anni con la guerra che comincia a mostrare sviluppi sinistri; segue la chiamata alle armi vera e propria, l'addestramento presso un'unità militare delle SS con la sua vita di caserma fatta di nonnismo, propaganda, etc etc.
Uno dei temi fondamentali del testo è l'incertezza del ricordo e la confusione della memoria: Grass racconta ma onestamente dichiara di non essere poi così sicuro dell'esatto ordine cronologico di alcuni eventi, l'esatto anno di altri, a volte persino del fatto che qualcosa sia realmente successo.
Penso sia un sentimento, se così possiamo chiamarlo, comune circa a tutti: anche a coloro con ottime memorie, ma forse non a coloro con memorie eccezionali tipo super poteri. 
La guerra comincia ad andare più che male per la Germania e allo sforzo bellico del combattimento vero e proprio cominciano a essere chiamati (costretti) un po' tutti: compresi ragazzini evidentemente minori maldestramente addestrati. 
Grass va alla guerra e il racconto della guerra è un susseguirsi di fughe, compagni abbandonati, scontri sfuggiti e nascondigli improvvisati. Soprattutto paura e terrore. 
Ferito senza quasi aver avuto l'occasione di sparare a qualcuno, forse senza aver ucciso qualcuno (il 'forse' lo aggiungo io), il giovane Grass viene evacuato presso una struttura ospedaliera, poi un'altra, per poi passare direttamente nelle strutture ospedaliere del nemico in qualità di prigioniero di guerra. 
Più di metà del libro passa con Grass entro i 17/18 anni e la fine della guerra. 
Gli anni di prigionia sono piuttosto tranquilli e non molto diversi rispetto a quelli in caserma: c'è una specie di nonnismo anche qui, c'è l'education officer americano con la sua propaganda e invenzioni su campi di sterminio e altri crimini del Reich. 
Infine liberato, Grass comincia a percorrere in lungo e in largo (esagero) la Germania immediatamente post bellica, piegata e disorganizzata: lavora al mercato nero, poi altri lavori fino a una formativa esperienza in miniera dove entra in contatto con le idee del socialismo. Ritrova la famiglia e, mentre la Germania comincia a riorganizzarsi, decide di voler dare sfogo alle sue passioni artistiche. Entra nella bottega di uno scultore, poi di un altro, finisce all'accademia delle belle arti, poi si sposta nell'equivalente a Berlino. Incontra la futura moglie negli anni precedenti alla divisione della città.
Comincia ad avere successo come artista-scultore e poeta, nel frattempo sposa la moglie e gli muore la madre, nel frattempo comincia la guerra fredda vera e propria e Berlino viene divisa. 
Il libro si conclude con i primi successi letterari coincidenti ai primi anni di matrimonio, nascita dei figli e cose del genere. Poche pagine per descrivere più o meno tanti anni quanti quelli descritti nel resto del libro. 
L'esperienza del nazismo, non tanto quello della guerra, è certamente il nesso fondamentale. 
La forza della propaganda eroica sulla mente di un bambino, il senso di colpa e vergogna dell'adulto nei riguardi di errori giovanili. 
Impossibile discernere la realtà nella confusione dei ricordi, o la realtà della confusione dei ricordi: Grass cerca di assolvere se stesso presentandosi come un ragazzino codardo all'oscuro di tutto, vittima di adulti che hanno sfruttato le normali pulsioni giovanili, ma privo di peccati attivi, solo di aver partecipato? 
Sarebbero molto interessanti, se li avessi letti, tutti i riferimenti del Grass vecchio e saggio che guarda al Grass giovane e stolto ai fatti ispiranti dei suoi più famosi libri: quasi tutti i libri Grass non nazista sembrerebbero trovare origine in azioni e situazioni vissute dal Grass nazista. 
Non è certo una normale autobiografia. 
L'edizione italiana è di ottima fattura, ben scritta e presumo ben tradotta. 
Si legge molto bene: è interessante per la prospettiva storica rara, per la qualità del narratore, per i molti dubbi sulla genuinità e credibilità del narratore, per l'assoluta evidenza con cui l'autore lascia la sua prospettiva di vecchio saggio alterare gli eventi del suo io-protagonista giovane al punto da farlo sembrare un onesto racconto orale. Persino la lascivia un po' lubrica del vecchio Grass che racconta le esperienze sessuali del giovane Grass partecipano attivamente a questo fenomeno di rappresentazione della memoria e del ricordo che, quasi, fa sembrare incidentale il trattarsi di un nazista convertito.